Corinaldo: sabato 21 aprile al teatro Goldoni “La buona novella” di De Andrè
Alle ore 21.15 rivisitazione del celebre album del cantautore genovese
Nell’ambito della stagione di prosa 2011 – 2012 del teatro comunale C.Goldoni di Corinaldo, è in programma una nuova produzione della compagnia Teatro Time per un’ulteriore geniale intuizione di Vittorio Saccinto.
Si tratta di una rivisitazione de La buona novella di De André, nell’adattamento della versione teatrale di Giorgio Gallione curato da Paolo Pirani il quale parla dell’opera di un’opera in forma di sacra rappresentazione.
E, fra l’altro, riferisce che quando fu chiesto al mitico Faber il motivo per cui, negli anni della contestazione giovanile, un cantautore rivoluzionario come lui avesse scritto un album dedicato a Gesù Cristo, lui rispose: “ Perché Gesù Cristo è il più grande rivoluzionario della storia! “.
Con questo spiegava la scelta di puntare sui Vangeli apocrifi come traccia da seguire per elaborare la trama del disco. Un modo questo per scoprire la vocazione umana, terrena, a volte quasi sofferente, dolorante e quindi poi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth.
L’album uscì nel 1969; poi divenne teatro in forma di sacra rappresentazione nella stagione 2000/2001, a cura del teatro dell’Archivolto di Genova con debutto al Carlo Felice.
Lo stesso De André pensava, non molti anni fa, a una messa in scena della Buona Novella. Meditava di tenersi in disparte, magari, cantare un paio di canzoni “ con poca luce “. “A mio parere – diceva — fu allora un album, un discorso assolutamente moderno, e per certi aspetti lo è ancora oggi “. “
Allora “ era, appunto il 1969. Curioso della contestazione studentesca, delle lotte contro il potere, De André aveva scelto, come sempre, un punto di vista laterale, uno spiazzamento. Raccontare Gesù di Nazareth, la sua vita e la sua predicazione. Ma senza Gesù. E senza nemmeno usare i quattro Evangelisti dell’ortodossia (“ II suo ufficio stampa “), ma andando a pescare nei Vangeli Apocrifi.
“ La Buona Novella – ricorda ancora De André – pubblicata in piena contestazione studentesca, non fu capita. Perché fra la rivoluzione di Gesù e quella di certi casinisti nostrani c’era una bella differenza. Lui combatteva per una realtà integrale piena di perdono, altri combattevano e combattono per imporre il loro potere “.
“Da parte nostra, – riferisce Pirani – non abbiamo inteso proporre un’ulteriore commemorazione, alla memoria di chi non c’è più e non può essere in alcun modo sostituito, umanamente e artisticamente: farebbe troppo male al cuore. Ci siamo però arrischiati in una scommessa forse più impervia: riprendere un disco di trent’anni fa e rimetterlo in scena senza e con: senza Faber, l’enorme fascino della sua voce, l’interpretazione che ne fecero Claudio Bisio e Lina Sastri; con la passione, la disponibilità, la santa follia che fece di Francesco il menestrello di Dio e che ci auguriamo faccia di noi, oggi, i testimoni di uno spirito grande“.
All’allestimento curato da Pirani, che si avvale anche del coinvolgimento emozionale e allusivo di alcuni fotogrammi di Nostalghja, il Vangelo secondo Matteo e Nativity nei quali si immergono e da cui sembrano emergere le due voci narranti Mauro Morsucci e Caterina Fratesi, partecipano Francesca Galli e Ingo Pasquali; la direzione di scena è affidata ad Andrea Storoni, le luci sono di Giancarlo Balducci, l’organizzazione e la produzione esecutiva e cori di Vittorio Saccinto.
Arrangiamenti di Roberto Cerioni, alla chitarra c’è Giacomo Lanari.
Lo spettacolo sarà presumibilmente replicato nei teatri e in altri ambienti consoni all’aperto, a partire dal prossimo mese di maggio.
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