La riconversione del Cimitero di Senigallia, da Camposanto ad Hotel a 3 stelle
...fa male dirlo, fa male constatarlo, ma ancor più viverlo sulla propria pelle!
Si dice che il tempo lenisce anche le ferite più profonde, anche se però non riesce ad evitarne le cicatrici che invece restano indelebili per tutta la vita. Ma il pregio del tempo è che ti permette di metabolizzare ogni fotogramma di questi momenti drammatici facendoteli rivedere scatto per scatto, ogni volta che ritorni sul luogo del dolore.
Sono come scatti fotografici, che puoi mandare avanti lentamente, velocemente o con fermi immagine che ti aiutano a ricordare, soppesare, analizzare, quanto in quei momenti particolari ti sembrava non aver notati e che per questo ti fossero sfuggiti.
Quanto andrò a narrare si tratta proprio della ricostruzione di quello che mi è ritornato alla mente rivivendo certi drammatici momenti. Non una denuncia, bensì il solo rilevare e portare a conoscenza dei più, quanto prevalga il fattore economico su quello dei sentimenti umani, in questi casi prevalenti, quando questi hanno la sfortuna di “scontrarsi” in tutti quelli che vengono sbrigativamente chiamati “servizi”.
Appunto, in questo caso specifico, i “Servizi Cimiteriali” senigalliesi, che ho potuto vagliare non attraverso una lettera di un qualche anonimo cittadino, ma sulla stessa mia pelle.
Avrei potuto fare una lettera aperta all’Assessore competente, ma sarei andato a cozzare contro appunto il fattore economico se non politico, ed allora ho optato per indirizzare l’invito ad interessarsi del problema, vagliandolo ed approfondendolo, solo con alcuni dei appartenenti al Consiglio Comunale che la mia esperienza me li indicano come persone il cui loro particolare lato umano, prevale sia sul lato politico che quello amministrativo.
Mi rivolgo allora al Cons. Sardella, alla Cons. Bucari, all’Ass. Volpini, ai Cons.(vedi caso!) Dr. Angeletti e Girolametti, nonchè il Cons. Cameruccio (che questi argomenti ha già trattato), come pure i Cons. Rebecchini e Battisti.
Gli altri non me ne vogliano, o sono assenti con la loro presenza, o sono ferratissimi nella filosofia della politica, il più delle volte distante anni luce da quelli che sono i temi della città.
Ho volutamente lasciato passare diversi giorni dal disgraziato giorno, proprio perchè si affievolisse, sempre che sia possibile, un po’ il dolore della ferita e poi per vedere a mente fredda chi ha sbagliato, se errore c’è stato, ed in quanti ne sono informati.
Non so con esattezza il costo orario per auto di un parcheggio cittadino, avvalendomi come unico mezzo di trasporto delle mie gambe, ma credo che non sia distante da circa un € all’ora. Perchè dico questo? Per il semplice fatto che dovendo trasferire una salma da un comune limitrofo al Cimitero di Senigallia, sono stato consigliato di posticipare il trasporto funebre dal pomeriggio al mattino del giorno dopo, perchè se la salma fosse arrivata dopo le 16,20 si sarebbe dovuta “parcheggiare” per la notte ad una – posso dirlo? – “indecente” cifra di oltre 80 €.
Forse come, euro più o euro meno, il pernottamento in un albergo a 3 stelle. Da calcolare che trattandosi di una bara bianca di appena 60 cm. di lunghezza lo spazio richiesto era minimo, ma come si sa, i muorti sono muorti, sono tutti uguali e non sono previsti sconti.
Mi chiedo quali spese si sostengano, non certo di corrente elettrica per illuminare la saletta, non certo per il funzionamento di una cella frigorifera, non certo per il personale di sorveglianza che durante la notte non credo ci sia, ed allora c’è da chiedersi per che cosa se non per fare cassa?
C’è da chiedersi anche perchè alle 16,20 il lavoro di tumulazione cessi, se i funerali avvengono anche in orari successivi. Forse proprio per fare cassa con il successivo parcheggio? E’ mai stato preso in esame di tenere reperibile un muratore, non sbattendo così la porta in faccia a nessuno, addebitando al fruitore (logicamente vivente) del servizio l’ora di straordinario, considerando che a priori si conoscono date ed orari dei funerali?
Ma non finisce qui, perchè l’indomani per tumulare questa piccola bara bianca di 60 cm di lunghezza per qualche kg di peso, con l’utilizzo di 10 mattoni pieni (contati), una cazzuola di cemento e rena e venti minuti di manodopera, sono stati chiesti oltre 200 €. E’ giusto però far presente che forse c’erano compresi i costi di manodopera di altri due, chiamiamoli manovali, che guardavano il “capomastro”, in piedi senza fare assolutamente nulla, se non il guardare estasiati come quei Santi dipinti sugli affreschi nelle chiese, guardano dal basso verso l’alto il Cristo Crocifisso.
Io i miei problemi l’ho risolti, pagando quanto c’era da pagare, ma credo che sia compito, interesse di qualcuno di coloro a cui mi sono rivolto sopra, affinchè si facciano promotori di un controllo approfondito. Se non altro per poter dire, come si usa troppo spesso in simili casi o anche più gravi, che questo sia motivo perchè fatti simili non si ripresentino.
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