Svolto a Senigallia il dialogo a più voci sulla contemporaneità
Riflessioni sul valore e sul fine dell'analisi storica: per i giovani, per la comunità, per la ricerca
Venerdì 13 gennaio si è svolto un interessante dibattito all’Auditorium S.Rocco, a margine della presentazione dell’Associazione di Storia Contemporanea. Quattro intellettuali senigalliesi si sono confrontati, serenamente e senza pregiudizi, su diversi temi di attualità storica e non solo. Due di area cattolica e due laici hanno fornito diversi spunti di pensiero per analizzare meglio la contemporaneità.
L’iniziativa parte dalla costituzione dell’Associazione di Storia Contemporanea, presieduta dal prof. Marco Severini (docente di Storia del risorgimento e di materie contemporaneistiche all’Università di Macerata). Essa, già attiva in pubblicazioni legate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha come obiettivo principale la diffusione di studi e ricerche al fine di far riflettere criticamente su eventi della storia contemporanea (beninteso, secondo l’Associazione, come quel periodo storico che parte dalla Rivoluzione Francese ed arriva ai giorni nostri).
Il primo incontro intendeva porsi come momento di presentazione al pubblico, e come occasione per far vedere quali sono i metodi di discussione e di critica che l’Associazione intende adottare per analizzare i vari argomenti.
Quale strumento più idoneo di un dibattito tra studiosi e personalità impegnate dell’ambiente senigalliese (e quindi note alla maggioranza dei presenti)?
Sono stati invitati, pertanto, assieme allo stesso Severini, Luciano Di Marcelli (sindacalista e Presidente locale Centro Cooperativo Mazziniano), don Andrea Franceschini (sacerdote dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale giovanile) e Franco Porcelli (Presidente del Circolo d’iniziativa culturale e direttore del periodico "Sestante", nonché già assessore del Comune di Senigallia).
I primi due di area prettamente laica, gli ultimi due di estrazione e ambito cattolico.
Dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura Stefano Schiavoni e del Vescovo della diocesi mons. Giuseppe Orlandoni, inizia il dibattito moderato da Mauro Pierfederici.
E’ lo stesso prof. Severini a gettare la prima "provocazione" che va subito al sodo: prendendo spunto dalla "tregua amministrativa" a Senigallia degli anni 1905-1910 (in cui i gruppi politici di allora si sedettero a tavolino per risolvere i problemi della città), il professore ha lamentato la perdita di quel dialogo proficuo e fatto in collaborazione e lo ha calato nell’ambito dell’analisi e della critica storica.
"I giovani sono disaffezionati alla storia e mancano le radici del passato – afferma – il dialogo va sviluppato in tre direzioni: con la comunità (e qui Severini depreca il fatto che i 150 anni d’Italia non siano stati fruiti nel miglior modo possibile, ndr), mediante una narrazione chiara degli eventi non disgiunta dall’interpretazione, e con un’attenzione per le nuove generazioni".
A completare queste affermazioni, don Franceschini aggiunge che il problema deve essere risolto senza desiderio di autoritarismo, ma con la fiducia nel prossimo: "Dio ascolta la voce del popolo, ma gli uomini hanno sempre pensato di sapere la differenza tra bene e male e di avere in mano la verità. Bisogna rimettere Cristo al centro del pensiero politico: la verità è una persona, anzi una comunione di persone". Viene citato come esempio S.Ilario di Poitiers (festeggiato, tra l’altro il 13 gennaio) il quale scrisse un trattato sulla Trinità vista come unità di tre persone in una sola.
Di Marcelli non manca di citare a proposito l’attività svolta dal Centro Mazziniano in tale direzione dal 1946 ad oggi, ed il sostegno di esso a giovani ricercatori sulla base degli ideali di democrazia e di morale repubblicana (espressione del popolo sovrano). E non manca di fare una piccola polemica contro la teocrazia di cui la Chiesa sarebbe stata responsabile nel corso della storia (argomento poi di seguito ripreso a proposito di Pio IX).
Porcelli ricorda che la storia suggerisce intuizioni, scelte utili nel passato e che possono servire anche oggi, per comprendere le scelte che toccano la pelle di tutti i concittadini. Il dialogo politico (e qui fa riferimento al suo precedente impegno di Assessore), se animato da valori, è costruttivo.
Dopo questo confronto, nel quale gli interlocutori hanno avuto 10 minuti a testa per esporre le proprie idee, è iniziato il question time da parte del pubblico presente.
Ecco qui una sintesi degli argomenti principali richiamati dal pubblico.
Per chiudere il discorso sul significato di "dialogo" Di Marcelli afferma che non consiste nel parlare tra sordi che stanno su posizioni di privilegio; Porcelli respinge la ricerca storica condotta in nome della "caccia alle streghe", mentre ne riconosce l’origine nel dilemma dell’uomo di sapersi metter in gioco e trovare la risposta al momento giusto.
Ma è Severini a concentrare il tutto in un concetto che sembra banale, ma è vero e innegabile: "Lo storico non cerca la verità assoluta e sa che altri dopo di lui potrebbero scrivere più di lui su un argomento".
E, a corollario di ciò, non poteva mancare la discussione sulla figura del pontefice senigalliese Pio IX: chi afferma che "egli era digiuno di politica e se ne uscì, in un momento vivace della storia, con una serie di divieti" (Severini), "che non ha avuto discernimento" (Porcelli), e invece "che egli parlava un linguaggio religioso in ambito secolare senza venirne a capo. Infatti il grande problema nel ’900 è stata rovinata dalla visione secolare tutta protesa al futuro e non in dialogo con la Chiesa" (Franceschini).
Non sono mancati riferimenti all’importante funzione svolta dalla scuola che fornisce un’impostazione critica di partenza. E sul concetto di libertà, fondamentale per l’uomo, e quindi per lo storico: se per Di Marcelli, che cita M.L.King, "la mia libertà finisce dove inizia la tua", per Franceschini è meglio precisare che "la libertà comincia dove comincia la tua, perchè senza il prossimo non si è liberi di contemplare".
Nei prossimi mesi, l’Associazione di Storia Contemporanea pubblicherà tre diversi lavori ("L’Italia e la Guerra di Libia", "Aurelio Saffi e il suo tempo", "Memoria, memorie. 150 anni di storia delle Marche"), mentre i suoi membri interverranno più volte per promuovere le recenti ricerche.
Il prossimo appuntamento in tal senso è previsto per il 20 gennaio a Marzocca di Senigallia quando alle ore 21. 15 alla Biblioteca Orciari, Marco Severini presenterà il suo recente "Piccolo, profondo Risorgimento".
Per informazioni: www.ascontemporanea.it
di Simone Paolasini
Sembrava che ognuno parlasse di un argomento quantomeno distinto...più che un dialogo è stata una sommatoria senza plusvalore!
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