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Riforma Province, l’Idv Senigallia boccia la proposta del governo Monti

Abolizione da sola non può bastare, serve nuovo assetto, ma "ipotesi Monti è peggiorativa"

Le Province d'Italia

Noi dell’Idv Senigallia teniamo a ribadire quest’oggi che la battaglia sulla soppressione delle Province, portata avanti dall’Italia dei Valori non è stata una boutade del momento lanciata soltanto per fare colpo sull’elettorato.

L’Idv è da sempre favorevole all’abolizione di questi enti. Lo era quando ha presentato una proposta di legge, già discussa in parlamento, lo era durante le trascorse campagne elettorali e continuerà ad esserlo anche in futuro. Si tratta di un’ipotesi partita dalla rivisitazione di un quadro istituzionale nella sua visione più generale.

Siamo consapevoli che, parlando di risparmio e del taglio ai costi della politica, l’abolizione delle Province non possa bastare a risanare le casse dello Stato. Gli studi di settore ci dicono, infatti, che i costi relativi al mantenimento di questi apparati si aggirano intorno ai 122 milioni di euro, una cifra di per sé trascurabile.

La questione quindi non è economica o, per lo meno, non è soltanto economica, ma ruota intorno ad un segnale forte di cambiamento, di rivisitazione di tutto l’apparato istituzionale presente sul territorio che deve essere compiuta passo dopo passo. A nostro avviso il pericolo del passo compiuto dal governo Monti è quello di non riuscire nell’intento lasciando quindi le cose come stanno, ecco perché chiediamo che al più presto sia presa in considerazione la proposta di Idv.

L’abolizione delle Province, sarebbe un punto di partenza per una vera riforma di tutti gli enti territoriali che miri davvero alla sburocratizzazione del rapporto tra cittadino e istituzione e al progressivo avvicinamento di questi due soggetti. Senza scendere in polemiche con nessuno visto le numerose uscite al riguardo e iniziative pubbliche, chiediamo semplicemente il rispetto per più di 800 cittadini senigalliesi che hanno firmato per il disegno di legge costituzionale che l’Italia dei Valori ha proposto, raccogliendo complessivamente 420mila firme che chiedono che si discuta in Parlamento dell’abolizione delle Province e di una riforma degli Enti locali.

Con la proposta di iniziativa popolare abbiamo chiesto di trasferire le funzioni, che oggi spettano alle Province, in parte ai Comuni e in parte alle Regioni. Pur riconoscendo alle Province alcune funzioni importanti, spesso anche ben sostenute, conoscendo bene i compiti e i ruoli delle maggiori istituzioni sui territori, le Province, a differenza dei Comuni e delle Regioni, rappresentano gli enti che gestiscono meno deleghe e che, di conseguenza, risultano essere meno indispensabili. Lo diciamo in virtù del fatto che, come forza politica, siamo parte integrante delle istituzioni locali.

C’è da dire che la soppressione di tali strutture non può essere ridotta, però, ad una sostituzione con altre realtà che, in sostanza, mantengono comunque costi elevati. Per questo siamo contrari all’ipotesi elaborata da Monti che, è vero, immagina un risparmio sui costi degli amministratori ma, al tempo stesso, lascia spazio alla creazione di altri “carrozzoni” che diventerebbero presto notevoli fonti di spesa.

In pratica, secondo la proposta Monti, le amministrazioni provinciali scomparirebbero come organismi elettivi a suffragio popolare, i consigli sarebbero composti da 10 rappresentanti, contro i 12-18 di adesso, eletti dagli amministratori locali con compiti di coordinamento, mentre verrebbero abolite completamente le giunte. Circa 500 i consiglieri andrebbero a casa e a chi resta dovrebbe essere affidata una semplice “funzione di organi di controllo e di coordinamento“.

Dal punto di vista della rivisitazione del quadro istituzionale, l’ipotesi del governo è addirittura peggiorativa e non aiuta il necessario snellimento della burocrazia nel rapporto tra il cittadino e l’istituzione. In sostanza l’unica differenza che salta all’occhio è la sostituzione degli amministratori eletti con degli amministratori nominati.

Infine chiudiamo con la precisazione che abolire le province non significa assolutamente tagliare posti di lavoro, così come le competenze delle Province dovrebbero essere ripartite tra la Regione e i Comuni, allo stesso modo tutti i dipendenti provinciali sarebbero riassorbiti al livello inferiore e superiore.

Tutto ciò detto per ribadire che noi dell’Idv Senigallia ci impegniamo ogni giorno in un ruolo importantissimo all’interno delle istituzioni territoriali: quello di garantire ai cittadini che i loro diritti vengano rispettati.

di Stefano Canti

Commenti
Solo un commento
zse zsezse 2012-04-13 17:31:07
Un vero segnale di "forte cambiamento" sarabbe quello che l'IDV e gli altri partiti rinunciassero ai rimborsi elettorali gonfiati. 2000 Milioni a fronte di 500 milioni di spese sostenute: qui stà il risparmio, non nello scardinare le istituzioni per 122 milioni. 2000 milioni a fronte di 122, possibili subito con una piccola leggina peraltro voluta dal referendum degli italiani e senza scomdare costituzione e riforme epocali.
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