Striscione per l’acqua pubblica dal Municipio di Senigallia
Blitz di Mezza Canaja e Comitato acqua bene comune per il rispetto del voto referendario di giugno 2011
Veloce azione dimostrativa in piazza Roma, a Senigallia, quella promossa dal Collettivo Mezza Canaja e dal Comitato per l’Acqua Bene Comune. Intorno alle 10 di giovedì 17 maggio, alcuni giovani attivisti sono entrati fino nell’aula consiliare e da una finestra del municipio hanno calato uno striscione di alcuni metri con scritto: “Il mio voto va rispettato – Referendum acqua giugno 2011“.
Il blitz, subito ostacolato in maniera pacifica dagli agenti della Polizia municipale di Senigallia che hanno fatto rimuovere lo striscione, ha come scopo quello di sensibilizzare la città sul voto referendario in materia di acqua pubblica, messo in discussione dalla mancata attuazione della scelta popolare.
Sempre in piazza Roma, il Comitato si è organizzato con un banchetto per raccogliere i reclami dei cittadini – come già fatto la settimana scorsa e come avverrà nelle prossime – con l’obiettivo di costringere la Multiservizi Spa ad adeguare le tariffe all’esito del voto popolare.
I referendum hanno sancito, infatti, con il secondo quesito l’eliminazione della “remunerazione del capitale investito”, una previsione che incide per una percentuale fino al 25% nelle bollette a secondo del gestore.
“Visto che nessun gestore ha applicato il referendum, i cittadini possono venire ogni weekend al banchetto del Comitato – afferma Andrea Spedicato – fornendo le proprie generalità e il codice cliente. Con questi dati faremo delle lettere di reclamo per far sì che dalla tariffa venga tolta questa previsione che a tuttora è illegale, come sancito dal voto popolare. Oltre a questa azione che fa parte della campagna di obbedienza civile, stiamo pensando di muoverci anche con class action e atti di autoriduzione della bolletta“.
Un’iniziativa duramente contestata dal Presidente del Consiglio ed esponente IdV Enzo Monachesi che ha affermato: “Se ci avessero chiesto il permesso per lo striscione, probabilmente glielo avremmo dato, perché questa è una battaglia che stiamo portando avanti insieme. Non avremmo avuto problemi ad affiancare quello sulle spese militari con il loro sull’acqua: questione tra l’altro che è ampiamente condivisa dall’Amministrazione comunale. Con questa azione dimostrano solo di non rispettare nessuno e di cercare il dialogo solo quando fa comodo a loro“.
Oppure il Monachesi che con l'idv non ha appoggiato il referendum nazionale facendone uno loro?
oppure quello che governa una città e non fa nulla per rispettare la legalità di un referendum, e poi chiede agli altri di rispettare le leggi?
Ma se Monachesi stesse zitto, l'aria sarebbe meno inquinata dall'ipocrisia, che già in giro ce n'è tanta.
cmq grazie per la risposta, in pratica mi hai dato ragione.
Da un lato c'è chi, come i movimenti, a fianco del forum nazionale per l'acqua bene comune, dal primo momento si sono battuti per la ripubblicizzazione del servizio idrico e chi, dall'altra, ha utilizzato il referendum come uno strumento di visibilità cercando di metterci il cappello. Il Pd ha cercato in tutti i modi di sabotare il voto e i contenuti del referendum, spinto dall'interesse di mantenere lo status quo e così un sistema di lottizzazione che vede, nei consigli di amministrazione e alla guida delle spa che gestiscono il servizio idricoco, personaggi legati a doppio petto con i partiti, salvo poi salire sul carro dei vincitori, dimostrando per l'ennesima volta il distacco profondo tra le valutazioni della sua classe dirigente e le scelte della base (primarie insegnano).
L'IDV ha fatto come sempre: invece che sostenere una battaglia plurale e democratica, ha pensato a fare cassa proponendo un proprio referendum, cercando di capitalizzare a proprio vantaggio una protesta più profonda e che mette in discussione la gestione sia pubblica che privata dei servici locali. Un referendum, quello IDV, che avrebbe sostanzialmente lasciato immutata la situazione, tipico di un partito demagogico e populista, tanto che infatti Di Pietro dopo aver constatato il fallimento della propria proposta, cercò di accreditare l'IDv come forza politica determinante nella vittoria del referendum, tacendo il tentativo non riuscito di sabotaggio.
Questo è confermato dal fatto che allo stato attuale l'esito referendario è inattuato e che queste forze politiche nulla stanno facendo per dare senso concreto al volere di milioni di iteliani palesatosi nel voto, alla faccia della democrazia!
Rispetto a Monachesi e all'IDV locale è come sparare sulla croce rossa, dopo aver utilizzato la politica per ottenere vantaggi privati, l'ultimo risultato è quello di essersi schierati contro l'Arvultura alleandosi trasversalmente con Paradisi, Lega nord e Fiamma Tricolore, anche quì senza cogliere nè la questione politica, nè la critica rispetto alla svendita del patrimonio pubblico emersa e che ha portato in piazza Roma centinaia di Senigalliesi.
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