Cara Redazione…
La Piaga di Velluto sulle scomode attese tra freddo e caldo, contenziosi e pratiche all'ex Gil di Senigallia
Cara Redazione,
qualche giorno fa sono andata negli uffici comunali della Ex GIL per fare una pratica. L’ufficio avrebbe aperto al pubblico alle ore 9 e io, sperando di evitare la coda allo sportello, mi sono presentata con una ventina di minuti di anticipo. La giornata era molto fredda, con la temperatura sotto lo zero e io mi sono ritrovata, assieme ad altre persone, in condizioni di assoluto disagio, sul marciapiede della Ex GIL, in attesa che arrivasse il fatidico orario di apertura degli uffici.
Pensando di non violare nessuna regola fondamentale di civiltà e nel tentativo di combattere il freddo, sono entrata nell’edificio assieme ad alcuni impiegati qualche minuto prima dell’orario canonico di apertura. Nell’atrio dell’edificio, finalmente al caldo, sono stata ripresa da una zelante impiegata di passaggio e da un premuroso addetto alla reception che ha voluto ricordarmi i miei doveri di utente – postulante, normati da un rigido regolamento dirigenziale, che, per il suo carattere perentorio, non poteva tenere assolutamente in conto le condizioni di disagio in cui avrei dovuto attendere il mio turno per altri dieci minuti: a svariati gradi sottozero sul marciapiede.
La mia intenzione era quella di trascorrere quei pochi minuti nel grande atrio dell’edificio, al caldo, non era mia intenzione scavalcare gli altri o mettermi a girovagare negli uffici. Dopo essermi qualificata come “cittadina” ed aver perso alcuni diritti fondamentali, fra cui quello di non battere i denti dal freddo, ho avuto una breve discussione con l’impiegato, custode delle regole dettate da un inflessibile Dirigente comunale.
Ovviamente ho resistito alle contestazioni e ho chiesto di parlare con il Dirigente per spiegare le mie (oggettive) ragioni. Nel frattempo erano scoccate le nove, orario d’apertura, e, in pochi minuti, ho incassato la solidarietà degli altri cittadini (che erano rimasti al freddo) e di qualche impiegato comunale che mi ha raccontato di scene simili in tutte le fredde mattine d’inverno e in tutti i pomeriggi di canicola estiva. Mi è stato raccontato anche di anziani in oggettiva difficoltà di deambulazione costretti ad attendere in piedi fuori dall’edificio lo scoccare dell’orario di apertura, nonché dell’imbarazzo provato dai dipendenti comunali di fronte ad un’utenza che rivendica il diritto di attendere in un ambiente minimamente confortevole.
Rivendicazione legittima della quale intendo farmi interprete, suggerendo ai solerti Dirigenti ed Amministratori del nostro Comune di compiere uno sforzo di alta ingegneria organizzativa ed allestire una dignitosa sala d’aspetto nell’atrio della ex GIL.
Cordiali saluti, Cinzia Ruggeri
L’edificio della Ex GIL è stato costruito negli anni ’30 e rappresenta un bell’esempio del Razionalismo italiano, dove funzionalità equivale a bellezza. Lasciato in abbandono per lunghi decenni, è stato recuperato definitivamente nel 2008 dopo dieci anni di lavori ed un pesante contenzioso aperto di due milioni di Euro a carico delle casse comunali. Il palazzo è utilizzato prevalentemente dai servizi tecnici comunali e, pur essendo proporzionato e bello, può apparire severo o austero, se non ostile. Tutte caratteristiche che potrebbero aver condizionato qualche Dirigente che ha trovato rifugio nell’edificio, convinto che una Casa Comunale non sia luogo di tutti i cittadini, ma debba essere uno spazio di espiazione e pentimento per il loro peccato originale, forse quello di essere cittadini.
La speranza è quella di vederlo più aperto ed accogliente, a prescindere dalle condizioni climatiche. Spesso chi entra in quell’edificio non è nelle migliori condizioni di spirito, vuoi che abbia un contenzioso aperto col Comune o debba pagare una sanzione o debba chiedere un permesso per le sue attività. Lasciarlo in attesa per lunghi minuti su un marciapiede al freddo polare o sotto la canicola non aiuta certo il mantenimento di buone relazioni fra cittadino e Amministrazione. E’ pieno di ingegneri là dentro, orsù, trovate una soluzione. (La Piaga di Velluto).
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Perchè non si và in orari di apertura ? Non è più semplice ?
Considerando che venivo da fuori senigallia ho speso circa 75 km. per 3 viaggi andata e ritorno di carburante, parcheggi a pagamento e mance per i negretti (e chi me li rimborsa? fraccazzo da velletri!)
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