Giardini Catalani, GSA: “Un corpo estraneo da guardare e non toccare”
"Gli attuali Giardini Catalani sono diventati uno spazio quasi impossibile da vivere ed utilizzare"
Parliamo un po’ di progettazione: il Progettista dovrebbe fare una attenta analisi delle esigenze di chi usufruirà dell’opera realizzata derivante dal suo progetto e non pensare solamente a fare un’opera d’arte (non è certo il caso dei Giardini Catalani), ma non consona sia a soddisfare le esigenze di chi ne usufruisce e sia alle regole del buon gusto.
Si perché, qui si tratta di buon gusto: è stato redatto un progetto che né è assolutamente privo. Questa è l’amara verità! Chi è cittadino (e non suddito) di Senigallia sa che i Giardini Catalani, anche se in stato di degrado, costituivano luogo di incontro, di dialogo ed erano fruibili tutto l’anno da chiunque: dagli atleti sui pattini a rotelle, dai bambini in bicicletta, dai disabili in carrozzella, e da chi voleva “allungare” la “vasca per il corso“.
Era un luogo di vita. Oggi non lo è più. Oggi non si capisce bene che luogo sia diventato e che utilizzo se ne possa fare. L’unica nota positiva consiste nel fatto che “l’opera” così come si presenta attualmente, sembra in attesa di un qualche intervento successivo, possibilmente intelligente, che conferisca a quello spazio una piacevole estetica ed una vera funzionalità.
Non bisogna dimenticare che questo sito si trova nel nostro bellissimo centro storico: la attuale realizzazione non tiene conto di nulla da un punto di vista estetico-funzionale. In sintesi, è un’opera il cui progetto, per quanto è oggi visibile, è nettamente sbagliato. A nostro parere bisognava mantenere la funzionalità preesistente con percorsi pedonali e le panchine per sedersi; in luogo della fontana centrale, che probabilmente crea qualche problema di manutenzione, si poteva immaginare una bella scultura che, per esempio, rammentasse qualche importante fatto storico riguardante Senigallia.
Tutto ciò non rappresenta una polemica forzosa, ma è il frutto della raccolta di pareri spontanei raccolti in strada in mezzo alla gente e da indagini dirette tra i soci, nonché presso amici e conoscenti che passando in viale Leopardi si sono chiesti chi avesse “pensato” un opera così priva di gusto estetico e così poco fruibile nel corso dell’anno. In sintesi gli attuali Giardini Catalani sono diventati uno spazio quasi impossibile da vivere ed utilizzare, quasi un corpo estraneo da “guardare e non toccare“.
E’ risultato evidente il desiderio e la necessità di riappropriarsi del “loro” giardino.
Le centinaia di cittadini che si sono pronunciati sottoscrivendo le cartoline della nostra petizione hanno espresso le loro considerazioni negative proprio sullo stato attuale e sulle possibili funzioni dell’area verde in questione. Solo alcuni, di chiara appartenenza allo schieramento politico del sindaco, hanno difeso “l’opera” sostenendo che già si erano spesi “tanti soldi” e che quindi non si potevano e non si riteneva necessario apportare “modifiche”. E’ triste rilevare quanto una ottusa mentalità di parte possa generare pensieri così limitati. Non è certo la prima volta che ciò accade, la Storia insegna!
Parliamo anche di partecipazione. A tal proposito, senza nulla togliere ai progettisti, perché le Associazioni che hanno competenza in materia di Ambiente (che è di tutti!) e che se ne interessano da molti anni, non vengono consultate in fase di progettazione quando si tratta di interventi di tale importanza? Si eviterebbero inutili polemiche e, con molta probabilità, si realizzerebbero opere di certo più interessanti e condivise.
La partecipazione, a volte tanto declamata, è valida solo in campagna elettorale o quando si è in cerca di un facile consenso?
In realtà in merito al progetto in questione un’incontro c’era stato, all’inizio dell’iter procedurale e su nostra esplicita richiesta, con i due assessori competenti.
Purtroppo le promesse e le assicurazioni emerse in quel frangente, sono state poi del tutto disattese.
dal Gruppo Società e Ambiente
Il Comitato Direttivo
5 Marzo 2012
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