Un 25 aprile nel ricordo di Enrico Mattei, il partigiano da Acqualagna
Dal consigliere del Gruppo Misto Maurizio Perini l'elogio del presidente dell'Eni
Il 27 ottobre 1962 il piccolo aereo con a bordo il presidente dell’Eni, Enrico Mattei, precipitava nella campagna di Bascapè (nei pressi di Pavia) in circostanze non ancora del tutto completamente chiarite.
Oggi 25 Aprile 2012 sento il dovere morale di ricordare Enrico Mattei, che fondò l’Associazione Partigiani Cristiani.
Uomo che un motto ben descrive: Non sognò il futuro, lo progettò e la dimostrazione è ancora sotto i nostri occhi. L’Eni non solo è sopravvissuta alla sua morte, ma esiste tuttora ed è l’unica realtà presente in oltre 70 Paesi. Anzi è l’unica grande impresa italiana di respiro internazionale esistente in un periodo di scandali, debolezza internazionale e crisi globale.
Enrico Mattei era un lungimirante, l’imprenditore che ha concepito l’Eni come luogo di innovazione dell’impresa, l’uomo che per tutti gli anni che gli sono stati concessi di vivere ha sempre perseguito un grande disegno orientato al bene comune dell’Italia. Era un cattolico democratico autentico, con un profondo senso dell’identità nazionale, della giustizia e del bene comune, che non separava mai la persona dalla comunità.
Nel ’28 quando si trasferisce da Matelica a Milano e qui incontra personaggi come Giuseppe Dossetti (il partigiano “Benigno”) Giorgio La Pira, Giuseppe Lazzati. Ne assimila le scelte improntate alle radici cristiane, la necessità di recuperare vitalità economica e culturale, attingendo ai valori della nostra tradizione sociale, di sollecitare il diritto e il dovere di sconfiggere il fascismo. Anche attraverso la lotta armata.
Giuseppe Dossetti entrò nella Resistenza svolgendo attività di coordinamento politico per la parte cattolica nella zona di Cavriago e nel ’44-’45 fu presidente del Comitato provinciale di Liberazione Nazionale di Reggio Emilia. Il suo spirito lo portò a progettare un programma di preparazione a una innovatrice presenza politica capace di fondere, conservando vivo il senso delle distinzioni, una vivace ispirazione cristiana, con una novità di concezione dello Stato che superasse sia quella liberale-borghese, alla quale si rifaceva sostanzialmente lo stesso fascismo, sia quella marxista-collettivista negatrice di ogni libertà. Mettendo sempre al centro l’uomo, come soggetto di inviolabili diritti come singolo e come membro delle formazioni sociali nelle quali si svolge la sua personalità.
Nel 1943 Mattei entra nella Resistenza e il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) gli affida un compito di grande importanza, quello di dirigere, organizzare e dotare di risorse economiche tutte le formazioni partigiane cristiane operanti nel Nord Italia appartenenti alle “Brigate del popolo” e al Raggruppamento Divisioni “Alfredo Di Dio“, una forza di decine di migliaia di uomini e donne in armi. I suoi ideali vengono rinsaldati durante la lotta di Liberazione e l’esperienza partigiana permeerà tutta la sua vita e le sue scelte.
Il 25 aprile ’45 sfila accanto a Ferruccio Parri e a Luigi Longo per le strade di Milano. Tre giorni dopo, il 28 aprile, il CLN lo nomina Commissario straordinario dell’Agip, ma dopo la scoperta di importanti riserve di gas naturale e di petrolio a Cavriaga (presso Lodi) nell’estate del ’45 Mattei non solo scrive al suo amico Ferruccio Parri che: “l’Agip deve essere salvata“, ma decide di rilanciarla per far decollare l’economia e la politica energetica italiana.
Da lì una storia umana interrotta troppo presto ma un esempio che non potrà mai scomparire, quale esempio manifesto di Amore per la Libertà ispirata dai principi Cristiani.
Detto questo, ed anzi, proprio per questo, secondo me fare un elogio al solo Mattei come partigiano fondatore dell'Associazione partigiani cristiani, la vedo come un'indelicatezza tipica di chi vuole esaltare le gesta dei soli attori che corrispondono, o sono ideologicamente vicini alla propria personale ideologia.
Caro Perini, la Resistenza ha unito gli italiani che hanno saputo fare fronte comune ai problemi che dovevano essere risolti. Mettersi a fare "figli e figliastri", elogiando solo uno o una parte di questi, significa dividersi e partecipare al gioco pericoloso del "chi ha più meriti", o peggio, del mettere un cappello o la propria bandierina, su un'impresa che invece appartiene storicamente a tutti i cittadini partigiani di allora, ed a tutti i cittadini italiani oggi.
Anche perchè in questo caso lei si e' arrogato con una certa faziosità, il dovere di esaltare la figura dell'Enrico Mattei partigiano CRISTIANO, omettendo, sospetto con dolo, di ricordare a tutti CHI l'11 Febbraio del 1929 sottoscrisse i Patti Lateranensi con Mussolini, nominandolo testualmente "L'uomo della provvidenza". In questo senso caro Perini, il suo intervento di elogio al Mattei cristiano, uomo ed imprenditore di tutto rispetto e che non ha certo bisogno dei suoi ideologici complimenti, non vorrei servisse a far dimenticare, anche con la complicità del tempo, le responsabilità che gravano su coloro che la dittatura fascista, l' hanno appoggiata sin dalla sua nascita. Appoggio e responsabilità da parte di una precisa confessione religiosa, che si sono ripetute anche con il regime nazista di Hitler (Germania), quello franchista di Franco (Spagna), quello di Pinochet (Cile), e perfino quello di Videla in Argentina contrassegnato dalla violazione dei diritti umani e dalla sparizione (desaparecidos) dei suoi dissidenti a migliaia.
Vede Perini, il fatto e' che gli angoli e gli spigoli della Storia, possono essere smussati o arrotondati a proprio piacimento, ma la sostanza di cui e' fatto il passato, e' fatta di prove che dimostrano la verità, e come tutte le verità, non può certo essere modificata in qualcosa di diverso.
Che molti cristiani come Enrico Mattei possano avere amore per la Libertà, e' una cosa che sarebbe sciocco mettere in dubbio. Questa e' una verità. Ma che i principi cristiani, ispirino addirittura "Amore per la Libertà", beh questa e' una grande sciocchezza. Se non fosse una sciocchezza, come si spiegherebbe i fenomeni delle torture, delle inquisizioni, delle abiure, dei roghi, delle pene di capitali abolite in Vaticano solo nel 2001, delle crociate, tutti attribuibili alla sua religione?
Oggi, lei Sig. Perini, e' uno dei pochi consiglieri comunali che si mette di traverso ad un registro per le unioni civili nella nostra città, ispirato proprio da quei principi cristiani (Si rilegga le sue stesse dichiarazioni semmai). Pensa che anche quello sia "Amore per la Libertà"?
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!