Giovani IdV: “La memoria di ciò che fu sia monito per le generazioni future”
"Occorre vigilare sui rigurgiti xenofobi che vorrebbero cancellare il ricordo della Shoah"
Oggi si celebra in tutta Italia il Giorno della Memoria istituito dodici anni fa dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000 “Al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati“.
Il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa entrò nella città polacca di Oswiecin , che in tedesco è chiamata Auschwitz, e oltrepassando la scritta “Arbei macht frei” (il lavoro rende liberi) ha scoperto il campo di concentramento della città ed è riuscita a liberare i pochi superstiti.
Ciò che accadde in quella fase storica macabra per l’umanità è un ricordo che non deve svanire in noi e abbiamo il dovere di diffondere, studiare e approfondire cosa accadde dentro quei campi di concentramento, come venivano uccisi uomini, donne, bambini e anziani senza la minima dignità, trattati come oggetti frustrati psicologicamente e fisicamente, spremuti fino all’ultimo e poi liquidati in questa macabra maniera.
Non dobbiamo mai dimenticare cosa accadde in quegli anni, dobbiamo trasmetterlo alle future generazioni perché il ricordo rimanga vivo in noi e non dobbiamo permetterci di liquidare questi come fatti del passato. Ricordare non rappresenta soltanto un dovere verso la comunità ebraica ma un dovere di tutti verso quel periodo storico e verso le vittime di quel periodo storico. Tante, oggi, sono le testimonianze di chi ha vissuto quel periodo storico che soltanto ad ascoltarle uscire dalla bocca di qualcuno ci riempiono di tristezza, di rabbia e di indignazione.
Il presidente Antonio Di Pietro si è espresso così sul Giorno della Memoria: “L’Olocausto rimane il più grande crimine della storia dell’umanità. E noi vogliamo rinnovare la memoria di quella tragedia perché sia un monito per le nuove generazioni e affinché una simile aberrazione non si ripeta.”
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria e le istituzioni hanno il dovere di fare la loro parte per sensibilizzare l’opinione pubblica e per eliminare i rigurgiti xenofobi e razzisti che vorrebbero cancellare lo stesso ricordo della Shoah. Noi non lo permetteremo mai ed è per questo che occorre vigilare e farsi promotori dei valori della solidarietà e dell’accoglienza.
Tutte le forze politiche hanno il dovere di portare con sé la memoria di quei terribili fatti e noi dell’Italia dei Valori continueremo ad impegnarci, così come abbiamo sempre fatto, per il rispetto della dignità umana, dei diritti civili e del libero pensiero, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione. Ecco, noi ci uniamo pienamente alle parole del leader del nostro partito.
Vogliamo chiudere citando colui che più rappresenta in Italia quel periodo storico, lo scrittore Primo Levi che nel 1943 venne deportato nel campo di concentramento di Auschwitz e sull’esperienza di questo tratto della sua vita scrisse il romanzo “Se questo è un uomo”:
“Voi che vivete sicuri/Nelle vostre tiepide case/Voi che trovate tornando a sera/Il cibo caldo e visi amici:/Considerate se questo è un uomo/Che lavora nel fango/Che non conosce pace/Che lotta per mezzo pane/Che muore per un sì o per un no./Considerate se questa è una donna/Senza capelli e senza nome/Senza più forza di ricordare/Vuoti gli occhi e freddo il grembo/Come una rana d’inverno./Meditate che questo è stato:/Vi comando queste parole/Scolpitele nel vostro cuore/Stando in casa andando per via,/Coricandovi alzandovi;/Ripetetele ai vostri figli./O vi si sfaccia la casa,/La malattia vi impedisca,/I vostri nati torcano il viso da voi.”
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