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Senigallia: “Utilizzo improprio dei proventi della Tarsu”

Partecipazione e Rifondazione: "Alcune opere di manutenzione non dovrebbero finire nella bolletta"

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Rifiuti

Alleghiamo un lungo elenco di mansioni il cui costo impropriamente fa capo alle entrate derivanti dalla bolletta della Tarsu, che tutte le famiglie e le imprese di Senigallia pagano per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.


Tali mansioni (tra le quali il ripascimento e il livellamento dell’arenile, compreso l’accumulo di sabbia; la manutenzione del verde e delle aiuole lungomare, compresa la potatura degli alberi; la manutenzione dei fossi; la manutenzione ordinaria dei bagni pubblici, dalla tinteggiatura alla fornitura di carta igienica) vengono svolte, su disposizione dell’Amministrazione Comunale, dalla ditta che ha in appalto la pulizia della spiaggia, ma vanno ben oltre gli interventi che possono essere annoverati tra quelli legati alla pulizia di quella parte della città.

Secondo noi, si configurano come opere di manutenzione complessiva e cura di tutta la zona a mare, ovviamente necessari, ma che dovrebbero non finire nella bolletta TARSU.

Si tratta di un utilizzo improprio dei proventi della tassa rifiuti che nel 2012 ammonta a € 7.775.000, di cui € 825.849 destinati all’Appalto pulizia arenili. Ma la quota parte di questi 825.849 euro corrispondente a quelle attività dovrebbe essere stralciata dalla tassa rifiuti e, più correttamente,  messa a bilancio nei capitoli dedicati alla manutenzione, senza gravare sulle bollette dei cittadini, mai informati da alcuno sulla presenza scorretta di tali oneri.

Pensiamo che in questa fase, così delicata per i bilanci delle famiglie e delle imprese, occorra maggiore oculatezza nel chiedere risorse ai cittadini, tanto più con una tassa, ed anche nel gestirle.

Quest’anno è stata introdotta a Senigallia la tassa di soggiorno che grava esclusivamente sui pernottamenti, mentre altre città turistiche hanno preferito rinviarla anche per progettare, con più lungimiranza, una sorta di consorzio, partecipato dall’ente locale e da tutte le imprese che ruotano sul turismo, per costituite un fondo comune, pubblico e privato, che possa essere utilizzato per sostenere e riqualificare l’offerta turistica cittadina.

A questo proposito, si potrebbe ipotizzare che gli interventi di manutenzione di cui stiamo parlando possano essere inclusi in tale fondo, che offrirebbe così una collocazione senza dubbio più appropriata rispetto all’attuale inclusione nella Tarsu.

 

da Paolo Battisti, Roberto Mancini, Luigi Rebecchini

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