Addio a Ray Bradbury, lo scrittore che fece vivere la letteratura uccidendola
E' scomparso a 91 anni l'autore di un romanzo che ha fatto epoca, "Fahrenheit 451"
E’ morto a 91 anni lo scrittore statunitense Ray Bradbury.
Se ne va così uno dei più importanti narratori del ‘900.
Bradbury, autore di due capolavori assoluti come “Fahrenheit 451” e “Cronache marziane”, non è stato infatti soltanto uno scrittore di fantascienza: o, se lo è stato, ha avuto il merito di andare oltre, tra i pochi a rendere degna di studio, rispetto, ammirazione e soprattutto credibilità, quella che a lungo è stata vista soltanto come letteratura di genere.
Questo, grazie soprattutto a “Fahrenheit 451”, un libro – poi diventato un film di Francois Truffaut – che è un’icona e un simbolo di un mondo tragico e apocalittico, nel quale i possessori e gli scrittori di libri sono visti come soggetti pericolosi e sospetti e, coerentemente con una società dispotica, ad avere diritto di esistenza sono soltanto i mezzi televisivi, perfetti per mantenere in vita un regime sostanzialmente dittatoriale.
Così, i libri vengono bruciati, appunto alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit: ad occuparsi dal lavoro, praticamente di routine, sono, paradossalmente (ma nemmeno troppo), i pompieri.
Bradbury metteva su carta queste paure – certamente favorite dal contemporaneo clima di Guerra Fredda – già negli anni cinquanta, con una visionarietà che in futuro avrebbe trovato più di un riscontro nella realtà: come Aldous Huxley e George Orwell, così facendo era riuscito a cambiare la fantascienza, a dargli un significato sociale, a utilizzarla come monito contro gli eccessi tecnologici e contro la tecnologia usata a scopi reazionari.
Per lui, anche negli ultimi anni di vita, quando ancora scriveva, nulla aveva il valore del libro su carta, tanto da negare talvolta la pubblicazione in ebook delle sue opere: forse, in Bradbury, erano ancora vive la paure oggetto dei suoi primi lavori come “Fahrenheit 451”, nel quale, scrivendo di una letteratura uccisa e bruciata dal fuoco dei pompieri, era riuscito, paradossalmente, a far vivere la letteratura stessa, allora come oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, ancora più che mai letta e studiata.
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