Un ricordo di Lucio Dalla, dalla “incantevole” Senigallia
"Se dopo tanti anni sorprendi ancora qualcuno, sorprendi anche te stesso..."
Quando incontrai la prima volta Lucio Dalla, ero direttore dei programmi di Radio Veronica a Pesaro. Era il 2001 e Dalla stava promuovendo l’album “Luna Matana“. Era appena arrivato a Senigallia e si sarebbe esibito al Teatro La Fenice.
In quel periodo, le radio avevano ancora la possibilità di incrociare gli artisti nei loro tour perché l’industria discografica non era ancora al collasso e i tour manager erano molto più disponibili. Lucio mi concesse trenta minuti. Dovevano essere dieci ma poi cominciammo a parlare e il tempo trascorse senza che ce ne accorgessimo.
Era rimasto molto colpito dal numero delle persone che erano in platea, considerando che il disco non era, come si dice, facile. Parlammo molto anche della nostra città che Lucio definiva “incantevole“. Essendo fondamentalmente un uomo del mare, mi disse che spesso faceva tappa nella nostra darsena.
Gli chiesi che cosa voleva dire per lui, sorprendere. Mi rispose: misurarsi con se stessi e gratificarsi quando questo accade. Se dopo tanti anni sorprendi ancora qualcuno, sorprendi anche te stesso…
In tutta onestà, quell’album fu un vero fallimento, sia dal punto di vista delle vendite che da quello del gradimento.
Non sono un ipocrita. La produzione di qualità di Lucio Dalla si ferma al 1981 con un Q Disc (Lucio Dalla RCA Italiana).
Il resto é stato del tutto trascurabile. Una continua lotta alla ricerca di un germoglio che non sarebbe più tornato, di un fiore ormai appassito.
Le trattative con la sua determinazione a voler cavalcare i tempi che stavano cambiando, lo portarono a stringere alleanze con le regole del mercato, a oltrepassare il confine del buongusto. Quando ascoltai “Attenti al lupo” dall’album “Amen” del 1992 fu un vero trauma. Non volevo crederci: si era definitivamente arreso.
Quando decidi di fare il classico hit radiofonico con la metrica scontata da classifica, non hai più nulla da dire.
É doloroso scrivere questo ma torno a ripetere che non faccio parte di quella categoria che da domani lo dipingerà come un genio e allora lo disintegravano.
Lucio ha scritto sulla roccia indistruttibile dei nostri sentimenti, un vero e proprio vangelo. Quando firmi brani come “Anna e Marco, Futura, La seta dei Miracoli, Itaca, Caruso…) puoi permetterti di guardare tutti dall’alto in basso. Ha composto melodie degne dei tanto osannati Leonard Cohen e Sting e ispirato qualche quintalata di nuovi talenti. Primo fra tutti lo straordinario Samuele Bersani.
In questo momento, buona parte delle radio italiane sta rendendo omaggio a questo artista che ci ha lasciato.
Mentre scrivo, ascolto “L’anno che verrà“. Credo non esista al mondo una canzone che interpreti meglio la parola “speranza“.
Quando ci avventuriamo nei gironi a volte infernali del passato, non possiamo non fermarci ad ammirare le sue opere. Tele di una scioccante efficacia. Colori pastello che sulle sfumature, ci hanno permesso di viaggiare dove lui ha voluto portarci.
L’anno che verrà sarà il primo senza di te. Saremo tutti un po’ più poveri.
Poeta musicista altro altro tanto e più
Molti lo conobbero videro ascoltarono
La sua persona era sempre a disposizione del primo a passargli accanto.
Umile et altissimo di cultura,adesso si sentirà che manca ancor più chè Lucio era parte della nostra identità all'estero.
Grazie Lucio, tutti ti hanno voluto bene: meritavi...
dario.♪
Quilly
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