Senigallia, urbanistica poco lungimirante
Paolo Landi: "Città orfana di un disegno generale, serve integrazione tra le importanti aree strategiche"
Un più esteso centro città, di grande valenza estetico ambientale, più votato allo sfruttamento delle potenzialità turistiche e della migliore qualità di vita per residenti e cittadini. Potrebbe essere realizzato con un’omogenea integrazione tra le importanti aree strategiche della Sacelit-Italcementi, del porto, del water-front del lungomare Marconi con la città murata, ma è un obiettivo che sta sfuggendo di mano per la scarsa lungimiranza politica che, nel recente passato, ha guardato a scelte limitate e immediate, proprie di un’urbanistica ormai superata, negazionista e non incentivante della sostenibilità e della genialità progettuale.
Una scelta che ha portato ad una città orfana di un disegno generale, con la sconcertante prospettiva di una congruenza che non sarà mai realizzata, se non con interventi correttivi urgenti e non più procrastinabili.
C’è ancora margine operativo, ma bisognerà ricostruire e adattare, senza indugi, la pianificazione a posteriori, rivedendo e sostituendo le criticità con soluzioni che non interferiscano con i progetti in atto e che più in generale sia in grado di ricucire un tessuto urbano lacerabile con un lavoro di rigenerazione, che solo una progetto forte è in grado di dare.
Nell’ipotetico nucleo di un nuovo centro circoscritto dal perimetro individuato da p.zza della Libertà, viale IV Novembre, stradone Misa, via Rossini, via A.Caro, via Panzini si intravede la brevità tra le distanze di punti diversi, che eccezionalmente sforano il chilometro, a dimostrazione che, in questo spazio, l’andare a piedi, come libera scelta, al di là di una pedonalizzazione imposta, rappresenta il più conveniente sistema di spostamento, a maggior ragione se saranno evitati alcuni aggiramenti con la realizzazione di una permeabilità diffusa delle barrire fiume e ferrovia.
Ma il prototipo di città intelligente e ideale, dovrà più riferirsi ai moderni criteri della fisica urbana, che a quelli, obsoleti, dell’urbanistica tradizionale, ormai sconfessata, dalla sua stessa rapida e inarrestabile evoluzione verso un modello, meno normativo e più propositivo.
Secondo questa logica, con la prevalente pedonalizzazione, dovrà essere realizzata la città compatta per favorire al proprio interno la maggior movimentazione possibile, in condizioni di minimo valore del volume gravitazionale, in altri termini, all’interno di questo nucleo, si dovrà intensificare il volume del costruito, per riportare in centro funzioni e quanti più abitanti possibili, (lo stesso obiettivo del piano Cervellati, votato però ad un incremento insignificante e l’esatto contrario delle recenti scelte di riduzioni volumetriche) riorganizzando, allo stesso tempo, le vecchie piazze e gli spazi, librandone di nuovi per mettere in luce gli straordinari orizzonti visivi della città e infine prevedendo un’adeguata capacità di assorbimento dei veicoli di provenienza esterna per non farli circolare a vuoto alla ricerca di sosta.
Questo incremento insediativo, da attuarsi con piani di riqualificazione urbana, farà sentire l’effetto benefico, anche all’esterno di quest’area, contribuendo concretamente ad arginare l’espansione urbana e a calmierare i costi delle costruzioni.
da Paolo Landi
Ma 20.000 euro per fa un concorso di idee aperto a tutti nun se po? mandate a quel paese i grandi nomi dell'architettura e vedrete quanti giovani vi parteciperanno (anche perchè oggi nun se lavora poi tanto). ma noi no, volemo fa gli inviti, gli archistar cefali, e sti cazzi. ah già è vero, il problema sta nel prepararlo il concorso...
"che ce se po mette? due o tre foto ce le avemo? mmmh, chiamamo un pò quelli del summergiamborii che magari le sanno fa. Oppure va su te li a ricciò a fa mpo de foto ntel viale che poi je dimo che lo volemo uguale, tanto come non capimo noialtri non capisce nisciuno.
E poi tanto domà andamo a inaugurà le tane dei sorci al porto, quella si che è roba biologica e pensa che non avemo messo un bocc"
...Nun se farà comunque niente, anche sa un progetto degno de nota, ma almeno la gente se potrebbe fa qualche idea. chessò, magari capi che l'hhhardroccaffè che tanto ce piace è na cazzata!
Sono d'accordo? E lancio l'idea: Che fine fanno gli oneri di urbanizzazione che versiamo noi privati per costruire?
La vera città moderna ed ideale è quella che sa rompere con "questa" urbanistica tradizionale , altrimenti si fa solo accademia ,tutt'al più si colorano le carte con matite colorate.
Il problema che qui si pone riguarda la connessione di questo sistema all'intorno, primo fra tutti all'arenile.
Senigallia ha l'annoso problema del "limite" imposto dalla ferrovia come molte città della costa adriatica, ma il suo centro storico così a ridosso del mare ne fa una sorta di eccezione (cesenatico è storia a se, rimini ci sta provando con le archistar ma non ha scampo, riccione - cos'è riccione? - e possiamo andare avanti fino a civitanova e s.benedetto).
Ora il problema sta nel come valorizzare tutto questo, tenendo presente che mancano i soldi (e che mancherebbero comunque viste le dimensioni della città).
L'area sacelit ha avuto uno sviluppo alla meno peggio ma realisticamente chi avrebbe investito diversamente su quell'area densa di oneri urbanistici? la città ha perso forse l'occasione di un collegamento con il l.mare di ponente (penso all'asse corso-via carducci-p.lambertina), ma questo passa in secondo piano rispetto al nodo ben più fondamentale della stazione.
Io spero che si punti ad un recupero dell'area compresa tra l.mare marconi e ferrovia, in modo tale da avere una zona viva e praticabile anche nella stagione invernale e soprattutto a "misura di città", ma questo andrebbe fatto ragionando appunto sulla connessione al c. storico.
E qui abbiamo:
- il lungofiume (che ora per i senigalliesi non esiste tranne che per 3gg a settembre)
- l'asse -rocca-stazione-g.morandi-h.marche (oggetto pare del futuro concorso)
- il possibile collegamento a verde -area arch. la fenice-"central park"-ex gil-cinema.
Dall'altra parte abbiamo la darsena piccola(perchè nessuno la caga?), la passeggiata del nuovo porto, il lungomare, i giardini morandi e naturalmente la rotonda.
Bella sfida, evitiamo di risolverla con il "centro commerciale dell'amore rocca-mare" molto fascista e rischioso. E non cerchiamo un'altra "icona" per la città, non ne abbiamo bisogno.
voliamo bassi.
alfio romiti
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