Comune vs Paradisi, la Cassazione condanna l’avvocato a pagare 1.100 Euro
Accolto il ricorso del Comune di Senigallia sulla vicenda dello scooter parcheggiato in area pedonale
È giunta a definitiva conclusione una annosa vicenda processuale che ha visto contrapposta l’Amministrazione Comunale a Roberto Paradisi e che, pur nella sua relativa rilevanza, ha suscitato negli anni scorsi notevole attenzione da parte degli organi di stampa locale.
La seconda sezione civile della Corte Suprema di Cassazione ha infatti accolto il ricorso del Comune di Senigallia (n° 2683/2010), che è stato difeso in giudizio dagli avvocati Antonio Campagnola e Laura Amaranto, in una disputa legale sorta con l’avvocato Roberto Paradisi.
La questione, come alcuni ricorderanno, fu originata da una sanzione elevata dalla Polizia Municipale a Paradisi per aver rinvenuto il suo motociclo parcheggiato in sosta entro un’area pedonale e dunque interdetta alla circolazione del veicolo.
La Corte, massimo organo giudiziario, ha riconosciuto “manifestamente fondato” il ricorso proposto dal Comune di Senigallia, basato in sostanza sulla contestazione della nozione di circolazione accolta dal giudice di appello del Tribunale di Ancona, sezione distaccata di Senigallia.
Quest’ultimo ritenne infatti che, mancando prova certa dell’accesso a motore acceso del motociclo nell’area pedonale, in quanto il Paradisi sostenne di aver transitato per l’intera area pedonale con il proprio mezzo spinto a mano, lo stesso non potesse essere sanzionato poiché doveva intendersi per “circolazione” solo il movimento del veicolo in base a propulsione autonoma. La Cassazione ha invece ribadito che “ai fini dell’applicabilità delle disposizioni del codice della strada, per «circolazione» deve intendersi (…) non solo il movimento, ma anche la sosta e la fermata dei veicoli sulla sede stradale”. Richiamando in tal senso precedenti sentenze, la Cassazione ha dunque ritenuto di aggiungere che “anche il movimento del veicolo spinto a mano costituisce circolazione”.
Non ritenendo necessari ulteriori accertamenti, la Corte ha quindi deciso nel merito di accogliere il ricorso comunale e cassare la sentenza di appello impugnata dal Comune, rigettando il controricorso presentato in opposizione dall’avvocato Paradisi. Quest’ultimo è stato condannato al pagamento delle spese processuali, fissate in 500 euro per il giudizio di appello e in 600 euro per il giudizio di legittimità.
Chissà se la stessa Corte suprema di Cassazione, mentre doveva dedicarsi alle beghe dell'Avv. Paradisi e del Comune di Senigallia, non e' stata costretta a rimandare qualche altro giudizio, nel frattempo caduto in prescrizione? Chissà, magari qualche omicida/stupratore/mafioso/rapinatore, a quest'ora sta ringraziando..!?
Sarei curioso di sapere se il Comune griderà alla "Giustizia e' stata fatta!" o cose simili, e sarei anche curioso di sapere qual'e' adesso il livello di soddisfazione di Paradisi, dopo che la sanzione di poche decine di €, e' passata alla bellezza di 1100€ (!). Sembra una gag di Sanlio&Ollio...Nel bene o nel male, anche questa e' passata.
Cosa farà adesso l'Avv.? Interpellerà il Consiglio di Stato, o la Corte Europea dei Diritti Umani!?...Mah!?
Sono perplesso....!
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