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Omicidio Taurino, forse altri complici nel delitto di Ripe

Contraddizioni nelle testimonianze della vicina e dell'amico albanese, nuove indagini

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Caserma dei Carabinieri di Senigallia

Vi potrebbero essere altri complici nella vicenda del delitto di Ripe, in cui è rimasto ucciso, il 20 ottobre 2011, un commerciante pugliese, Luigi Taurino.

Dalle testimonianze dei due albanesi arrestati, Suela Arifaj, vicina di casa del 35enne, e Marku Jatmir, un giovane 24 anni venuto – sembra – apposta per una spedizione punitiva, sarebbero emerse incongruenze che hanno spinto il Pm Giovanna Lebboroni ad avanzare richiesta di confronto delle due testimonianze.

Insomma, nulla di certo, solo un ulteriore passo per far luce su un brutale omicidio a cui ha preso materialmente parte anche un terzo uomo, Myrteza Arifaj, fratello della giovane donna, latitante forse in Albania e ritenuto uno degli esecutori del taglio alla gola, fatale per l’uomo originario di Cerignola (FG).

La richiesta del PM è stata avanzata dopo che altre incongruenze emersero anche nell’interrogatorio di garanzia: la donna avrebbe cercato di dissuadere il fratello e l’amico dall’intento, mentre lo stesso amico ha sostenuto di non sapere che cosa volesse fare Myrteza, né la ragione del suo viaggio in Italia.

Intanto la vedova del commerciante pugliese, Angela Taurino, si è presentata alcuni giorni fa ad Ancona dal Pm Lebboroni per ricostruire le dinamiche familiari e i forti contrasti con la vicina, ora agli arresti domiciliari dai suoceri a Pescara per poter badare ai due figlioletti.

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