Quale emergenza dopo quella del maltempo?
Poco "rispettate" le previsioni sulla neve, già si pensa all'indigestione da frittelle di Carnevale
La solita insonnia, invero più clemente stavolta, mi rovescia dal letto alle 4,39 a.m. di sabato 11 febbraio 2012. Ho paura di affacciarmi dalla finestra. Sto al sesto piano e viste le previsioni dei giorni scorsi sono convinto che tirerò su le tapparelle del mio balcone non verandato di mezzo metro quadro e sarò travolto da una slavina tale che i miei mi dovranno venire a cercare in mezzo alla valanga con un solerte San Bernardo munito di fiaschetta di cordiale.
I Meteoracoli sono stati chiari. Nevicherà. Nevicherà tantissimo. Disagi. Morsa del gelo. Morti e feriti. Mancherà da mangiare, per intere settimane mi vien da dire, da bere e anche da scaldarsi. Tireranno venti da nord a 56 km orari. La Bora dico io. “Ma quale bora! Il Blizzard!” mi ha urlato una vecchietta di ottant anni ieri alle poste mentre monetizzava tutti i buoni fruttiferi che aveva per andare a fare spesa alla Coop perchè non si sa mai.
Può anche darsi che non potremo prendere la macchina nemmeno per andare ad acquistare la baguette nel forno a dieci metri da casa, anche perchè dicono che farà talmente freddo che probabilmente, hai visto mai, persino il forno (inteso come strumento e non come negozio) potrebbe diventare un cristallo di ghiaccio!
E’ l’inverno bellezza.
Per fortuna (dei produttori e rivenditori di catene che si stanno sollazzando da settimane al sole delle Maldive o della Polinesia) a tutti noi non sarà negato un bel giro in macchina ci siamo premuniti per tempo. Si poteva davvero rimanere senza. Hai visto mai.
Alcuni ultraprevidenti hanno comprato le catene ad Agosto e adesso ridono dei loro vicini che sono stati svenati da vampireschi commercianti di codesto indispensabile prodotto e ora gli uni e gli altri passano il tempo a spalare l’ingresso dei loro garage dal ghiaccio, ad inclinare in avanti i tergicristalli, a togliere la neve dal tettino e a sacramentare quando il ghiaccio si scioglie perchè non sanno più cosa fare e devono smontare le catene pagate a peso d’oro senza averle nemmeno usate.
Qualcuno si incaponisce e le usa lo stesso. Giovedì c’erano cinque gradi e un sole quasi primaverile eppure il “tleng tleng” delle catene sull’asfalto risuonava per tutte le Saline.
Ma questo succedeva ben Giovedì e sembra già passato un secolo.
Tutti questi pensieri fanno gli autoscontri nella mia testa mentre percorro il corridoio, svolto per la cucina e mi avvio ad aprire la finestra sul mio mezzo metro quadro vista parco.
No. Non ho il coraggio. Torno indietro. Mi metto i pantaloni cerati rigorosamente sopra il pigiama, retaggio dei miei inverni da ambulante, di un epoca quando gelava seriamente mica per finta. Mi metto la cuffia di lana e il piumino. Apro la finestra e mi accorgo che c’è qualcosa che non torna.
La neve c’è ma poca. Sul parapetto del balcone meno di un dito. Il Parco è addirittura innevato per metà. La strada è solo bagnata e penso al poveraccio che ha montato per la sesta volta in una settimana le catene. Il vento è una brezza. Altro che Blizzard a 56 km orari.
Stamattina le scuole non ci sono. L’ho visto scritto in tutti i profili Facebook di tutti gli assessori senigalliesi e in entrambi i profili del consigliere Mario Fiore. I giornali cartacei hanno tempestivamente ripreso e divulgato la notizia. Anche il sito del comune lo annuncia ma quello non lo guarda nessuno. Non fa ridere e non va di moda. E poi non si può nemmeno mettere “Mi piace” che gusto c’è.
Stamattina le scuole non ci sono e il tizio che ha investito una fortuna in catene per le sue tre macchine è veramente una belva. Ci fosse la scuola farebbe almeno quei venti metri per accompagnare il pargolo, ma questi non hanno voglia di fare niente.
Sento qualche notiziario. Ieri sera l’inviata di canale 5 da Roma, una signorina vestita all’ultima moda con cappello e ombrello firmati giurava che sulla Cassia c’erano già 50 cm di neve chissà perchè però dov’era lei c’era solo una timida pioggerellina, tanto che mentre parlava è passato un Suv a mezzo metro da lei centrando una pozzanghera e infangandole tutto il piumino Moncler. Ha ripassato la linea allo studio ricacciando a fatica indietro le lacrime.
L’allerta Meteo durerà fino a Martedì ma il sindaco di Roma sta già pensando di tenere le scuole chiuse fino a Pasqua e di acquistare l’intera flotta di spazzaneve del comune di Novosibirsk. In quei luoghi non sanno più cosa farsene visto che in Siberia c’è l’effetto serra.
I direttori di notiziari e giornali comunque sono già in preda al panico perchè quando tutto questo finirà si troveranno di botto a corto di notizie.
Ci sono riunioni su riunioni nelle redazioni di tutta Italia riguardo a quale “emergenza” trattare la prossima settimana.
Nelle sessioni di “brainstorming” redazionale si stanno scontrando due scuole di pensiero. Quella dell’emergenza “indigestione da frittelle di Carnevale” e quella sul “caromaschere di Zorro e Principessa” anche se qualcuno dice a ragione che da Zorro non ci si veste più nessuno. Io mi ci sono vestito dai 4 anni fino a 14. L’ultima volta ero alto 1 metro e 80 il mantello pareva un fazzoletto da naso e il cappello lo tenevo in mano perchè in testa non mi entrava.
Comunque è un bel problema. Da quando c’è in carica questo governo noioso se una nave da crociera non si incaglia o non nevica un paio d’ore non si sa più veramente cosa inventarsi.
Alla prossima emergenza!
Ho scritto una cosa scherzosa prendendo in giro un po gli organi di stampa su queste emergenze continue, d'estate il caldo, d'inverno il freddo, d'autunno il tiepido. Se non vi è piaciuto mi dispiace ma io campo uguale....
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