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La direttiva Bolkestein infiamma la spiaggia di Senigallia: chiesta deroga

Il 27 febbraio 45 imprenditori di Oasi Confartigianato riuniti per cercare una soluzione

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Stabilimento balneare

Deroga alla direttiva Bolkestein oppure – qualora il Governo non riesca a ottenere la deroga – niente evidenza pubblica per quelle aziende balneari che pagano un canone demaniale inferiore a 20.000 euro. Queste le richieste più importanti contenute nel documento presentato da Oasi Confartigianato al Governo.
L’associazione ha portato a Roma anche le ragioni delle piccole imprese balneari della Spiaggia di Velluto. Lunedì 27 febbraio a Senigallia, presso il circolo Ancos di via Bonopera, Oasi Confartigianato alla presenza del suo responsabile e del presidente locale Giacomo Cicconi Massi e Paolo Pierpaoli ha riunito oltre 45 imprenditori balneari della spiaggia di Velluto per aggiornarli sulle questioni locali e per relazionare sull’esito del tavolo “tecnico” svoltosi a Roma lo scorso giovedì 23 febbraio.

Il Governo e le imprese balneari si sono confrontati sulla Direttiva Servizi (cd. Bolkestein) per trovare una soluzione che ponga al riparo questi ultimi a partire dal primo gennaio 2016.

I notevoli cambiamenti che tale normativa introdurrà su indicazione Europea stanno già incidendo negativamente sul sistema balneare in quanto si chiede che venga applicata una procedura di selezione pubblica nell’attribuzione delle concessioni marittime scardinando così il meccanismo del rinnovo automatico delle concessioni per chi già ne è titolare.

La Direttiva Bolkestein minaccia di strappare le concessioni balneari a imprese storiche del comparto e di lasciare senza un impiego figure professionali altamente specializzate.
Uno tsunami per il sistema balneare senigalliese.

Il Ministro del turismo Piero Gnudi nel corso del tavolo tecnico ha dimostrato grande apprezzamento per la proposta presentata da Oasi Confartigianato, l’unico documento che nel dettaglio non solo ribadisce in prima istanza la richiesta di deroga alla Direttiva ma formula anche un piano alternativo, ovvero: nel caso il Governo non riesca a ottenere la deroga, Oasi chiede che vengano esonerate dalla Direttiva stessa quelle aziende che si trovano oggi a pagare un canone demaniale inferiore a 20.000 euro.

Del resto il D.P.R. 13 settembre 2005 n°296 prevede che il rilascio di concessioni o di locazioni sia sottratto alla procedura ad evidenza pubblica in ragione della tipologia e delle caratteristiche del bene, ovvero quando il canone non superi una determinata soglia.

Questa ulteriore soluzione prospettata da Oasi potrebbe davvero – e questo è l’augurio- esonerare dall’evidenza pubblica buona parte delle concessioni balneari e in particolare tutte quelle micro aziende a conduzione familiare che rappresentano la totalità delle imprese associate ad Oasi Confartigianato, concludono Cicconi Massi e Pierpaoli.

Oasi con senso di responsabilità e serietà sta svolgendo la propria azione di tutela nei confronti della categoria e con la sua attività sindacale si conferma quale punto di riferimento per le micro imprese balneari.

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