All’origine  del terremoto di magnitudo 5,8che nella mattinata del 29 maggio si è abbattuto sul modenese, ci potrebbe essere la rottura di una nuova faglia. Il sisma e’ avvenuto sul margine occidentale della faglia, a  circa 40 km dove si era  verificato il terremoto del 20 maggio scorso e  con ogni probabilità, potrebbe essere stato innescato proprio da quest’ultimo. Allora  le scosse piu’ forti erano avvenute nella zona orientale della frattura.

Al riguardo, è intervenuto anche il sismologo dell’ Ingv, Alessandro Amato “Si temeva che con una struttura cosi’ complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entita’ e così è stato, in passato situazioni analoghe con forti scosse a distanza ravvicinata sono avvenute nel caso del terremoto dell’Aquila del 2009 e in quello di Colfiorito del 1997; un’altra possibilità è che possa essersi attivato un segmento della stessa faglia“.

Da ieri i sismologi e geologi sono impegnati a cercare di delineare un quadropiù completo possibile proprio allo scopo di capire quale sarà l’andamento dello sciame sismico anche se le probabilità di altre forti scosse sono alte.

Intanto nella notte a cavallo tra il 29 e 30 maggio la terra ha continuato a tremare in Emilia con circa 60 scosse di assestamento registrate. Il bilancio attuale  fornito dalla protezione civile è di sedici morti, un disperso, 350 feriti e 8.000 nuovi sfollati, che si aggiungono ai 6.000 con le case inagibili dal 20 maggio scorso. Due delle vittime accertate devono ancora essere identificate. Una donna di 65 anni e’ stata estratta viva dalle macerie, ma e’ in prognosi riservata.

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