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Crisi dell’edilizia a Senigallia: chiuse 5 attività al mese

Appello CNA alle P.A.: investire in riqualificazioni, saldare i crediti e sbloccare i finanziamenti

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Edilizia: il cantiere dell'autocostruzione a Senigallia

Investire nella riqualificazione urbana e nell’efficienza energetica, saldare i crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione e suonare la sveglia al sistema creditizio, che frena chi costruisce e chi acquista“. Questi secondo la CNA di Senigallia i temi “caldi” su cui fa vertere un serio dibattito per salvare l’economia senigalliese, al palo dopo tre anni di crisi e recessione.

Il Segretario di zona Massimiliano Santini è chiaro nell’affermare che “la recessione economica ha spazzato via in Italia, negli ultimi tre anni, 300mila posti di lavoro nel settore dell’edilizia. C’è stato un calo del 30% degli investimenti in opere pubbliche e l’edilizia privata è ferma“.
Senigallia purtroppo segue la media nazionale, ma il peso e la centralità economica nel territorio è altissima, con oltre 800 attività che interagiscono con il settore.

Nella provincia di Ancona la crisi si è fatta particolarmente pesante, tant’è che il totale dei lavoratori delle costruzioni transitati attraverso gli ammortizzatori sociali è stato di 2.660 unità su un organico aziendale di 6.089 unità.

Nel 2011 l’edilizia è ricorsa alla cassa integrazione per ben 334.705 ore.
La crisi nelle costruzioni è caratterizzata da un forte ricorso alla cassa integrazione in deroga che raggiunge una percentuale sul totale del 14,00%, quando in regione la stessa si assesta sul 11,10%. La cassa integrazione straordinaria raggiunge invece il 23,54%.

Questo scenario – commenta Santini insieme al Responsabile Cna Costruzioni Giuseppe Maddaloni – mostra che le difficoltà nelle costruzioni perdurano da lungo tempo e siamo preoccupati perché gli ammortizzatori sociali non potranno essere garantiti ancora per molto. Il Presidente e segretario della CNA Costruzioni chiedono l’estensione delle tutele ai lavoratori dell’edilizia favorendo l’intreccio tra ammortizzatori sociali, formazione e collocamento al lavoro. Secondo i dati registrati dalla Cassa edile artigiana Cedam negli ultimi tre anni si è perso il 30% di addetti“.

A questi dati davvero preoccupanti si aggiungono alcuni fattori che stanno determinando la chiusura di migliaia di imprese. Da mesi, l’Associazione denuncia un fortissimo razionamento del credito verso tutto il settore.
Comprendiamo la necessità di seguire la strada del rigore per consolidare i conti pubblici, ma in questa fase recessiva – affermano Santini e Maddaloni – non possono mancare misure per la crescita che pongano al centro delle politiche economiche gli investimenti in infrastrutture ed i provvedimenti di sostegno per l’edilizia privata“.

La Cna ha le idee chiare e pone al centro della dialettica sindacale tre temi: l’agevolazione alla ristrutturazione, l’efficienza energetica e la riqualificazione urbana. Dunque un chiaro impegno diretto a favorire gli investimenti nell’ammodernamento e nella rigenerazione delle nostre città, in grado di aumentarne l’efficienza e la qualità della vita dei cittadini.

La CNA chiede l’immediata apertura di tavoli di confronto a tutti i livelli degli enti locali a partire dalla Regione ed in ogni comune, per l’attuazione di norme che semplifichino e agevolino gli interventi di riqualificazione e di ristrutturazione del costruito e del tessuto urbano in generale; mentre al sistema bancario si chiede un allentamento della stretta creditizia, oltre ad incentivi e finanziamenti mirati per interventi di ammodernamento e di riqualificazione.

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