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Anna Mazzamauro: tra “Brava!” e la Signorina Silvani

Ecco l'intervista rilasciata per Senigallia Notizie dall'attrice in tour con la sua ultima "creatura"

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Anna Mazzamauro

Più di un’attrice, è una sorta di “Mostro sacro” oramai patrimonio di tutti coloro che sono cresciuti a “Pane e Fantozzi”. Ma Anna Mazzamauro è molto di più, un’icona teatrale, un’attrice poliedrica capace di spaziare nell’arco della sua carriera dal Cyrano ai panni della Magnani. Insomma, altro che Signorina Silvani.
Ecco il resoconto dell’intervista che l’attrice ha rilasciato per Senigallia Notizie poco prima di mettere in scena il suo “Brava!” al Teatro Goldoni di Corinaldo e in altre città delle Marche.

Anna Mazzamauro è in Tournèe con “Brava!”, la storia di un’attrice che per festeggiare i suoi 40anni di carriera organizza un super spettacolo che è in qualche modo il riassunto del suo percorso artistico: quanto c’è di autobiografico in questa pièce teatrale?

Molto, anzi tutto. E’ un lavoro fortemente voluto da me, scritto da me in cui ho riversato un po’ tutta la mia carriera. Uno spettacolo che strizza l’occhio a molti generi: si passa dalla rivista vecchia maniera, al teatro classico, al musical per arrivare all’avanspettacolo italiano, genere a cui tutti dovrebbero essere particolarmente grati. Lo spettacolo è una sorta di Matrioska invertita, si parte dal personaggio più piccolo e si va in crescendo sciorinando un caleidoscopio di maschere che vanno dalla Signorina Silvani ad una specie di Drag queen. Il titolo stesso è una grande prova di modestia da parte mia; io lo avrei intitolato “Bravissima!“, “Strepitosa!” o anche “Divina!” ma alla fine ho optato per la sobrietà … Vede, il “Brava” urlato dal pubblico, può sembrare banale, ma è la benzina che ci permette di andare avanti, è il risultato che ci ripaga di tanta fatica, dell’impegno e del sudore che c’è dietro il teatro. Poi, gli eventuali complimenti vanno divisi equamente con i 6 fantastici ballerini che mi accompagnano per tutta la pièce e che a me piace affettuosamente definire “I miei badanti“.

La sua vita professionale è articolata e ricchissima: alla fine degli anni ’60 è diventata impresaria teatrale di se stessa aprendo in centro a Roma il teatro “Il Carlino“. Come è nato in lei il fuoco sacro del palcoscenico?

Sono nata così, credo di averlo avuto nel Dna e poi, sono abbastanza sicura di non sapere fare altro: di essere abbastanza inetta. Come tutte le persone che si sono avvicinate al teatro la gavetta ha giocato un ruolo fondamentale. Durante lo spettacolo racconto di come mi sono mossa, anzi, sarebbe più giusto dire, di come ho cercato di muovere i primi passi al Piccolo di Milano con Strehler ma non aggiungo altro perché non voglio rovinare la sorpresa a chi deve vedere ancora lo spettacolo.

Una carriera teatrale ultratrentennale: avrà collezionato un mare di aneddoti indimenticabili. Ne ricorda qualcuno magari collegato alla sua esperienza nel panni di Cyrano de Bergerac…probabilmente lei è una delle pochissime, se non l’unica donna che abbia vestito i panni del nasuto eroe…

Aneddoti particolari no, o più probabilmente ce ne sono talmente tanti che non riesco a pescarne uno soltanto. Le posso dire che probabilmente scelsero me per il Cyrano per risparmiare sul trucco del naso…Un personaggio invece a cui sono più emotivamente legata è quello di Anna Magnani: per anni ho portato in giro lo spettacolo “Raccontare Nannarella” ed ho imparato ad apprezzare tantissime sfaccettature sia della donna che dell’artista.. una delle più grandi di sempre.

Veniamo alle immancabili domande riguardanti la mitica “Signorina Silvani“: che rapporto ha Anna Mazzamauro con questo alter ego oramai diventato “Mostro Sacro” del cinema italiano?

Mi piace menzionarla come “quella merdaccia della Signorina Silvani“, un po’ la detesto, ma la verità è che gli devo moltissimo. Sia chiaro, non rinnego nulla, anzi, ben vengano altri 100 film come Fantozzi. Il fatto è fin da bambina sognavo di fare l’attrice e come tutte le bambine con sogni analoghi, mi travestivo, mi truccavo e mi sognavo di impersonare eroine come Rossella O’Hara di “Via col Vento“…invece sappiamo tutti come è finita… Capisce il mio rancore?
Scherzi a parte io non ho nulla contro quello che in fondo è diventato un po’ il mio alter ego; al limite sono un po’ arrabbiata con la gente che mi ricorda solo per quello, con tutti quei pigri che non scollano mai le chiappe dal divano e rimangono tutte le sere davanti alla Tv. Se si prendessero la briga ogni tanto di fare una capatina a teatro…Bèh, vedrebbero che c’è dell’altro.

