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Senigallia, approvata la variante al PRG di Scapezzano

Ceresoni: "Non solo edificazione su aree, ma anche impegno di governance da parte degli enti locali"

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Simone Ceresoni

Nelle ultime settimane il Consiglio Comunale di Senigallia ha approvato un qualificante atto in materia urbanistica: la variante al piano regolatore della frazione di Scapezzano.Si tratta di un atto coerente e sinergico alla strategia programmatica che l’Amministrazione comunale sta promuovendo in ambito urbanistico.

I valori di riferimento sono molteplici: il risparmio nel consumo di nuovo territorio (risorsa non rinnovabile); la realizzazione della Città Pubblica (infrastrutture, parcheggi, percorsi pedonali e ciclabili, aree verdi…); la destinazione alle casse pubbliche comunali di parte della valorizzazione fondiaria derivante dai processi di riqualificazione messi in atto; lo sviluppo di una seria politica volta a realizzare interventi di edilizia residenziale sociale e pubblica; l’incentivazione di interventi per la riqualificazione e sostituzione di brani di città già urbanizzati e in degrado con progetti edilizi di qualità (secondo gli indicatori del protocollo Itaca–Marche); la tutela e salvaguardia del paesaggio rurale, nonché la cura e promozione della qualità di quello urbano; l’attenzione ai caratteri identitari dei luoghi.

In questo contesto generale il piano di Scapezzano, redatto dagli architetti Sacchetti e Bedosti, nasce dopo un lungo percorso partecipato, frutto di un confronto con i residenti della frazione (sviluppato anche grazie a numerosi incontri pubblici), con le associazioni culturali e ambientaliste che operano nella frazione stessa (penso ad esempio ai circoli dell’Arci, dell’Acli o al Centro Sociale) e nella più ampia sede cittadina (interessante in questo senso è stato il contributo della sezione locale di Italia Nostra nella fase delle osservazioni al piano pubblicato).

Tutto questo senza dimenticare il contributo offerto da tanti singoli cittadini, che riconoscono a questa frazione del nostro Comune un valore inestimabile da un punto di vista ambientale e storico, rendendola in questo senso luogo prezioso per l’intera comunità.

Oggi, con lo scenario disegnato dalla variante urbanistica, Scapezzano consegue notevoli risultati.

In primo luogo, si consolida la funzione peculiare del centro antico, circondato da un interessante sistema di mura urbiche (oggetto di un recente progetto di restauro) e immerso al centro di un paesaggio rurale di altissimo interesse ambientale, paesistico e storico.

Si potrà anche tentare di mantenere i servizi già presenti: quelli pubblici (come la scuola dell’infanzia e quella primaria con metodo montessoriano, o lo sportello dell’ufficio postale) e anche quelli di natura più privatistica (come i piccoli esercizi commerciali e le attività collegate alla lavorazione dei prodotti agricoli tipici dei luoghi).

Ma non c’è solo questo. Il piano ha infatti tra le sue finalità anche quella di tentare di migliorare la vivibilità dei luoghi attraverso due specifiche previsioni da realizzare: un’area verde pubblica attrezzata, destinata alle attività di aggregazione giovanile e al tempo libero delle giovani famiglie e degli anziani della frazione; e due ampie aree destinate al parcheggio pubblico delle auto, a supporto della pedonalizzazione del centro antico (che si potrà introdurre in modo graduale e misurato, via via che progetti di restauro e recupero delle pavimentazioni delle piazze e dei vicoli saranno realizzati).

Un altro obiettivo indicato come da perseguire riguarda inoltre la possibilità di mettere soggetti privati in condizione di investire su piccoli esercizi commerciali legati alla lavorazione dei prodotti della attività agricola o della ristorazione di qualità collegata ai prodotti tipici dei luoghi, e quindi a chilometro zero.

Tutte le previsioni contenute nel rinnovato strumento urbanistico definiscono un disegno complessivo: quello di caratterizzare sempre più Scapezzano come aggregazione urbana viva e capace di legarsi in maniera ulteriore a una dimensione sociale ed economica legata al territorio, alla storia, al turismo, con questo prendendo definitivamente le distanze dalla mera dimensione di frazione-dormitorio.

Il processo di rigenerazione urbana volto a valorizzare i caratteri storici e ambientali della frazione di Scapezzano riguarda ampie parti del centro antico, all’interno del quale sono stati previsti interventi di sostituzione di tessuti urbani degradati o in assoluto contrasto con il contesto che li circonda.

Questo consentirà di aumentare la disponibilità di unità immobiliari residenziali e di conseguenza l’offerta abitativa, aumentando quindi la popolazione della frazione anche per conseguire l’obiettivo di consolidare i servizi già operanti e possibilmente realizzarne di nuovi.

Credo che questa politica potrà essere apprezzata sia dai nuclei familiari di nuova formazione, per alcuni dei quali le famiglie di origine risiedono nella frazione da sempre, sia da chi volge lo sguardo verso questo centro storico ubicato in collina per una residenza turistica fuori dalla città.

Sottolineo comunque che le previsioni di ampliamento indicate sono state programmate attraverso interventi di restauro e recupero, o con alcuni interventi di demolizione e ricostruzione, sempre però tutti racchiusi all’interno del perimetro della cortina edilizia già consolidata o ricompresi in piccoli nuovi nuclei edilizi satelliti.

Non verrà perciò consumato un solo metro quadro in più di territorio, che anzi al di fuori di tale perimetro rimarrà conservato e destinato a larghi spazi di verde per il tempo libero e a paesaggio agrario, esaltando la caratteristica cornice frazionale di assoluto valore paesaggistico e ambientale.

In tempi di crisi e recessione, ritengo che tentare di definire una strategia di lungo respiro, mirante a nuovi modelli di governo del territorio (che evitano la banalizzazione “sic et simpliciter” del semplice cambio di destinazione d’uso dei suoli da agricoli a residenziali con nuove aree di espansione) fondati su scelte di recupero, restauro, sostituzione del già urbanizzato, a cui si collega un modello economico legato alla valorizzazione della storia, del paesaggio, dell’ambiente, del turismo e dell’economia rurale locale, rappresenti un modo per accettare la sfida che questa nuova epoca lancia agli amministratori della cosa pubblica.

La riflessione in merito può naturalmente proseguire, ma dovrà essere ulteriormente affinata con una visione che tocchi il tema del ruolo della città, dell’area litoranea e di quella collinare, che prenda in considerazione il processo in atto di dismissione dell’economia agricola.

Questo potrà suggerire nuove soluzioni, anche grazie a una radicale modifica della mentalità delle comunità locali in relazione alle scelte in ambito economico e urbanistico.

Non si tratta quindi solo di edificazione su aree, ma di un notevole impegno di governance da parte dell’ente locale e delle istituzioni territoriali sovraordinate, come evidenziato peraltro dagli stessi redattori della variante nella loro relazione introduttiva.

Il prossimo biennio ci permetterà, secondo gli impegni assunti in Consiglio Comunale, di verificare nel “medio tempore” lo stato attuativo delle previsioni, di consolidare i buoni risultati che emergeranno, e di modificare ciò che non avrà funzionato al meglio, sempre tesi verso un futuro possibile e sostenibile da affrontare in modo collettivo.

di Simone Ceresoni
Assessore all’Urbanistica

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