Diversamente giovani, ma sempre ed ugualmente inc…inviperiti!
Nel mirino di Franco Giannini l'ordinanza contro le polveri sottili (che ha lasciato il male come era)
Era il 5 aprile di appena un anno fa che intitolavo un articolo “La declinazione del verbo rispettare: Io rispetto… Voi rispettate? No? E perché?” in cui analizzavo la nuova ordinanza per contrastare le polveri sottili attraverso il blocco del traffico. Premetto: so già che anche questo “grido di dolore” cadrà nel completo oblio del menefreghismo della politica locale. So anche che chi lo leggerà, si e no andrà oltre questa riga e magari con un gentile epiteto che a scanso di equivoci rispedisco al mittente. Ma è una forma come un’altra per sfogare tutto il mio malcontento e la mia delusione verso coloro che ci “comandano” per il nostro bene e che a loro discolpa hanno il solo fatto che li abbiamo eletti.
I nostri politici locali, provinciali e regionali, a seguito di questa ordinanza, suggestionati dalla bontà di simile idea, si erano quasi autoconvinti di essersi scottati nell’aver scoperto l’innovativa formula dell’acqua calda.
Le polveri PM10 sarebbero così svanite d’incanto, pensavano, magari facendoci su anche un po’ di cassa, che male non fa. Invece doppia fregatura. L’inquinamento è rimasto invariato, le multe sono state fatte a quattro disgraziati che però hanno lasciato le casse vuote, come lo erano prima.
I più penalizzati erano coloro che possedevano vetture pre-euro, euro 1 e 2, che potevano circolare solo al sabato, o venivano autorizzati a prenderle dalle 12 alle 14,30 o la sera dalle 18 e di notte per andare a “lampare”.
Quest’anno la scena buffa si ripete (alla faccia delle politiche sociali che dovrebbe tutelare i meno abbienti), con l’aggravante di averla mandata in opera in anticipo e quindi con una recidività che penalizza ancora maggiormente la sufficienza di chi ne ha sottoscritto il testo: nessuno scampo per loro per aggrapparsi a quelle scusanti patetiche o a volte autoritarie, che solitamente vengono usate in questi casi.
Questa volta non mi ha scritto nessuno, non ho avuto telefonate di sorta da qualche cittadino, evidentemente a Senigallia ad essere colpito da questo provvedimento, anche quest’anno sono solo io, il solito c… o, il solito morto di fame che non ha cambiato auto euro 2, ma che continua a pagarne diligentemente bollo, assicurazione ed il ricarico della batteria che inesorabilmente si scarica per via del fermo.
Ma la soddisfazione maggiore (pardon, io non mi reputo né tanto scemo né ancor più cattivo, quindi la parola più giusta forse è “rivalsa”) è in quel poter fare una allegra, scherzosa, virtuale pernacchia a chi non capiva, non capisce e non capirà anche per gli anni a venire (perché nulla cambia se non lo si vuol cambiare) che con queste disposizioni, invalidanti solo una manciata di sfigati, hanno lasciato il male come era.
Le prove sono QUI e QUI: i dati emessi dalla Provincia di Ancona, rilevati dalla centralina senigalliese, rendono evidente che i minimi di 50 ug/mg vengono superati agevolmente, con o senza l’inquinamento delle auto antidiluviane. Non credo, ma non sono un medico, che toccando valori di 45 ci si possa dichiarare fuori pericolo. Ed allora?
Usando l’equità di Monti, dedita a colpire i soliti noti, credo allora che si sarebbe dovuto proseguire con un altro divieto. Nelle giornate di sabato e domenica, quando noi inquinatori siamo autorizzati a percorrere le strade della città, sarebbe stato giusto vietarle ai cicloturisti e podisti che respirerebbero maggior quantità di pm10.
Magari, io lo scrivo in chiave ironica logicamente, ma che verrà letto in chiave altrettanto polemica, consigliando di esercitare i loro sport amatoriali nei polmoni cittadini, vale a dire quei parchi, ma che dico parchi, boschi, che dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, in tanti ci invidiano: quello delle Saline, con tanto di antenna per la telefonia e quello della Cesanella, dono di Autostrade. Calcolando, poi, che in queste giornate pre e festive, i boscaioli e gli spaccalegna impiegati nella cura dei secolari alberi, riposano e quindi non si apporta alcun fastidio.
Mi dovrei dire soddisfatto, ed invece no: sono oltremodo imbufalito. Le ragioni ovviamente sono due: la prima perché continuo a respirare aria insalubre e la seconda perché il mio particolare personale sacrificio, come proprietario di una pre-euro fuorilegge, non è servito a nulla.
Un punto a favore (logicamente di ironia trattasi) dei Settecervelli nostrani, dalle poche idee ma in compenso confuse, è che hanno o sono in procinto di ridurre anche i chilometraggi dei mezzi pubblici. Si guardi bene, sempre non per colpa loro, ma per quelli di un gradino più su, che danno ordini che non vanno discussi, ma eseguiti.
I treni sono ormai un dolce ricordo, la stazione è solo un punto di ritrovo di “diseredati” e le politiche dalle varie P e p risultano sempre più indigeste. Ed i motti siciliani di questi giorni lo stanno ad indicare. Che la pacchia sia finita?
Noi cittadini, la plebaglia, siamo abituati a soffrire; sono i comandanti di lungo corso e quelli di acqua dolce che devono riflettere prima di prendere decisioni schettineggianti che potrebbero portare le “navi” municipali a schiantarsi sugli scogli.
Siccome sono all'estero da un pezzetto potrebbe essere che non mi ricordo bene l'italiano e il senigalliese...
Malgrado all'estero, Si... ricordi ancora bene il senigagliese!!
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