Emergenza neve: i disagi limano le differenze
Un invito alla riflessione da chi la vita la affronta seduto su una sedia
Da oggi torneremo a confrontarci, a tempo pieno, con i numerosissimi disagi che hanno accompagnato le nevicate e per i prossimi giorni, nevicate e disagi pare non annuncino tregua; paradossale appare il fatto che, mentre ci stiamo sempre più “tecnolocizzando”, pochi centimetri di neve abbiano la capacità di paralizzare intere città e metropoli: forse è proprio il livello tecnologico cui miriamo a renderci così vulnerabili ai disagi.
E, con gli anni che passano, le esperienze maturate sembrano non essere in grado di insegnarci nulla, con tutte le amministrazioni, pubbliche e private, incapaci di affrontare in maniera adeguata le nevicate (lievi o copiose che siano), e le associazioni dei consumatori che, ovunque, denunciano le stesse mancate risposte e gli stessi disagi causati da treni fermi, intempestivi o ..ops dimenticati (!) spargimenti di sale sulle strade, mezzi spazzaneve fermi per mille problemi mai risolti nei mesi caldi…
E’ così da sempre, e sempre peggio, e pare impossibile che nessuno sia capace di redigere un protocollo d’interventi che, se messi in pratica, possano sollevare tutti dai molti problemi che invece ci troviamo ad affrontare.
Ma lascio alle amministrazioni locali la gestione del sale e dei mezzi spargisale e spartineve, questa mia di oggi è solo una considerazione su come il disagio, che ci lascia sospesi tra stupore e fastidio, raggiunga lo scopo di limare le differenze tra disabili e normodotati: ora tutti sanno cosa significa rimanere fra le pareti domestiche senza poter mettere il naso fuori dalla porta per espletare qualsiasi servizio, senza potersi recare all’ufficio postale, o senza poter …andare al bar!
La dipendenza dagli altri, che nelle giornate soleggiate e senza neve (dalle nostre parti sono quasi 360 giorni l’anno) passa quasi come “capriccio” di chi la vita la affronta seduto su una sedia o con altri handicap che ne limitano le attività giornaliere, viene spalmata su tutti senza distinzioni di colore, religione, sesso, o possedute o meno capacità motorie e psichiche. E così il negozio chiuso sotto casa, o l’impossibilità di uscire con la propria auto dal garage, è vissuta come ..un grande handicap paralizzante.
“Ci voleva la neve!” apre il mio invito a riflettere che vuole essere soprattutto il benvenuto per questa pausa imposta dal clima, capace di renderci tutti più umani e consapevoli di poter sopravvivere anche con i ritmi di una volta quando, riuniti in famiglia, si riusciva pure a trovare il tempo di parlare a tavola!
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