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Più turismo e meno tasse è l’invito della Fiamma Tricolore di Senigallia

De Amicis: "La battaglia su Imu, Iva e tassa di soggiorno non si fa con lettere aperte"

La Spiaggia di Velluto di Senigallia

L’anno scorso, nel mese di dicembre, noi della Fiamma Tricolore, avevamo suggerito al sindaco Mangialardi di rinviare l’approvazione del bilancio preventivo 2012. Infatti nel prossimo consiglio comunale, è previsto un ritocco delle aliquote IRPEF e le relative fasce di contribuzione precedentemente e inutilmente definite, in modo da equilibrare l’IMU, la nuova tassa introdotta dal governo Monti, la tassa di soggiorno e l’eliminazione dell’addizionale regionale sulla benzina per l’alluvione del 2011.

A proposito dell’IMU volevamo dire che a Senigallia ancora una volta emerge l’assoluta incoerenza di partiti che a livello nazionale sostengono i provvedimenti del governo Monti-Goldman-Trilateral-Bilderberg per poi contrastarli a livello locale perché scoprono ledere gli interessi delle proprie clientele elettorali a seconda che si parli di negozi, laboratori artigianali, capannoni, magazzini e alberghi.

Chiediamo quindi alla sig.ra Allegrezza e al consigliere Rimini di rivolgersi direttamente ai propri referenti nazionali e di riportare il dibattito e la discussione a Roma perché la battaglia sull’IMU e l’IVA al 23% va fatta in Parlamento e non sui giornali, con “lettere aperte”, o in consiglio comunale.

Ma aldilà di questo noi della Fiamma Tricolore volevamo mettere in risalto un aspetto che riteniamo importante: nel dibattito di questi giorni si discute solo ed esclusivamente di tasse. E’ chiara ed evidente una mentalità vecchia, obsoleta tipica delle amministrazioni PCI-PSI-DC degli anni ’70. Mentalità che non può appartenere ad una classe dirigente che nonostante negli ultimi venticinque anni si sia auto-definita liberale e liberista e abbia cambiato nome nel corso degli anni (PCI-PDS-DS-PD) non è in grado di elaborare un progetto che vada oltre la tassazione.

Che cosa vogliamo dire? Che se il Patto di stabilità interno (introdotto da Prodi) pone nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, un vincolo di spesa con l’obiettivo di evitare disavanzi eccessivi e di rispettare gli impegni programmatici di cui il Governo centrale risponde di fronte alle istituzioni comunitarie, l’amministratore locale (il sindaco) per mantenere lo stesso livello di servizi, deve reperire quelle risorse che non provengono più dal governo centrale.

Ecco perché ad esempio tutto il comparto del Turismo (ceto produttivo) non va “spremuto”, ma considerato come una leva strategica politica per le casse comunali. Innanzi tutto il problema non lo si affronta nominando un manager o il presidente di commissione (pratica da prima repubblica), ma costruendo un progetto. Prima di tutto è ora che a Senigallia si faccia una SCELTA, punto cardine da cui partire. Quale tipo di Turismo per la città? Come Sharm el Sheik? Come Ibiza? Come Rimini? Assolutamente no.

La Confartigianato ci fa sapere che il turista che sceglie Senigallia ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, viaggia in coppia o in famiglia con figli fino a 14 anni e utilizza principalmente l’auto. Ma soprattutto cerca l’autenticità: storia, natura, arte, enogastronomia, in poche parole vuole naufragare in quello che noi della Fiamma Tricolore abbiamo più volte chiamato genius loci, l’anima, la specificità della Spiaggia di Velluto, unica in tutto il mondo.

Motivo che dovrebbe una volta per tutte far capire all’assessore Ceresoni di smetterla con le infinite varianti a pillola che cementificano e mortificano la Spiaggia di Velluto e di spostare l’attenzione nei riguardi di una maggiore integrazione urbanistica-mobilità-turismo.

Scelta strategica che darebbe una risposta definitiva anche a situazioni più complicate: è giusto estrapolare l’Hotel Bagni dal suo comparto d’area? Come inserire il comparto in armonia con il porto, l’ex-italcementi, il centro storico e il turismo? E’ giusto cementificare la città per riscuotere gli oneri di urbanizzazione o vendere edifici pubblici (pagati da noi contribuenti) come ad esempio lo IAT?
No perché l’ultimo governo Berlusconi ha introdotto la tassa di soggiorno, risorsa che dovrebbe essere utilizzata proprio per ripristinare il genius loci (mare, spiagge), i servizi connessi, l’assetto complessivo della località, adeguare le strutture ricettive pubblico-private, oltre alla professionalità ed all’ospitalità offerte in stretto rapporto con i costi, cioè migliorare tutto il comparto Turismo (alberghi, ristoranti, bar, stazioni balneari, campeggi), in maniera tale da diminuire la distanza che c’è tra domanda e offerta.

Dal nostro punto di vista sarebbe anche una vittoria dal punto di vista culturale. In un mondo globalizzato, Senigallia non deve accettare il ricatto di abbassare la qualità della propria offerta, trasformandosi in spiaggia del terzo mondo, ma riscoprire e rivalutare il proprio unicum.

Quindi al sindaco Mangialardi suggeriamo di sciogliere il nodo il più presto possibile affinché la città torni ad essere la Spiaggia di Velluto, a ricoprire quel ruolo che ha sempre avuto e soprattutto essere protagonista nel III millennio.

da Riccardo De Amicis

Commenti
Solo un commento
Marcello Liverani
Marcello Liverani 2012-03-21 19:31:37
Bravo Riccardo, hai messo in risalto le cose giuste. Specialmente quella "molto simpatica" che in ambito locale si fa finta di essere contrari a nuove tassazioni, quando invece in aula, nel Parlamento Italiano, sia il PDL che il PD appoggiano le scelte di Monti votando a favore. Chissà se i cittadini riescono a capire che vengono costantemente presi per i fondelli da questi politicanti allo "sbaraglio".
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