Sono rimasto piuttosto sconcertato dall’articolo apparso su Senigallia Notizie a firma della Fiamma Tricolore. Facendo ormai politica da tanti anni non mi scandalizzo certo per le polemiche anche aspre che possono divampare tra le diverse parti politiche, che anzi rappresentano un naturale corollario della democrazia.

Tuttavia nel pezzo in questione non si riesce a scorgere alcun argomento polemico o dialettico che non sia quello di spargere fango ed insinuare dubbi sull’onorabilità di chi, come il sottoscritto, ha la sola colpa di pensarla diversamente dagli estensori dell‘articolo.

Falso è innanzitutto l’assunto di partenza, quello che sarebbe alla base del mio presunto conflitto d’interessi. Infatti io sono un medico di famiglia e pertanto non sono sottoposto gerarchicamente  al direttore dell’ASUR. Della mia professionalità rispondo essenzialmente ai pazienti (che sono tanti e li ringrazio per questo) i quali mi hanno scelto come proprio medico di fiducia.

Ed allora cosa dovrei fare, secondo la Fiamma Tricolore nel mio mandato di assessore, dovrei occuparmi di organizzare qualche congresso sulla sanità oppure impegnarmi direttamente sui temi che riguardano la qualità della salute del nostro territorio, parlando naturalmente con coloro che detengono responsabilità in questo campo?

Quanto ai presunti vantaggi (espressione offensiva rispetto alla quale ho già dato mandato di approfondirne le implicazioni di carattere legale) che potrei trarre dalla mia appartenenza partitica, la mia storia politica è là a dimostrare come sono le mie idee (giuste o sbagliate a seconda dei punti di vista) soltanto ad orientare i miei comportamenti o le mie scelte, per le quali sono abituato sempre a rispondere e a pagare di persona.