Fli Senigallia: “Come fare i paladini degli immigrati senza ricordare il 21 marzo?”
Contro l'odio etnico-reigioso un invito a non abbassare la guardia
Senigallia, città accogliente, a vocazione (almeno a parole) multietnica ..ma distratta! Il 21 marzo era la giornata mondiale contro il razzismo, promossa dalle Nazioni Unite e celebrata in ricordo dei sessantanove manifestanti neri uccisi proprio il 21 marzo del 1960 dalla polizia del Sud Africa, presso Sharpeville, durante le proteste contro il regime dell’apartheid. Una giornata che dice no all’odio etnico e religioso su cui non è mai tempo di abbassare la guardia, e i recentissimi fatti di Tolosa sono lì a ricordarcelo.
Abbiamo affrontato di recente, e per questioni locali, i frettolosi giudizi di chi è abituato a parlare senza far nulla, giudicando un po’ approssimativa la gestione di tutta la questione immigrazione che si vive dalle nostre parti.
Ma noi di Fli abbiamo la forza di riconoscere i nostri errori, possiamo parlare a schiena dritta di tutti i temi, mentre altri, sempre preoccupati ad autocelebrarsi paladini degli immigrati, si scordano di una ricorrenza che si sarebbe rivelata mutilissima a focalizzare l’attenzione su un aspetto che dovremmo tenere caro e perennemente in evidenza.
Soprattutto nelle menti delle giovani generazioni sempre più fortunatamente a contatto con il mondo che li circonda, che si troveranno obbligatoriamente ad affrontare.
L’humus per una vantaggiosa convivenza però, che sia tale per tutti, va preparato nella previsione di ciò che ci attende non domani o dopodomani, ma sforzandoci per una visione di più lungo respiro.
Vero è che un corteo contro il razzismo lungo Corso II Giugno avrebbe potuto avere gli stessi effetti di un “saltare per la pace” o di un “abbracciamoci contro la fame nel mondo”, ma quello di scuotere le coscienze, o risvegliare qualche mente intorpidita, è un rischio che noi di Futuro e Libertà di Senigallia avremmo voluto che la città corresse e la prossima occasione, con buona pace di tutti, non ci vedrà guardare gli altri non fare nulla.
11.7.1991
«Io contesto che per l’Italia e per l’Europa la prospettiva di una società multirazziale sia ineluttabile. L’Occidente ha il dover di aiutare i popoli del terzo mondo, ma a casa loro. È demagogico lasciare che l’Italia venga invasa da migliaia di immigrati extracomunitari».
4.4.1992
«La società multirazziale è un ibrido meticciato che scatena solo guerre tra poveri».
20.9.1992
«Ci accusano di razzismo? Rispondo con una frase di Mussolini: “Il razzismo è la sovrana imbecillità, roba per popoli biondi”. La verità è che noi ci batteremo fino in fondo contro la nascita di una società multirazziale. Si illude chi la immagina pacifica. La massicce immigrazioni che incombono sull’Italia provocherebbero fenomeni di acuta tensione sociale. Più che aprire le frontiere, occorre aiutare i popoli del terzo mondo intervenendo con investimenti economici e produttivi. Vorrei solo ricordare che in Somalia ci rimpiangono ancora».
Questo era il vostro leader, Gianfranco Fini, prima di diventare un perfetto comunista!!!
Ricordatevi che la storia è parte integrante di noi...con le memorie corte non si va da nessuna parte, si collezionano figuracce su figuracce e ci si rende ridicoli.
Non mi dilungo nei ringraziamenti, avendolo già fatto nel mio precedente post.
Cordialità.
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