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L’IDV Senigallia interviene sulle unioni civili: “Non sono anti-costituzionali”

Canti: "Rispettare le idee di tutti, senza rischi di creare diverse categorie familiari"

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Matrimonio gay

Ringrazio della replica e dell’attenzione posta sul tema il Consigliere del Gruppo misto Maurizio Perini. Certo è che siamo su due poli opposti, essendo il Consigliere conservatore e noi dell’Idv un partito nell’area progressista europea.

Ma sottolineo che sono felice che ci sarà una condivisione sul tema in Commissione per rispettare le idee di tutti e le sensibilità di tutti e che si sia già aperto un dibattito che di sicuro arricchisce la pratica.

Se il rischio è “di ridurre le risorse a favore delle coppie coniugate allargando la platea dei beneficiari”, questo, a mio avviso è un problema non esistente, e, per di più, rischia di far nascere categorie familiari di diverso livello e di far cadere il dibattito nella demagogia.
Su questo ultimo punto, visto che la replica nasce da mie risposte a delle specifiche domande durante un’intervista riportate dalla stampa in maniera (come giusto che sia) libera, posso assicurare che non metto assolutamente in dubbio la buona fede del Consigliere del Gruppo misto.

Quindi, gli spiego meglio, se il problema, allargando la platea dei beneficiari, è quello di ridurre i contributi per le famiglie, è evidente che così si creino famiglie di serie A, di serie B, di serie C. E questo non è possibile in uno Stato laico dove non ci dovrebbero essere differenze davanti alla legge. Un discorso del genere – purtroppo, a mio avviso – è demagogico perché non esiste da nessuna parte un problema economico per via del riconoscimento delle Unioni Civili, che sono ricordiamo coppie eterosessuali e omosessuali fortemente presenti nella nostra società. E perché con le Unioni Civili nessuno mette in dubbio il valore della famiglia.

E ora rispondo al secondo tema in questione. Non è assolutamente vero che il matrimonio gay non è previsto dalla Costituzione. Riprendendo un articolo di Ivan Scalfarotto (Pd) che condivido per l’esattezza dei contenuti “la Corte Costituzionale, nella sua sentenza 138/2010, ha dichiarato di non essere in grado di estendere con una sua sentenza la nozione di matrimonio alle coppie gay, ma che il parlamento potrebbe (e dovrebbe) legiferare per tutelare le medesime coppie. Qualcuno ha voluto leggere in quel passaggio della sentenza un limite al parlamento che invece non c’è: la Corte infatti non ha escluso che le Camere legiferino nella direzione del matrimonio gay. Eppure su questo equivoco, taluni ritengono che il matrimonio gay sia anticostituzionale in Italia e questo legittima questo o quello a fare dichiarazioni sulla parola “matrimonio” come patrimonio esclusivo delle coppie eterosessuali“.

Giusto, a mio avviso, anche ricordare le parole del sottosegretario per l’uguaglianza in Gran Bretagna Lynne Featherstone, conservatrice: “Il matrimonio non è una lotta tra diritti gay e credo religiosi”.

Ringraziando ancora il Consigliere del Gruppo misto Maurizio Perini, lo saluto con affetto e profonda stima.

di Stefano Canti

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