Senigallia, il Liceo Medi in visita alla mostra sul Risorgimento
"Omaggio" al primo sindaco della Senigallia 'italiana', Francesco Marzi
Primo sindaco della Senigallia ’italiana’, il conte Francesco Marzi era stato giovane mazziniano ed eroico difensore di Treviso e Vicenza nel 1848, prima di finire esule a Firenze e diventare filo-sabaudo moderato nonché ospite e amico del principe Antonio Luciano Bonaparte, figlio di Luciano, fratello di Napoleone, e sposo di Edwige Cardinali, la sorella della moglie del napoleonide.
Come si può constatare nella mostra sul Risorgimento allestita nella Biblioteca Comunale, i parenti più stretti di Napoleone frequentavano le Marche. Nella regione ed in particolare a Senigallia erano infatti situati i vasti beni dell’ ’Appannaggio’, espropriati alla Chiesa e donati da Napoleone al figliastro e viceré del neonato Regno d’Italia, Eugenio Beauharnais, per sovvenzionare le spese di corte.
Lo stesso Luciano Bonaparte, convinto repubblicano e per questo in progressivo disaccordo con il fratello imperatore, aveva soggiornato a Senigallia con moglie e figli, nelle residenze del centro, del Cavallo e di Villa Torlonia, prima che Pio IX avesse riacquistato i suddetti beni senigalliesi, donandoli alla città natale per la creazione dell’ “Opera Pia Mastai“.
Il conte Francesco fu quindi il primo sindaco senigalliese del Regno d’Italia ed ospitò in questa veste, nel 1877, il poeta e docente Giosuè Carducci, venuto in visita al locale Liceo Regio, come ispettore ministeriale.
La conseguente relazione, pur plaudendo alla disciplina del personale e dei 14 allievi, fu particolarmente pungente nei confronti dell’insegnante di Lettere Italiane, poi fatto allontanare dal Marzi, e in misura minore del collega di greco; ma il Carducci si lagnò privatamente di aver incontrato troppi “preti spretati“.
Un’esperienza non esaltante per un sindaco che aveva voluto avviare il nuovo liceo nello spirito di una sostanziale continuità con le vecchie istituzioni clericali.
La visita alla “patria di Pio IX” fu però emotivamente significativa, se l’anno successivo il poeta volle dedicare versi di riconciliazione all’anziano pontefice e di elogio al paesaggio di Senigallia “sì bella a specchio de l’adriaco mare“.
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