Come nacque il rapporto lavorativo con Luciano Salce; la scelse direttamente?

Avevo già lavorato con Salce a teatro in diversi spettacoli; fu lui a chiamarmi anche se il ruolo della Silvani mi capitò un po’ per caso: mi presentai al provino con ambizioni da protagonista e riflettendo sulla parola “protagonista” cominciai a pensare quale fosse il modo migliore per “confezionarmi“, essere vestita nella maniera più adeguata possibile. Come sempre mi venne in aiuto, come già detto prima, la mitica Rossella O’Hara di “Via col vento” quando riceve l’invito a pranzo di Rhett e si fa fare da Mamy un vestito con le tende di velluto…Ecco, io mi misi una tovaglia di pizzo fatta da mia madre, il cappellino, i tacchi alti per alzare, diciamo, lo spirito… Poi indossai quelle spallone che andavano di moda all’epoca. Sono andata da Salce, ho aperto la porta, ma lui, che mi aveva chiamato per assegnarmi la parte della moglie di Fantozzi, mi ha guardato un po’ smarrito e mi ha detto: “Oh Dio, Anna, ti ricordavo più brutta…” e allora mi ricordo che l’attrice ha vinto sulla donna. Ho levato il cappello, ho levato la tovaglia di pizzo, i tacchi alti, me s’è abbassato tutto, ho tolto le spallone dicendo queste sembrano spalline, in realtà è una gobbetta, io posso recitare il “Riccardo III” – “Ora l’inverno del nostro scontento…” – per quanto ero determinata, e allora lui e Villaggio si sono riuniti e mi hanno scelto per il ruolo della Silvani, l’amante di Fantozzi. Ecco, questo è l’aneddoto, che ha un minimo di verità e un massimo di appoggio da parte mia, drammaturgicamente, per mettere in evidenza, però, delle verità, perché veramente mi aveva chiamato per la parte della moglie e temeva che io fossi troppo bella.

Nel creare il personaggio della Silvani quanto c’è di suo e quanto è attribuibile al regista?

Salce era un grande regista e in quanto tale badava alla totalità del film: questo significa che era attentissimo a qualsiasi particolare, dalle luci, alle scenografia e via discorrendo. Quando sceglieva qualcuno era perché vedeva in lui il potenziale di quel personaggio per cui ci lasciava abbastanza a briglia sciolta. Io probabilmente il personaggio Silvani lo avevo già in me a mia insaputa; i gesti, certe espressioni posso dire di essermele cucite addosso da sola.

Che ricordi ha per quello che concerne i rapporti lavorativi con fuoriclasse del cinema come Paolo Villaggio, Gigi Reader, Giuseppe Anatrelli, Liu Bosisio, Milena Vukotic…

Di Villaggio…bèh ..Umanamente non è che mi piaccia molto. Professionalmente è una persona molto corretta, rispettosa e attenta. Una volta ero ospite nel programma Affetti speciali quando dissi che non c’è mai stata l’occasione di incontrarci fuori dal set e provavo quasi delusione rispetto ad una vita professionale condivisa. Paolo Villaggio chiamato al telefono rispose così: “Adesso tu pensi questo e va bene, verrà un giorno in cui tu capirai che tutto quello che abbiamo condiviso insieme sono stati gli affetti speciali.” Per quello che riguarda gli altri, sarebbe lunghissimo…comunque tutti dei grandissimi artisti.

Negli anni in cui giravate i primi “Fantozzi”, eravate consapevoli di stare creando dei piccoli capolavori che sarebbero diventati delle pietre angolari della commedia all’italiana? C’è qualche ricordo particolare che le va di raccontare?

Francamente no, non avevamo la cognizione dell’impatto che avrebbero avuto. Era lavoro, intendiamoci il più bel lavoro del mondo, ma comunque pur sempre lavoro. Paolo Villaggio naturalmente era estremamente motivato, probabilmente molto più di noi, in fondo si trattava di una sua creatura, credo sia normale.

Commenti
Solo un commento
Ilario Taus Corinaldo (AN) 2012-01-31 22:08:49
Bravo Lorenzo, hai fatto un ottimo lavoro. Ilario Taus addetto stampa del Comune di Corinaldo
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