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Produzione didattica al Musinf di Senigallia per il Liceo Majorana di Roma

Katiuscia Biondi prepara una performance su gigantografie di Mario Giacomelli

Katiuscia Biondi prepara una performance per il Liceo Majorana di Roma

Produzione didattica di interesse nazionale in preparazione al Musinf. Nel settore il museo comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia ha in programma la realizzazione di un’importante performance in collaborazione con il Museo Didattico territoriale d’arte contemporanea di Roma (Muditac-Majorana).

Katiuscia Biondi, che coordina il corso di formazione di fotografia d’arte del Musinf, sta mettendo a punto, partendo da un’idea del prof. Carlo Emanuele Bugatti, i testi e la regia complessiva di una performance didattica dedicata alla presa di coscienza della fotografia d’arte.
La prima rappresentazione della performance si terrà il 5 maggio al Liceo Majorana di Roma. Attori della performance saranno gli studenti, che si misureranno nella lettura dei testi, immersi in una scenografia ambientale costituita da alcune gigantografie di immagini fotografiche appositamente scelte da Katiuscia Biondi tra le più significative di Mario Giacomelli.

Il temadella performance sarà quello della concezione stessa della fotografia giacomelliana come arte. I momenti della performance costituiranno la base per un quaderno didattico e per un film documentario dell’evento. Quaderno didattico e film verranno poi presentati in autunno sempre a Roma. Le linee operative complessive del progetto della performance sono stati illustrati da Katiuscia Biondi sabato mattina al Musinf nel corso di fotografia d’arte.

I testi di Katiuscia Biondi metteranno in luce la ricerca poetica di Mario Giacomelli e l’intero processo di elaborazione estetica che ha portato all’affermazione delle teorie innovative del Gruppo Misa di Senigallia, che è stato storicamente il primo ad aver teorizzato la fotografia come forma di arte autonoma.
L’assessore alla cultura Stefano Schiavoni ha segnalato che la produzione didattica della fotografia di Senigallia sta sollevando notevole interesse a livello nazionale, ma anche all’estero. Sull’argomento delle collaborazioni internazionali in programmazione l’assessore Schiavoni ha incontrato la settimana scorsa la dirigenza dell’accademia di Spalato, dove si organizza anche un’importante Biennale d’arte d’arte.

Commenti
Ci sono 2 commenti
Casimiro Mondino 2012-04-09 16:59:24
Suscita un certo disorientamento il dinamismo definitorio che sembra caratterizzare la cultura senigalliese. Il gruppo Misa viene fondato da Giuseppe Cavalli per creare un circolo di formazione alla cultura fotografica che possa produrre dei fotoamatori che abbiano poi la qualità necessaria per accedere al Circolo Fotografico La Gondola di cui Cavalli era membro. Di tutto il gruppo Misa solo Ferruccio Ferroni (che nella fase giovanile produsse fotografie assolutamente interessanti che facevano presagire ad un grande potenziale) entrò a far parte de La Gobdola. Gli altri membri rimasero figure marginali rispetto alla fotografia come forma di espressione artistica. Il successo dei fotomontaggi e dei grafismi di Giacomelli (per altro casuali e fondati su una sostanziale casualità ed approssimazione) non va posto in relazione con la fotografia ma con le dinamiche dell'arte contemporanea dinamiche in cui emergono possenti figure che poco hanno a che vedere con la storia dell'arte ma piuttosto con una ben definita forma di dinamismo meramente commerciale (basti pensare al movimento della trans avanguardia, o a fenomeni più recenti quali quello di Damien Hirst ed altri, dove la qualità artistica del lavoro non ha alcun significato ne interesse ma prevale la fascinazione pubblica il diventare fenomeo mediatico). Il gruppo Misa non fu mai un movimento artistico in nessun senso fu solo un circolo fotografico di avviamento all'arte fotografica che non è grafismo ne manipolazione ma fotografia (Steichen, Stieglitz, Arbus ecc...). Ora questa trasformazione risulta straordinariamente sorprendente da circolo di formazione a nucleo fondante della arte in fotografia. E' evidente che o tali affermazioni sono frutto di una forma comportamentale che per delicatezza potremmo ascrivere ad uno sciovinismo grossolano o sono frutto di una devastante ignoranza della storia della fotografia che nasce come mezzo di espressione artistica utilizzato innanzitutto dagli artisti per molti anni e sarà solo con il consumismo ed il boom economico che la fotografia diventerà (solo in apparenza) un mezzo di espressione popolare di cui si approprieranno anche persone senza cultura estetica. Da questa ondata di decadimento estetico culturale naceranno figure pseudo artistiche di stampo amatoriale che in circuiti specifici verranno impropriamente elevati a livelli inadeguati come ad esempio: Gianni Berengo Gardin, Nino Migliori, Luigi Ghirri, Fontana ed altri. Personaggi che esprimeranno un gusto ed una sensibilità marginale di stampo amatoriale che nulla ha a che vedere con l'arte fotografica come mezzo espressivo.
Casimiro Mondino 2012-04-09 17:46:04
Un ultimo elementare appunto: poichè il distacco della fotografia dalla pittura avvenne con la nascita della straight photography ad opera di Stieglitz, Strand ed altri grandi autori. E fu grazie a questo gruppo straordinario che la fotografia divenne una forma d'arte finalmente autonoma che ancora oggi evolve dentro dinamiche linguistiche proprie, peculiari ed ineludibili. Trovo di una volgarità indicibile che persone che si propongono come divulgatori pubblici, come specialisti della storia e della critica della fotografia, manifestino una totale mancanza di pudore attribuendo al gruppo Misa qualcosa che il grupo Misa non solo non ha fatto ma non avrebbe nemmeno potuto immaginare di poter fare. Infatti Giacomelli, il più noto di questo gruppo di fotoamatori, compie esattamente il processo opposto ovvero si esprime in una ambito tipico della pittura: grafismo, fotomontaggio e frattoise ovvero graffiatura della pellicola (tecnica sperimentata con risultati di ben altro livello da Max Ernst già negli anni 20).
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