Santuario Madonna dell’Incancellata: 5 secoli di storia raccontati da don Mattioli
"Excursus" del sacerdote corinaldese in chiusura del mese mariano
Nella storia della comunità cristiana di Corinaldo sono fioriti dalla viva pietà dei fedeli il tempio della Madonna Addolorata, il Santuario della Madonna dell’Incancellata e il Santuario della Madonna del Piano. Tre mistiche oasi di preghiera tre luoghi di pace, tre preziosi gioielli di arte cristiana. Questi costituiscono da sempre il più prezioso tesoro della storia corinaldese.
Dato che in questo mese mariano si celebra la festa della Madonna dell’Incancellata, cerchiamo di risalire alle origini.
La prima notizia risale al principio del 1500, a breve distanza dalla città, in una ridente vallata circondata da colli ubertosi, esisteva in fondo ad una via un’edicola, di quelle che il popolo chiamava “Figurette”, in cui si venerava un’immagine della Vergine Santissima, dipinta su un muro.
La Vergine tiene in braccio il suo bambino, che succhia il latte dalla mammella destra, detta dell’Incancellata da un semplice cancello le stava dinnanzi. Lo storico corinaldese Cimarelli dice che verso la metà del 1500 quella semplice “Figuretta” fu ricoperta di una piccola tettoia allo scopodi proteggere la sacra immagine dalle intemperie che la deterioravano.
Intanto la fama si era sparsa anche nei paesi vicini da cui affluivano frequentemente pellegrinaggi.
Si costruì una vera cappella verso il principio del 1600, dietro iniziativa della “Confraternita del Confalone”, che del Santuario ne aveva assunto culto e direzione.
Nel 1625, a causa di alcune inondazioni, la cappella si dovette ricostruire per intero in un luogo più asciutto e sicuro.
L’afflusso sempre crescente di pellegrini, impose all’autorità il problema di una vera organizzazione e attrezzature dovute ad un santuario, nacquero quindi attigue alla cappella, costruzioni accessorie.
Prima una casa per il sacerdote cappellano che esercitava il ministero nel Santuario, poi un alloggio per i pellegrini al quale fu provveduto con la costruzione di un loggiato per riposo e ristoro.
Nel 1642 fu incorporato alla chiesa in modo da formare un tutt’uno.
Da un’acqua che scorre davanti alla porta e che ora sta raccolta in un pozzo, Maria Vergine cominciò a far scaturire tante grazie.
L’uragano della Seconda Guerra Mondiale che minacciava di travolgere nel suo turbine non solo tante vittime innocenti, ma l’intera città, grazie all’intercessione della Regina della Pace il progetto fu sgominato e le preghiere di tante spose e mamme hanno ottenuto la salvezza dei figli e dei mariti in guerra.
I reduci e i contadini della contrada hanno ricostruito il soffitto, tinteggiato la chiesa e ritoccato i quattro medaglioni dipinti alle pareti, quattro affreschi all’interno della cappella rappresentanti vari punti della storia del santuario: l’origine della chiesa, il Santuario al suo primo splendore, il passaggio del fronte, la popolazione e i reduci che rendono grazie alla Vergine della Pace.
Viene rifatto il pavimento in marmo su disegno dell’architetto Dominici e riparate le panche.
In seguito sono stati eseguiti altri lavori di manutenzione sia nel presbiterio che nella sacrestia.
A seguito dei danni del terremoto del 1997, la Regione Marche ha eseguito urgenti lavori terminanti nel 2002.
Nel 2007 con i finanziamento della Sovraintendenza dei beni artistici di Urbino è stata restaurata e riportata all’antico splendore l’immagine della Madonna.
Direttrice dei lavori la dottoressa Claudia Caldari, restauratore Isidoro Bacchiocca.
Alcuni storici e critici sostengono che sia stata dipinta da Giovanni da Crema, incardinato a Corinaldo, della scuola di Giovanni Santi, padre del famoso Raffaello.
Il Santuario avrebbe ancora bisogno di urgenti restauri, ma speriamo che la comunità di Corinaldo provveda a rendere il famoso tesoro, quel centro della spiritualità mariana che ha visto Santa Maria Goretti pregare davanti alla cara immagine.
di don Umberto Mattioli
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