Arvultùra sulla vendita all’Erap degli immobili comunali di Senigallia
“Bene per l’edilizia residenziale, ora non si svenda il Musinf”
I ragazzi del movimento Arvultùra plaudono al coraggio dell’Amministrazione comunale in merito alla vendita dell’ex casa del custode (Opafs) e dell’ex scuola materna di S.Silvestro all’ERAP. Un plauso con riserva perché senza la mobilitazione dei giovani dell’Arvultùra, senza il coinvolgimento forte del tessuto cittadino, forse non si sarebbe arrivati allo stesso risultato.
Risultato cui hanno contribuito anche le associazioni e le forze politiche, interne ed esterne alla maggioranza, così da creare, forse per la prima volta a Senigallia, un movimento allargato che aveva in mente due obiettivi.
Il primo era quello di puntare i riflettori sulla scarsità di sedi per le associazioni culturali, sportive, politiche e ambientaliste della città, tra cui anche il Mezza Canaja. Questione poi risolta con l’entrata nell’edificio di via Abbagnano, in “coabitazione” con l’Associazione Bubamara.
Ma il secondo obiettivo, più a lungo termine, era quello di far emergere il tentativo di svendita del patrimonio pubblico e lo stato in cui versava la politica abitativa sociale dell’Amministrazione comunale, dove l’edilizia residenziale – secondo i giovani di Arvultùra – è praticamente ferma da anni.
Con i riflettori puntati addosso, con le pressioni dei partiti e del mondo associativo e culturale, la strategia della Giunta è passata da chiusura ad apertura nei confronti di chi contestava un certa linea politica.
Il risultato? Oltre ad aver ottenuto una sede per i giovani che avevano occupato lo stabile di viale IV Novembre, due immobili dei cinque messi in vendita sono stati ceduti all’Erap per ricavarne due o quattro sedi per nuclei familiari. “Anche se non rappresenta una svolta nei confronti di quanti hanno bisogno – ma non i mezzi – per una casa a Senigallia, – affermano Nicola Mancini e Alessandro Genovali – rimane pur sempre un segnale sociale e politico importante per la città. Se le case diventeranno una realtà, ciò è anche merito della lotta politica messa in campo: grazie alla contestazione, avvenuta anche attraverso metodi illegali, si sono ottenuti due risultati importanti. E questa non è una vittoria dell’Arvultùra, ma dell’intera città”.
Una questione diversa è quella riguardante invece il Musinf. L’immobile storico, in pieno centro senigalliese, rappresenta un altro cardine attorno a cui si sono mossi gli uffici comunali per far quadrare il bilancio. L’appello è lo stesso, non lo si svenda ai privati ma lo si utilizzi per dare risposte alla città: “La Giunta metta in campo lo stesso coraggio dimostrato fin qua e non privatizzi un edificio storico, punto di riferimento della cultura a Senigallia”.
A conclusione dell’intervento un suggerimento per l’Amministrazione: “Altri passi, nelle politiche abitative di Senigallia, si potrebbero fare con i circa 5000 appartamenti sfitti, così da equilibrare il gap tra domanda e offerta”.
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