Senigallia: Italia Nostra contro le barriere antirumore della terza corsia A14
Villani: "Legittimo chiedersi se siano state valutate soluzioni rispettose dell'ambiente e meno impattanti"
Una delle novità nella realizzazione della terza corsia sull’A14 è rappresentata dall’installazione di pannelli antirumore, distribuiti con una certa larghezza e generosità, la stessa con cui sono state realizzate le infrastrutture accessorie (svincoli, cavalcavia, rampe ecc.), il tutto con ulteriore impatto sul paesaggio.
Se da una parte tutto questo rappresenta, come sempre viene detto, il prezzo inevitabile da pagare al progresso, e se è innegabile che i pannelli costituiscono una legittima protezione dall’inquinamento acustico, dall’altro è legittimo chiedersi se le soluzioni adottate siano sempre le più rispettose dell’ambiente.
La domanda è legittima visto l’uso dissennato che si è fatto degli altrettanto legittimi pannelli solari e torri eoliche.
Non si può negare che si tratti di veri e propri muri alti fino a 4 m e oltre e lunghi anche più di 1 km, tali da rappresentare barriere che soffocano la vista del paesaggio sia dall’interno, che dall’esterno: se si considera poi che il tracciato dell’autostrada nella nostra regione passa quasi sempre a poca distanza della costa e corre sul fianco delle prime pendici collinari si può immaginare quanto pesante possa essere l’effetto.
Attualmente l’effetto di queste pareti color ruggine è devastante, ma vogliamo sperare che non sia quello definitivo.
Allora ci si chiede se le autorità comunali sul cui territorio passa l’A14, e nel caso specifico il Sindaco di Senigallia, abbiano mai avuto un confronto con la Società Autostrade per concordare una strategia per ridurre al minimo l’impatto:
– ad esempio in primo luogo limitandone l’uso solo laddove indispensabile (per le case isolate si possono adottare anche soluzioni diverse e meno costose);
– in secondo luogo utilizzando pannelli trasparenti in plexiglas, come in qualche punto si è tentato di fare;
– infine, se proprio non si può fare meglio, adottando colori tenui tali da mimetizzarsi con il paesaggio, ad esempio nelle tonalità del verde chiaro o del senape, come si è cercato di fare a sud di Ancona.
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