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Senigallia, dizionario di repubblicani, mazziniani e democratici delle Marche

Il 4 marzo presentazione dell'opera del prof. Severini, "strumento valido scientificamente e utile civilmente"

Marco Severini

Verrà presentato domenica 4 marzo, alle ore 18, presso il Centro Cooperativo Mazziniano di Senigallia (via Chiostergi, 10) l’ultima opera di Marco Severini, “Dizionario biografico del movimento repubblicano e democratico delle Marche 1849-1948” (Edizioni Codex, Milano 2012, pp. 329). Il Dizionario è un vasto repertorio che analizza quattro distinte generazioni di repubblicani e democratici marchigiani che, tra la metà dell’Ottocento e l’avvento della Repubblica italiana, hanno offerto un contributo determinante alla costruzione dell’Italia democratica.

Ospitiamo sul libro la recensione del prof. Riccardo Paolo Uguccioni, presidente della Società pesarese di studi storici.
Il lavoro proposto da Marco Severini, docente di Storia del Risorgimento all’università di Macerata, consente di esplorare, fra Otto e Novecento, le vite di tanti marchigiani che si sono riconosciuti, e hanno operato, su posizioni mazziniane, repubblicane e democratiche.

Il Dizionario, frutto di anni di ricerca, esplora l’ambito politico definito da una precisa militanza.
Dunque non si troveranno – afferma l’Autore – i patrioti e i combattenti privi di una specifica identità politica né i tanti esponenti del liberalismo progressista che ricoprirono per più di mezzo secolo posti di responsabilità nelle amministrazioni pubbliche e nella deputazione parlamentare marchigiana.

Ovviamente qualche eccezione si è dovuta fare poiché i confini nelle appartenenze politiche dell’Italia liberale non sono sempre stati netti: quindi si sono biografati i figli di una radicata cultura repubblicana che hanno poi preso strade differenti, come Augusto Elia, e gli esponenti di correnti democratiche contigue al mondo liberale come Giuseppe Ignazio Trevisani“.

Grazie al Dizionario lo storico e il lettore hanno oggi a disposizione uno strumento valido scientificamente e civilmente utile: 167 profili corredati da un apparato critico e bibliografico.

Le vite dei biografati sono spesso dei piccoli modelli di cittadinanza. E non mancano le donne: da Alda Aghi, nel secondo dopoguerra assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Ancona, a Sara Levi poi maritata Nathan, pesarese d’origine, inglese d’adozione, amica e sostegno di Giuseppe Mazzini, fino a Giulia Berna, che nel 1906 assieme ad altre colleghe maestre (tra cui Luigia Mandolini) fu protagonista di un episodio di splendida rivendicazione del diritto di voto.

Il Dizionario delinea con particolare attenzione le vicende di alcuni gruppi familiari come i Cattabeni (Andrea e Vincenzo) di Senigallia, i Paterni (Gaetano e Mario) di Pesaro, i Colocci di Jesi, i fratelli Francesco e Alessandro Archibugi di Ancona, che caddero entrambi in difesa della Repubblica romana; o gli Elia della stessa città: Antonio, sostenitore della Repubblica romana, fucilato nel 1849, e suo figlio Augusto, garibaldino nel 1860, poi deputato e amministratore dalla complessa personalità Ma qui si trovano moltissime figure, anche diverse fra loro, da Lamberto Duranti, repubblicano di Ancona, interventista, volontario “garibaldino” nelle Argonne, che cade sul fronte francese nel gennaio 1915, al più noto Giuseppe Leti, fermano, avvocato civilista, massone, storiografo, sorvegliato dal regime fascista e morto in esilio a Parigi.

Il Dizionario finisce per delineare la storia del movimento repubblicano nelle Marche. Sfilano casi di esemplare intransigenza, come quel Giovanni Falleroni, eletto a Macerata, che nel 1882 si presenta a Montecitorio solo per ribadire che non giurerà.

Vi si trovano i profili dei quattro caduti marchigiani della Settimana rossa: Niccolò Riccioni, Nello Budini, Antonio Casaccia, e Attilio Giambrignoni, i cui dati anagrafici erano fino ad ora incompleti o inesatti.

Sono poi delineate le vicende che portano al ventennio fascista.
Infine una generazione di militanti repubblicani contribuisce ai lavori della Costituente: in particolare il senigalliese Giuseppe Chiostergi (1889-1961), interventista e volontario garibaldino nel 1914, poi antifascista e esule, nel 1946 eletto alla Costituente, sottosegretario al Commercio estero con De Gasperi, deputato al primo parlamento repubblicano e vicepresidente della Camera; e Giovanni Conti da Montegranaro (1882-1957), iscritto al Pri fin dal 1896, schedato come sovversivo, militante nella sinistra del partito, poi interventista, deputato nel 1921 e 1924, più volte aggredito, dichiarato decaduto dal mandato parlamentare nel 1926: vent’anni dopo, nel 1946, è eletto alla Costituente dove si impegna in particolare per l’indipendenza della magistratura.

Sono uomini – scrive Severini – che contribuirono con impegno e originalità ai lavori di quell’Assemblea Costituente che era stata vaticinata da Giuseppe Mazzini“.

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