Morì affogata al Cesano di Senigallia, Comune assolto grazie ai cartelli
Una bimba perse la vita in un tratto di mare privo di servizio di salvataggio
Il Comune di Senigallia non ha responsabilità sulla morte della bambina che annegò nel tratto di mare situato vicino la frazione di Cesano. I fatti risalgono al 20 luglio 2003; la bambina si trovava in spiaggia con la sua famiglia quando in compagnia dei due fratelli maggiori entrò in acqua.
La tragedia si verificò in un tratto di mare senigalliese dove sono presenti le scogliere e quindi la formazione di pericolosi gorghi di risucchio; il dramma si consumò in pochi attimi ed oltre alla bambina, anche i fratelli rischiarono di perdere la vita. Imane, che aveva 18anni ai tempi dei fatti, venne tratta in salvo da un bagnino; Yassine, 14anni, prima di essere riportato a riva, cercò fino all’ultimo di soccorrere la sorellina ma purtroppo non ci fu nella da fare: il corpicino venne restituito dal mare il giorno seguente.
La famiglia della piccola, originaria del Marocco ma residente a Mondolfo, aveva chiesto tramite l’avvocato Giuseppe Croce un risarcimento di 510mila euro all’amministrazione comunale di Senigallia perché il pericolo presente in quel tratto di spiaggia non era sufficientemente segnalato.
Il giudice Lionello Rossino del Tribunale civile, in base alle testimonianze acquisite ha respinto tale richiesta in quanto il tratto di spiaggia incriminato era privo di servizio di salvamento ma erano stati predisposti cartelli che indicavano il pericolo in più in lingue.
E allora a cosa si appellava l'avvocato? che la spiaggia non fosse piena di cartelli che impedivano la visuale stessa del mare? ma anche l'avvocato come fa a portare avanti una causa del genere?
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