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La senatrice Amati (Pd): “Evitabile lo spostamento del Dipartimento militare”

Il non trasferimento da Ancona non pregiudicherebbe la Regione Adriatico-Ionica

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Scorcelletti - Laboratorio Analisi
NON USARE Macroregione adriatico-ionica

Nessuna scelta definitiva sul Dipartimento militare marittimo di Ancona è stata ancora presa, per cui è ancora possibile agire a livello politico e istituzionale per scongiurarne lo spostamento a La Spezia“. Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati.Affermazione fatta assieme a Marina Magistrelli dopo la risposta all’interrogazione delle senatrici “Sullo spostamento delle funzioni del Dipartimento militare marittimo di Ancona a La Spezia” che oggi ha dato il sottosegretario di Stato alla Difesa Gianluigi Magri in Commissione Difesa del Senato.

Secondo il Sottosegretario – sostengono le senatrici – l’ipotesi di chiusura rientra nel quadro della complessiva riorganizzazione dello strumento militare e dunque di misure “tendenti ad eliminare ridondanze e inefficienze”, in un’ottica di risparmio e razionalizzazione delle risorse.

Il Sottosegretario ha fatto riferimento altresì ad uno studio della Marina Militare che dove sono previste tre sole sedi, localizzate a Taranto, La Spezia e ad Augusta”.

L’eventuale soppressione della sede di Ancona, ha assicurato il sottosegretario – riferiscono le senatrici – non viene comunque considerata tale da pregiudicare il valore della istituenda Regione Adriatico-Ionica, di cui si conferma l’importanza economica e di rilancio per lo sviluppo.

Secondo il Sottosegretario Magri, nessuna scelta definitiva è stata ancora assunta in merito, resta dunque uno spazio politico ed istituzionale entro il quale la regione Marche, ma anche altri soggetti, possono far sentire la loro voce“.

La stabilità politica dell’area balcanica – sostengono le senatrici – è un bene da poco acquisito, tanto che ancora restano attive le missioni internazionali presenti nell’area, mentre continua a meritare un’attenzione particolare il quadro offerto dal Kosovo.

Sta dunque alla comunità politica delle Marche – concludono le senatrici Amati e Magistrelli – il compito di lavorare per scongiurare quello che rischia di risolversi in un ulteriore depauperamento del territorio, con possibili conseguenze anche in area adriatico/balcanica“.

“Nessuna scelta definitiva sul Dipartimento militare marittimo di Ancona è stata ancora presa, per cui è ancora possibile agire a livello politico e istituzionale per scongiurarne lo spostamento a La Spezia”. Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati.

Affermazione fatta assieme a Marina Magistrelli dopo la risposta all’interrogazione delle senatrici “Sullo spostamento delle funzioni del Dipartimento militare marittimo di Ancona a La Spezia” che oggi ha dato il sottosegretario di Stato alla Difesa Gianluigi Magri in Commissione Difesa del Senato.

“Secondo il Sottosegretario – sostengono le senatrici – l’ipotesi di chiusura rientra nel quadro della complessiva riorganizzazione dello strumento militare e dunque di misure “tendenti ad eliminare ridondanze e inefficienze”, in un’ottica di risparmio e razionalizzazione delle risorse.

Il Sottosegretario ha fatto riferimento altresì ad uno studio della Marina Militare che dove sono previste tre sole sedi, localizzate a Taranto, La Spezia e ad Augusta”.

“L’eventuale soppressione della sede di Ancona, ha assicurato il sottosegretario – riferiscono le senatrici – non viene comunque considerata tale da pregiudicare il valore della istituenda Regione Adriatico-Ionica, di cui si conferma l’importanza economica e di rilancio per lo sviluppo.

Secondo il Sottosegretario Magri, nessuna scelta definitiva è stata ancora assunta in merito, resta dunque uno spazio politico ed istituzionale entro il quale la regione Marche, ma anche altri soggetti, possono far sentire la loro voce”.

“La stabilità politica dell’area balcanica – sostengono le senatrici – è un bene da poco acquisito, tanto che ancora restano attive le missioni internazionali presenti nell’area, mentre continua a meritare un’attenzione particolare il quadro offerto dal Kosovo.

Sta dunque alla comunità politica delle Marche – concludono le senatrici Amati e Magistrelli – il compito di lavorare per scongiurare quello che rischia di risolversi in un ulteriore depauperamento del territorio, con possibili conseguenze anche in area adriatico/balcanica”.

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