Dagli studenti del liceo Medi l’omaggio ai patrioti di Senigallia
Visita al cimitero delle Grazie per riscoprire la storia dal RIsorgimento alla Grande Guerra
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, gli allievi della III B del Liceo Scientifico "Medi" di Senigallia hanno reso omaggio alle tombe dei patrioti senigalliesi, nell’ambito di un’iniziativa didattica che prevedeva anche la visita della mostra "Marchigiani nel Risorgimento. Documenti e cimeli dal 1808 al 1945", aperta nella Biblioteca Comunale fino al 31 gennaio.
Le sedi sepolcrali, descritte dal dr. Donato Mori, storico locale nonché curatore di un’agile quanto preziosa guida sul cimitero monumentale delle ’Grazie’, oltre ad ospitare, fra gli altri, personaggi della storia risorgimentale, quali il conte Francesco Marzi – difensore di Vicenza e Treviso nel 1848, primo sindaco di Senigallia e deputato nel Regno d’Italia – l’eroico garibaldino dei ’Mille’ Lorenzo Carbonari che, ferito a Calatafimi, combatté anche sul Volturno con la ferita sanguinante, accolgono anche le spoglie di molti protagonisti di una vera tragedia del mare nella Grande Guerra.
Il sanguinoso e prolungato conflitto "di trincea", illustrato nella suddetta mostra da numerose foto inedite, fu combattuto dall’Italia fra il 1915 ed il ’18 per la liberazione di Trentino e Friuli Venezia-Giulia. La cosiddetta "quarta guerra d’Indipendenza" conobbe una prima svolta nel 1917, con l’abbandono delle ostilità della Russia comunista e post-rivoluzionaria: gli Imperi Centrali, liberi dalle incombenze del fronte orientale, dirottarono le proprie truppe verso Occidente, provocando in particolare lo sfondamento della prima linea italiana presso Caporetto, nell’attuale Slovenia.
Il 16 novembre del 1917, mentre due monitori o pontoni della Marina Italiana, cioè due piattaforme armate con potenti cannoni, venivano lentamente rimorchiati sottocosta da Venezia in Ancona per evitare che finissero nelle mani nemiche, incapparono purtroppo in una violenta tempesta a largo del Pesarese.
Uno di questi, il ’Cappellini’, che imbarcava acqua per taluni inconvenienti strutturali, naufragò all’altezza di Marina di Montemarciano, causando la morte di 68 marinai, l’altro si incagliò davanti a Marotta, minacciando un’ulteriore tragedia. Del ’Cappellini’ si salvarono solamente in quattro, anche grazie agli aiuti portati nel mare tempestoso dal ferroviere Luigi Malizia e sua figlia Ninetta, Gabriele Alfonsi e Gabriele Belvederesi. Il 17 arrivarono da Ancona gli Artieri del Comando di Spiaggia ed imbrigliarono l’altro monitore stabilizzandolo, mentre i marinai, sia pure esausti, rifiutarono di abbandonare la piattaforma perché il capitano non voleva perderne il controllo; il 18 gli abitanti del luogo erano ancora in ansia, anche se la tempesta si era fortunatamente mitigata. Alle due pomeridiane un’imbarcazione venne messa in mare da 11 giovani donne, che, in mancanza degli uomini impegnati al fronte, si erano poste ai remi e al timone, sfidando le onde e portando viveri caldi e vino all’equipaggio stremato con un biglietto in cui era scritto "Le spose di Marotta offrono ai marinai d’Italia un bicchiere di vino"; ripeterono poi il bel gesto anche il giorno successivo.
Il 24 agosto 1919, nell’attuale piazza Kennedy di Marotta, innanzi alle autorità militari, le eroine marottesi vennero decorate con medaglie di bronzo al valore della Marina militare.
da Ettore Baldetti
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