Acqua pubblica, approvato a Senigallia il rifinanziamento alla Multiservizi
Paradisi contesta: "Con i privati non l'avremmo nemmeno discusso"
Il Consiglio comunale ha approvato, nel pomeriggio di mercoledì 25 gennaio, una delibera per il rifinanziamento annuale della Multiservizi. Una manovra che ogni anno viene ripetuta in assenza delle condizioni perché la spa attui con un solido piano finanziario la gestione, la manutenzione e il potenziamento del servizio idrico integrato. Una richiesta economica di cui il primo cittadino, Maurizio Mangialardi, si è fatto relatore in consiglio e che ha registrato la forte critica da parte di Roberto Paradisi che torna ad attaccare referendum, sostenitori e gestione pubblica.
Quello di Paradisi non è stato in realtà l’unico intervento, anzi, sul tema si è sviluppato un dibattito partito proprio dalla relazione introduttiva di Mangialardi la richiesta di rifinanziamento, avanzata dalla Multiservizi a tutti i comuni per conto dei quali gestisce il servizio idrico perché siano le garanzie di fronte agli istituti creditori, è un atto quasi tradizionale: il prestito “ponte” – così viene definito – si rinnova di anno in anno, in attesa che le condizioni maturino perché si possa gestire il servizio in un’ottica pluriennale.
La richiesta è stata avanzata, inoltre, con la promessa di impegno, sia del Comune verso la Regione Marche, che della stessa Regione verso il Parlamento italiano, perché si avvii un percorso di regolamento della stessa gestione che porti a norme chiare e – questo è l’auspicio di Mangialardi – alla conferma da parte della AATO n2 dell’affidamento della gestione dell’acqua “in house” alla Multiservizi.
Il primo a prendere la parola è stato Luigi Rebecchini (PRC) che ha sottolineato come l’esito referendario sia stato disatteso e contrastato in più occasioni: “grave” la proposta avanzata dal governo Berlusconi prima e confermata da Monti poi di obbligare i Comuni a svendere ai privati la gestione dell’acqua e degli altri servizi a carattere pubblico. Una manovra quella delle liberalizzazioni cavalcata con troppo entusiasmo – continua il consigliere – che non porterà alcun giovamento reale ai Comuni, mentre verranno favoriti i poteri forti che si dovevano combattere.
Rebecchini ha poi sottolineato come già i senigalliesi paghino un aumento annuale nella bolletta dell’acqua di circa il 5% + iva, per un totale di circa il 6,5% annuo e come questi aumenti non possano e non debbano diventare la remunerazione che il referendum ha cancellato ma che ancora sussiste. Situazione che tra l’altro va a colpire sempre le fasce più deboli.
Enrico Rimini, PDL, ha messo in luce il fatto che Senigallia ancora una volta si pone come garante per gli investimenti della Multiservizi che dovevano essere fatti con le previsioni di remunerazioni che già erano nelle bollette. “Ero contrario al referendum ma rispetto il suo esito: messo così però era solo un modo per screditare l’allora maggioranza di governo“.
La risposta ai dubbi sulla gestione pubblica o meno sollevati da Rebecchini e Rimini arriva dal capogruppo PD, Lorenzo Magi Galluzzi, il quale ha affermato che “proprio il fatto che lo stato e gli investimenti della Multiservizi debbano essere approvati dal Consiglio Comunale è la dimostrazione della gestione pubblica del servizio idrico, del controllo dei Comuni sull’azienda che, pur essendo una spa, è pubblica“.
Favorevole al rifinanziamento anche Carlo Girolametti, SEL, che però ha evidenziato come gli esiti dei due quesiti referendari siano fondamentalmente “bistrattati“: temi che saranno centrali nelle prossime iniziative di mobilitazione contro un raggiro nei confronti degli elettori.
Contrario invece all’atto Roberto Paradisi, Coordinamento Civico: per lui non solo è “nefasto l’esito referendario, ma aveva anche ragione Berlusconi sulla bontà della privatizzazione dei servizi idrici che non era una privatizzazione dell’acqua. E la conseguenza del voto referendario è questa delibera, che se fossero entrati i privati, oggi non la voteremmo“. Paradisi attacca dunque maggioranza e tutti i sostenitori del referendum: “Avete preso in giro la gente” e poi rivolgendosi a Girolametti: “Questo dovete dire quando andrete a fare i vostri banchetti“.
Alla fine la pratica è stata votata dal consiglio: su 26 presenti e 23 votanti, 4 sono stati i contrari, 19 i favorevoli.
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