I ragazzi del Perticari di Senigallia a teatro per… amore
Intervista agli attori della compagnia Escarramàn Teatro che hanno messo in scena "Los locos de Valencia"
“Gentili insegnanti, spesso, durante la stagione teatrale, quando le turneé si accavallano, quando alle 8.30 gli attori sono pronti dietro le quinte ma non è ancora arrivato l’ultimo gruppo di 80 studenti e dobbiamo chiamare l’insegnante per sapere dove si trovano… […] è vero, lo ammettiamo, in quei momenti desideriamo una pausa, una vacanza! Poi le attese vacanze arrivano, ma prima ancora che si concludano, cominciano a scalpitare e attendiamo con ansia il giorno di riapertura. Sentiamo la mancanza dello squillo dei telefoni, del ronzio dei server e dei fotocopiatori, del ticchettio delle tastiere, della voce di Marika al centralino che risponde alle Vostre chiamate a ritmo frenetico, della Vostra voce…“.
È questa l’introduzione edita sulla prima pagina del programma della stagione 2011-2012 della compagnia PalkettoStage di Busto Arsizio che ha permesso la messa in scena della famosa commedia di Lope de Vega, “Los locos de Valencia” – diretta da José Luis Matienzo – grazie alla compagnia Escarramàn Teatro alla quale hanno assistito due classi quarte del Liceo Perticari di Senigallia, indirizzo Scienze del Linguaggio, che a fine rappresentazione hanno intervistato gli attori spagnoli.
La commedia è stata rappresentata il 29 marzo al Teatro Italia di Ancona. Diretta da José Luis Matienzo, il protagonista è l’amore come sentimento “indifferente alla pazzia, vera o presunta“, ma soprattutto “autentico e incondizionato, sordo ad ogni forma di calcolo e ragionamento“.
Ed è proprio questo il filo conduttore che muove per il 2012 gli animi ai componenti della compagnia PalkettoStage, compagnia che nasce nel 1985 con un sogno: trasformare l’amore per il teatro in uno strumento didattico. Prima di tutto come supporto all’insegnamento delle lingue straniere e in seguito come mezzo di educazione globale.
Le produzioni di quest’anno – dicevamo – sono dedicate al sentimento universale per eccellenza che è capace di attraversare, indisturbato e prorompente, ogni epoca: l’amore.
La compagnia PalkettoStage ne mette in luce “ora il tratto frizzante, ora quello mercanteggiato, ora quello devoto all’attesa e poi ricompensato, ora quello non vissuto o solo assaporato“.
Lope Felix de Vega y Carpio nacque a Madrid il 25 novembre del 1562 e scrisse oltre tremila opere. Fu uno scrittore di rara intelligenza, che apprese l’arte di scrivere in versi fin dalla più tenera età, intraprese la carriera ecclesiastica e si dedicò alla poesia, comica e filosofica, prima di morire a Madrid il 27 agosto del 1635.
Lope de Vega scrisse “Los locos de Valencia” dopo un soggiorno a Valencia (1589-1590). Composta in versi nell’edizione originale, racchiude testimonianze sui trattamenti dei malati nel XVI secolo.
Due giovani finiscono nel famoso manicomio di Valencia per fuggire da realtà spiacevoli: Erifila vi è condotta a forza perché viene trovata in strada derubata e svestita dal domestico di cui era innamorata e con il quale era fuggita; Floriano entra nel manicomio fingendo di essere matto per fuggire da un’accusa di omicidio. I giovani si incontrano e si innamorano, ma le loro vicende si intrecciano con quelle dei matti e dei presunti sani, come Laida e Fedra. A quest’ultima, infatti, il medico prescriverà un finto matrimonio con Floriano per evitarle crisi isteriche: Erifila, ignara della farsa, si ingelosisce e scappa con Valerio, il migliore amico di Floriano, anch’esso innamorato della giovane. L’innocenza di Floriano viene a galla e Valerio rinuncia alla donna in nome della loro amicizia: i due protagonisti si sposeranno, imitati da Valerio e Fedra.
Alla fine dell’entusiasmante ed applaudita rappresentazione gli attori sono scesi tra i ragazzi per una breve intervista, disponibili a rispondere ad alcune curiosità.
Oltre a fare gli attori, fate anche altri lavori?
I ragazzi della compagnia Escarramàn Teatro amano il teatro e si dedicano intermente a questo tipo di carriera. Solo uno di loro ha anche un’altra professione: infermiere.
Dove avete preso i vostri vestiti così ben elaborati?
“I vestiti – spiega il regista José Luis Matienzo – sono stati cuciti da un sarto di Madrid“.
Quanti spettacoli mettete in scena in un anno?
“In questo anno metteremo in scena Los locos de Valencia ben 49 volte in città italiane differenti, come Palermo, Catania, Messina, Rimini, Bologna, Padova, Roma e Firenze, ma nel corso dello stesso anno rappresentiamo anche opere differenti. In genere gli spettacoli che facciamo all’anno sono cento, o anche di più“.
È difficile imparare i copioni a memoria?
“È il nostro lavoro, ci piace… i copioni riusciamo ad impararli molto velocemente, leggendoli più di una volta e facendoci correggere nell’interpretazione“.
La proposta teatrale è stata vicina al pubblico e all’integrità del testo, grazie all’aggiunta di musiche, canzoni e piccole coreografie in sintonia con il mondo giovanile. Il confronto e la discussione con gli attori, alla fine dello spettacolo, è stato inoltre il momento che ha avvicinato concretamente il teatro a chi vi partecipa.
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