Senigallia, la Fiamma Tricolore critica Alfio Albani sulla Giornata del Ricordo
Liverani: "Grave fatto al Liceo Perticari, non ci sono figli nè figliastri"
Egregio Sig. Sindaco ancora una volta “ci sono figli e figliastri”. Pare che a Senigallia funzioni così, alla faccia della democrazia, e delle regole che dovrebbero funzionare per tutti alla stessa maniera, ma allo stato reale delle cose così non è.
Questa mattina, al liceo classico di Senigallia “Giulio Perticari” è accaduto un fatto che lascia molte ombre: un ragazzo aveva stampato a sue spese, un manifesto per il Giorno della Memoria e, recandosi a scuola, lo ha affisso.
Il ragazzo è stato subito richiamato dal Preside, Sig. Alfio Albani, che gli ha intimato di toglierlo in quanto trattasi di un manifesto di una “associazione privata” (quale????) e non di un manifesto della scuola o del Comune.
Diciamo che se questa è la regola, si può tranquillamente rispettare.
Però ora nasce spontanea una domanda, come mai il Sig. Alfio Albani ha permesso, tempo addietro, che nella stessa scuola venissero affissi dei volantini dell’Arvultura riguardanti uno sciopero?
Forse che l’Arvultura è parte della scuola o del Comune, quindi autorizzata ad affiggere manifesti?
O forse devo, come sempre pensare male e credere che in queste cose ci sono appunto figli e figliastri?
Al sottoscritto le regole piacciono e le rispetta anche, ma quando valgono solo per alcuni allora non mi sta bene!
Lei riesce a spiegarmi perché ci sono dei modi di agire verso “alcuni” e dei modi differenti verso altri?
Un Preside penso che debba far rispettare le regole a tutti, non solo ad “alcuni”.
Converrà con me che è inevitabile che questi accadimenti facciano poi scatenare commenti poco piacevoli da chi si comporta in maniera non omogenea ed uniforme.
I morti sono tutti uguali, come gli eccidi sono tutti uguali e da condannare.
Stranamente però, Lei in primis, nel bel comunicato che ha fatto e che tutti abbiamo letto (e qualcuno Le ha risposto), non nomina mai chi sono i veri responsabili e assassini dell’orrore delle Foibe.
Non dice che il crimine fu perpetrato dai partigiani comunisti di Tito con l’appoggio del comunismo mondiale e dei comunisti italiani.
Come mai? Una semplice dimenticanza o una voluta dimenticanza?
Non sta a noi giudicare la Storia e le colpe del passato non possono essere utilizzate per criminalizzare chi vive il presente.
A Senigallia come ben saprà, ci sono uomini, donne, parenti, figli e nipoti di esuli istriano-dalmati che non vogliono puntare il dito contro nessuno, ma da Italiani chiedono di piangere e ricordare i propri morti, ricordare insieme a tutti gli altri Italiani, gli orrori che avvennero in quegli anni.
Non si fa così caro Sig. Sindaco, la Storia quando la si racconta, va fatto nella giusta maniera o meglio tacere perché si rischia di offendere chi quelle vicende le ha vissute realmente.
Ovviamente non Le chiedo di rispondermi sull’episodio della scuola e neanche sulla seconda parte, perché ormai abbiamo imparato benissimo che per Lei il “silenzio” è d’oro, ma lo è anche per me il suo “silenzio assenso”, in quanto chi legge può tranquillamente constatare che a parole Lei è splendido, ma quando si tratta di dare delle risposte che si giudicano “scomode” si tace.
Come vede io non taccio, perché Lei ha tutto il diritto di non rispondere ma i cittadini hanno tutto il diritto di sapere come funzionano le cose, e saranno poi loro a tirare le somme.
di Marcello Liverani
Segretario Fiamma Tricolore di Senigallia
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