Intervista esclusiva con ‘Il Mondo Nuovo’ di ‘Il Teatro degli Orrori’
Il tour della band ha fatto tappa al Mamamia Club di Senigallia -VIDEO-
ll Teatro degli Orrori sono la dimostrazione che rock e poesia possano sposarsi felicemente e dare alla luce canzoni diverse da quelle a cui la musica leggera italiana ci ha abituato da anni.La band attualmente composta da Pierpaolo Capovilla (voce), Gionata Mirai (chitarra), Giulio Ragno Favero (basso), Francesco Valente (batteria) sta portando nei club di tutta Italia la loro ultima fatica ‘Il Mondo Nuovo‘. Un concept album che ha già riscosso molti apprezzamenti nel panorama musicale italiano e non.
Ecco l’intervista rilasciata da Gionata Mirai prima della loro performance al Mamamia Club di Senigallia.
Partiamo da ‘Il Mondo Nuovo’, il titolo della vostra ultima fatica discografica…che se non sbaglio, in principio, avrebbe dovuto intitolarsi “Storia di un immigrato”…Cos’è il ‘Mondo Nuovo’ per ‘Il Teatro degli Orrori’?
Il mondo nuovo è un presente diverso dalla realtà che stiamo odiernamente vivendo; è un mondo che succederà, e noi saremo i fautori di questa era futura ma imminente. A noi la scelta se il mondo nuovo sarà un mondo buono o cattivo; e quando dico ‘noi’ intento ogni singolo individuo. E’ evidente che siamo alla fine di un ciclo e alle porte di una nuova era; prima entreremo nell’ottica che la direzione in cui ci stiamo muovendo non permetterà più di tornare più indietro, meglio sarà ma di buono c’è che saremo fabbri del nostro destino. Per quello che riguarda l’idea iniziale di intitolare l’album “Storia di un immigrato” l’intenzione era quella di omaggiare quel totem sacro che è De andrè…sempre però per la stessa reverenza e ammirazione abbiamo preferito discostarci in modo da evitare paragoni impropri.
Che si chiami “Il Mondo Nuovo” o “Storia di un immigrato” i temi sono estremamente attuali…parlare di immigrazione poi, in un certo senso è mettere il dito nella piaga…o sbaglio?
Non sbagli, il disco narra il viaggio e la speranza, la lontananza e la solitudine, l’amore la violenza e la morte, e tenta un affresco dell’Italia d”oggi e del mondo che la circonda; è un disco inevitabilmente “politico”. Perché narrare l’immigrazione è oggi, mettere il dito nella piaga più profonda della società italiana, dove si scontrano gli anticorpi democratici con i batteri e i virus della xenofobia, dell’intolleranza, della paura dell’altro. Un’assurda concatenazione di piccole e grandi ignoranze, incomprensioni, inconsapevolezze di una società che in questi ultimi anni è cresciuta involvendosi in una sorta di analfabetismo etico, morale, e politico.
Era il 2007 quando vedeva la luce ‘L’impero delle tenebre’, poi ‘A Sangue Freddo ‘ nel 2009 e ora ‘Il Mondo Nuovo’; a legare la vostra produzione artistica c’è un filo neanche tanto invisibile che mostra come negli anni siete rimasti fedeli a voi stessi coniugando però una naturale propensione dinamica… Com’è cambiato il vostro l’approccio alla musica?
Stiamo crescendo, stiamo esplorando nuovi panorami musicali; com’è vero che manteniamo una matrice fedele alla nostra natura musicale, è anche vero che si cresce, si invecchia, i gusti cambiano e cambia anche il modo di vedere le cose che ci circondano. A volte basta che il punto di vista ruoti appena un pelo e già la realtà sembra parecchio diversa. Una delle nostre fortune è una visone affine dal punto di vista musicale ma allo tesso tempo un background artistico estremamente eterogeneo che in sala prove ci aiuta a voler cercare sempre qualcos’altro. Ne è un esempio a mio avviso Cuore d’oceano, una canzone assurda, sperimentale e anche un po’ folle a cui ha partecipato tra gli altri anche Caparezza…a mio avviso un pezzo insolito per il panorama musicale italiano.
Abbiamo già detto delle tematiche forti che trattano il vostro ultimo disco; tematiche impegnate che si ritrovano un po’ in tutta la vostra produzione artistica, credete nella capacità pedagogica della musica?Un disco dovrebbe quanto meno fornire un punto di vista che stimoli le coscienze?
A mio avviso si; l’arte è creatività ma non può e non deve essere fine a se stessa anche perché è strettamente correlata con il cambiamento e con la realtà che ci circonda. La creatività vive della dinamicità del mondo ed è importante che in qualche modo contribuisca nella crescita di una coscienza comune più consapevole. Ad esempio ‘Il Mondo Nuovo’ è un disco di lotta. Senza partigianerie o militanze di sorta, questa è una raccolta di canzoni che dicono, o vorrebbero dire, una cosa semplice ma purtroppo nient’affatto scontata: il pianeta-mondo è il nostro paese comune, e la nostra vera patria. È un’esortazione, affinché sia finalmente possibile riconoscerci gli uni e gli altri come donne e uomini portatori dei medesimi diritti.
Anche se con scelte stilistiche diverse ultimamente vi hanno paragonato a grandi cantautori italiani come De Gregori o De Andrè viste le tematiche dei vostri testi; in particolare mi riferisco alle tante citazioni colte e alle persistente presenza nei vostri brani dei così detti ‘Loser’ …cosa ne pensate ?
In questo Pierpaolo (Nrd: Capovilla, voce e testi) è molto più ferrato. Ti posso dire che dietro la stesura di un pezzo c’è un grande studio e una grande ricerca. Essere paragonati ai grandi cantautori non può che essere fonte di soddisfazione ma allo stesso tempo almeno per me, mi viene naturale prendere un po’ le distanze da questi mostri sacri proprio per l’ammirazione profonda e anche un po’ per il rispetto reverenziale che nutro nei loro riguardi. E’ vero, nei nostri dischi ci sono molti eroi perdenti; persone comuni dietro alle quali spesso si celano delle storie bellissime e ricche di coraggio. Penso che in fondo la storia sia fatta da persone così, che difficilmente ritroveremo nei libri di storia o menzionati in qualche almanacco…Mi viene in mente Ion, questa canzone triste e disperata sembra riassumere tutte le caratteristiche narrative del disco…la tragedia di Ion Cazacu, operaio rumeno ucciso col fuoco nel 2000 a Varese. Alla memoria di Ion Cazacu, eroe civile di un’Italia che combatte una guerra intestina fatta di piccole e grandi prevaricazioni quotidiane, dedichiamo questa canzone. La dedica è giusto e bello estenderla a tutti gli onesti ed industriosi lavoratori stranieri, che rendono grande e prosperosa la nostra economia, ma ai quali non viene quasi mai riconosciuta l’importanza ed il valore del ruolo essenziale che essi svolgono per il benessere di tutti.
Siete nel bel mezzo della scena musicale oramai da anni; qual è la situazione odierna del panorama indie per voi che siete addetti ai lavori?
Secondo me sta migliorando, vedo del fermento che fino a 3-4 anni fa non c’era, sembrava tutto immobile. Ancora non si può parlare di un vero e proprio movimento; d’altronde le difficoltà per una giovane band ad emergere sono indubbie, però ripeto, mi è capitato di vedere diversi live interessanti…spero che la situazione continui a migliorare e che non si sia trattato di episodi sporadici.
//www.youtube.com/watch?v=P1ghFtc9Dxk
//www.youtube.com/watch?v=t0CK_spHYrE
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