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Acqua pubblica Senigallia, il “raggiro” di Monti e l’idea di Mangialardi

Il Comitato accusa: "Situazione di illegalità, voti referendari non rispettati"

Acqua

E’ in atto un “tentativo di raggiro del referendum sull’acqua pubblica” del giugno 2011. Sia a livello nazionale che locale. E’ quanto sostengono i componenti del Comitato Acqua Pubblica di Senigallia dopo le proposte (poi ritirate) del governo di Mario Monti e gli attacchi da più parti (Giulio Tremonti prima, Jean Claude Trichet e Mario Draghi poi con la famosa “lettera“) contro l’esito sancito dal voto referendario: l’acqua deve essere gestita dal pubblico e deve essere al di fuori di logiche commerciali.

In che senso raggiro? Nel senso che con l’art. 20 (“Aziende speciali e istituzioni“) si dichiarava che le aziende “speciali” possono intervenire “per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale” e quindi dando per scontato che il servizio idrico integrato sia tale. La previsione – alla fine non approvata – si basava sul fatto che l’esito referendario aveva reso possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali, facendo un rimando alla normativa europea.

Ma nella versione definitiva del d.l. n1 del 24 gennaio 2012 “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività“, l’art 25, comma 1, recita che “Le società affidatarie in house sono assoggettate al patto di stabilità interno“, previsione poi ripetuta nel comma 2 includendo dal 2013 anche le aziende speciali.

In tal modo si è assoggettata la gestione del servizio idrico pubblico alle leggi di mercato con quello che dal Comitato senigalliese per l’acqua pubblica non esitano a definire un “imbroglio giuridico“. “Per noi era chiaro fin da subito – afferma Andrea Spedicato, uno dei referenti del Comitato locale per l’Acqua pubblica – che si tentasse questa strada anche perché lo stesso Monti aveva tentato una modifica al regolamento contenuto nel Testo Unico degli Enti Locali, in cui si poneva il paletto che le aziende speciali non potessero gestire servizi pubblici a rilevanza economica, modifica poi non passata a seguito delle proteste dei vari comitati in tutta Italia. Monti dunque ha agito e agisce in modo subdolo senza toccare i referendum, ma aggirandoli“.

Una chiara accusa che testimonia la volontà di difendere l’acqua come bene primario da privatizzazioni nascoste sottoforma di liberalizzazioni.

Inoltre – continua Spedicato – rimane il nodo della remunerazione del capitale investito, in teoria tolta dalla tariffa come sancito dal secondo quesito referendario, ma che ancora in Provincia di Ancona con la Multiservizi Spa continua ad essere conteggiato. Noi tuttora paghiamo la remunerazione del servizio nonostante negli ultimi quattro anni ci siano stati aumenti costanti: dal 2009 al 2012 compreso la tariffa è cresciuta del 30%“.

Remunerazione che – tra l’altro – non tutti sanno a cosa serva: per gli amministratori di alcuni comuni serve per ripagare i debiti contratti, altri sostengono che serva per sostenere gli investimenti strutturali, tutelare il sociale o creare un fondo risorse per le emergenze.
Insomma un po’ di confusione c’è e sembra facile finire in contradditorio perché la stessa Multiservizi a Fabriano ha minacciato di chiudere i rubinetti dell’erogazione dell’acqua senza fornire quel quantitativo minimo gratuito di cui ogni individuo ha necessità. Altroché tutela del sociale!, commentano i membri del comitato.

Qui a Senigallia la situazione è ancora in fase di dibattito: dopo due incontri in Commissione, in cui ancora non si è discusso concretamente di come risolvere la questione dell’illegalità a fronte del risultato referendario, l’idea che il primo cittadino di Senigallia, Maurizio Mangialardi ha della gestione del servizio idrico è quella di riconfermare la situazione attuale “in house” che vede la Multiservizi Spa, ente privato, affidataria per conto di gran parte dei Comuni dell’anconetano.
Il Comitato di tutta risposta ha già manifestato più volte la necessità di ripubblicizzare il servizio. E la strada sembra essere solo una secondo il comitato: lo scorporo del ramo idrico e l’affidamento dello stesso ad una azienda speciale.

Intanto una cosa è certa: tutti i componenti del Comitato sono pronti a vigilare sul rispetto del voto referendario e ad indire iniziative pubbliche per far sì che la città si renda conto della situazione di illegalità in cui si trova il paese intero. Poi, ovviamente, il confronto con l’Amministrazione, ma che dovrà avvenire partendo da basi certe come i dati sulla gestione della Multiservizi che ancora mancano e di cui nessuno sembra sapere nulla.

Commenti
Solo un commento
emanuele lo vato 2012-02-03 20:58:35
La tariffa di Agrigento, è la più cara d’Italia ma è anche viziatala tanti aspetti, per lo meno paradossali: Nell’attuale situazione Girgenti acqua sta applicando, in mancanza di tariffa unica, i corrispettivi e le aliquote stabilite dal comune di Agrigento, con la determinazione sindacale n° 127 del 2/04/2007, risalenti alle precedenti amministrazioni comunale.
Per effetto del quale ci fu un aumento pari a 1,12 euro per consumo fino a mc 70, ed euro 1,44 per consumi tra 71 e 100 mc, ed euro 1,92 per oltre i 10 mc con aggiunta di euro 0,11 per fogna mc e 0,32 di depurazione. ( tra l’altro pagata in tante zone, pur non essendoci depuratore).
Ma non finisce qui!.. La quantificazione indicate nella determinazione sindacale citata rispondeva , tra l’altro, anche all’esigenza di far fronte ai maggiori oneri finanziari per la gestione del dissalatore di Porto Empedocle (VIGATA x Camilleri) .1.800.000,00 euro, necessità venuta meno per effetto dell’assunzione diretta, da parte della Regione Sicilia, del relativo costo.
In conseguenza dell’applicazione delle aliquote sopra esposte, gli Agrigentini sono costretti a pagare, per un servizio idrico (carente), le bollette tra le più care d’Italia. E tra poco ulteriormente gravate da una nuova tariffa. Potendo fornire ulteriori documentazione, mi sarebbe gradito un vostro interessamento in merito
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