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Tennistavolo, Massimo Costantini racconta a Senigallia Notizie la sua vita negli States

L'allenatore senigalliese, votato miglior tecnico al mondo, vive e allena in California da oltre un anno

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Michele da Ale
Massimo Costantini alla guida della squadra dell'ICC team di tennistavolo

Un senigalliese di successo oltreoceano.
Gli Stati Uniti sono grandi e popolosi, ma lui, almeno nel suo ambiente, è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare, sfondando in quella che è la sua professione ma anche la sua passione fin da bambino.

Massimo Costantini, classe 1958, a Senigallia non ha bisogno di troppe presentazioni: senigalliese doc, fu il leader in campo del grande Tennis Tavolo Senigallia che negli anni ’70, senza stranieri e con soli giocatori locali, dominava la scena a livello nazionale e rendeva la Spiaggia di Velluto “La città del tennistavolo” (anzi, “del ping pong“, come intitolava un suo splendido libro il maestro Enzo Pettinelli), almeno in ambiente sportivo.

Non era stato ancora costruito il funzionale ed ancor oggi attivo Centro Olimpico, che anzi arrivò proprio nel momento in cui, nei primi anni ottanta, le difficoltà economiche stavano allontanando la squadra di Senigallia dai vertici nazionali.
E mentre l’addio alla serie A si ultimava, Costantini continuava a giocare altrove, arrivando a disputare, primo italiano nella disciplina, un’Olimpiade (Seoul, 1988).

Tornato poi da giocatore a Senigallia nella seconda metà degli anni novanta per riconquistare una serie A svanita di nuovo dopo poche stagioni, da qualche anno ha intrapreso una sempre più brillante carriera da tecnico, che lo ha visto già spostarsi in più continenti.
Dalla nazionale italiana agli Emirati Arabi, all’India, e, da ormai oltre un anno, negli Stati Uniti: a Milpitas, in California, dove sta preparando per conto dell’ICC (Indian Community Center) alcuni dei migliori prospetti a stelle e strisce in vista delle Olimpiadi di Londra 2012.

In fondo, è anche lui un esempio di “fuga di cervelli” dall’Italia, dove la sua avventura alla guida della adesso derelitta nazionale azzurra è rimpianta da più parti.
Negli States, si è fatto subito apprezzare, tanto da venire votato dalla Federazione Usa come miglior coach al mondo dell’anno 2011 (Premio “Coach of the Year 2011“).

A Senigallia Notizie, Costantini non parla soltanto di questo, e racconta dagli Stati Uniti la vita di tutti i giorni, lontano dalla casa senigalliese e dalla sua famiglia.

Venire eletto ‘Coach Of the Year 2011è stata una grande soddisfazione, anche perché a votare sono stati pure tanti colleghi – spiega il tecnico – Per il resto, sono qua da oltre un anno e vivo ancora in albergo, i costi delle case sono altissimi. Alleno 40 ore ogni settimana, praticamente tutti i giorni, seguendo l’attività che si svolge su una decina di tavoli di gioco. Può capitare di allenare una giocatrice molto forte, che magari si sta preparando per le Olimpiadi, e qualche attimo dopo di seguire il bambino di nove anni agli esordi con la racchetta in mano. Quindi occorre elasticità, perché ciò è indubbiamente stimolante, ma anche faticoso“.

Finita la giornata lavorativa raramente ci sono tempo e voglia per svagarsi – continua Costantini – ma chiaramente ho alcune amicizie, più che altro nell’ambiente pongistico. Mi piace il concetto di amicizia che hanno gli americani: da noi ci si sente amici finché non si dimostri il contrario, qua si è estranei finché non si dimostri chiaramente l’amicizia. C’è però un po’ di diffidenza, anche nei luoghi dove cominciano a conoscerti perché li frequenti abitualmente (bar, ristoranti), benché ti rispettino, rimani comunque ancora percepito come esterno alla comunità“.

La città dove vivo e alleno, Milpitas, è nella Silicon Valley – aggiunge l’ex campione – e non è molto più popolosa di Senigallia, avendo circa 60.000 abitanti, Tuttavia è praticamente unita a San Jose che ne ha un milione ed è la terza per abitanti della California. Ad appena 40 miglia c’è San Francisco, Los Angeles dista circa sei ore e Las Vegas nove. La chiamano Sunny California: nei giorni che nelle Marche nevicava, a febbraio, qua c’erano anche 17 gradi“.

Tornando al lavoro, Costantini non fa programmi a lunga scadenza: “Esatto, anche perché di fatto non è possibile farli. Qua, i contratti biennali non esistono. Si ragiona di anno in anno. Non è un problema, sono ormai abituato da oltre un decennio a vivere concentrandomi sugli obiettivi più immediati e per i quali sono stato scelto“.

Che, tra qualche settimana, saranno le qualificazioni olimpiche, tutt’altro che semplici “perché la selezione per gli atleti è durissima e non guarda in faccia a nessuno, esiste una meritocrazia molto rigida“.

E Senigallia? “Beh, manca. Tornerei anche ogni settimana, ma direi che sarebbe un po’ difficile…Son venuto in città nel periodo natalizio, e conto di tornare proprio dopo le qualificazioni olimpiche nord-americane previste per il 20-22 aprile. Faccio di tutto per rivedere la mia famiglia, i senigalliesi, e il mio amato centro storico almeno tre o quattro volte all’anno“.

E magari, al prossimo ritorno, questo cervello senigalliese in fuga verso il successo oltreoceano, avrà un nuovo trionfo sportivo da raccontare.

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