3,5 milioni di euro per le vasche di espansione al Brugnetto di Senigallia
Storia, critiche e proposte per rendere meno impattante l'intervento e mettere l'area in sicurezza
Si discuterà nel Consiglio comunale di lunedì 27 febbraio la realizzazione delle famose vasche di espansione in zona Brugnetto di Senigallia. Opere che dovrebbero evitare le inondazioni della città in caso di piogge abbondanti come quelle del marzo 2011 che hanno visto l’intera area allagata; stessa sorte per il Vallone e la Cannella.
Aree ormai da anni soggette ad un intenso popolamento: le stesse che si sono – per così dire – “rivoltate” quando già nel 1982 si iniziò a parlare di invasi, argini in un progetto che il Comitato a difesa del territorio – costituitosi circa 15 anni fa – riuscì a bloccare solo dopo molti ricorsi al Tribunale amministrativo delle Marche e in altre sedi, con un impegno anche economico considerevole per i ricorrenti.
Lo scopo di allora era di vigilare su un’opera definita “faraonica, con impatto ambientale devastante, con costi astronomici (circa 16 miliardi di vecchie lire) che davvero ha ormai tempi biblici“, ma di cui esistono alcune varianti che la renderebbero meno impattante per l’ambiente e per chi vi abita, ma comunque rispondente ai criteri di sicurezza.
Il nuovo progetto – fa sapere uno dei componenti del comitato, Paolo Turchi – ricalca quello vecchio nella ubicazione, con un costo complessivo di 3,5 milioni di euro: soldi con cui si creerà un argine intorno a diversi fabbricati che però rischia di creare problemi per il deflusso delle acque. In pratica si alzeranno gli argini ma si realizzeranno degli “imbuti“.
Quale potrebbe essere la pericolosità di tali misure in considerazione anche del restringimento dell’alveo? La domanda che gli abitanti si pongono è proprio se gli argini a monte dell’opera non dovessero reggere all’innalzamento del livello dell’acqua.
Argini che lo stesso Comitato Alluvionati Misa aveva denunciato più volte fossero in condizioni di fragilità date le tane di animali e l’incuria decennale: rischi su rischi per l’incolumità degli abitanti e per le coltivazioni dei terreni.
Aree, terreni agricoli di alta qualità, già interessate dalla costruzione dell’impianto di fertirrigazione e dal metanodotto, sulle quali, forse a breve, insisteranno anche i futuri invasi e il nuovo progetto di variante della S.P. Arceviese.
“A noi sembra una concentrazione eccessiva di opere sullo stesso territorio che ne dimostra un consumo disinvolto” il commento amaro del comitato.
Come da foto allegata potete notare che la vasca è già in uso e funziona benissimo!
Vergogna!
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