Scandalo fondi sottratti, Bossi si dimette: “Per il bene della Lega”
Decisione irrevocabile del fondatore e storico segretario durante il Consiglio Federale. Ma è divenuto presidente
Umberto Bossi non è più il segretario della Lega Nord. L’annuncio arriva durante il Consiglio Federale, svolto in via Bellerio, a Milano, il 5 aprile. Travolto insieme alla sua famiglia dallo scandalo del denaro sottratto al partito, il “Senatùr” ha rassegnato le dimissioni.
Il Consiglio ha preso atto della decisione di Bossi, ne ha accettato le dimissioni ed ha nominato alla guida della Lega un triumvirato composto da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago: tre figure che condurranno il partito fino al congresso che dovrà eleggere il successore di Umberto Bossi.
L’ormai ex-segretario è stato coinvolto nell’inchiesta che aveva già fatto cadere un’altra testa all’interno della Lega Nord, quella del tesoriere Francesco Belsito, su cui si indaga per fondi sottratti dalle casse del partito e, secondo l’accusa, destinati almeno in parte alla famiglia di Bossi, in particolare ai figli. Alle dimissioni del fondatore e storico segretario della Lega è però seguita la decisione, presa dal Consiglio Federale, di nominare lo stesso Bossi presidente del movimento politico.
Lui e tutto il resto dell'allegra brigata di xenofobi, nel 1992/93, si divertivano ad incassare consensi a seguito degli scandali legati a "tangentopoli" che coinvolsero tutti i grandi partiti del dopoguerra (DC-PSI-PCI in primis). Facevano gli spocchiosi con il loro "celodurismo" tutto macista.
Già pochi mesi più tardi, furono in prima fila nel votare la legge sui rimborsi elettorali, negando la sovranità (che appartiene per Costituzione) al popolo, che si era espresso CONTRO il finanziamento pubblico dei partiti nel referendum del 1993.
La cosa avrebbe dovuto puzzare non poco ai cittadini italiani tutti, ed agli elettori leghisti in particolare, visto che molti cominciarono a dare i loro consensi, proprio perchè si potevano presentare come "castie puri".
In questi anni, oltre alle trasformazioni, ai ribaltoni, alle sparate grosse, al porcellum, ed a qualche condannato per aver dato fuoco a campi Rom (e che hanno voluto ben ricompensare mandandolo a rappresentarci al parlamento europeo!), la Lega non ha espresso nulla, di ciò che non si fosse già abbondantemente a conoscenza sulla corrotta "prima repubblica", se non l'aver dato appoggio a quello che e' sicuramente stato il governo più inefficente, ridicolo e liberticida della Storia d'Italia. L'ultimo Berlusconi.
Il quadro che si sta delineando con le dimissioni di Bossi dopo 22 dalla giuda della Lega, e le pesanti accuse contro moltissimi suoi rappresentanti (Belsito, Rosy Mauro, Calderoli, oltre ovviamente al "Trota" ed al "Trotino"), e' evidente e sintomo della metastasi e del cancro che attanaglia questo paese.
Piuttosto buffo vedere un partito che si dichiara nordista, federalista financhè secessionista, che vede alcuni suoi dirigenti collusi con la 'ndrangheta calabrese, o intenti a riciclare denaro sporco in Tanzania (!).
La mia speranza, e' quella di non vedere un solo rappresentante di un solo partito italiano, commentare criticamente questa vicenda leghista.
Semplicemente per una questione di coerenza, visto che tra case di montecarlo, orgie a Palazzo Grazioli o nel letto di Putin, Cosentino/Dell'Utri (PDL), i vari Bisignani, Penati e Tedesco (PD), Cuffaro (UDC), Lusi (ex Margherita) e molti altri ancora, se la Lega piange, di certo il restante marciume della partitocrazia non ride.
Ai politici seduti adesso in Parlamento una sola domanda: In che cosa della politica dal dopoguerra ad oggi, a parte la nostra perfetta Costituzione con il suo unico "neo" dell'Art. 7, dovrebbero avere fiducia?
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