Senigallia, luci di Natale: protesta di una commerciante punita dal Comune
Polemica per il cartello sugli esercizi che hanno contribuito: chi non asseconda la Giunta è discriminato
Luci si e luci no. Chi trova giusto contribuire alle luminarie natalizie e chi non vuole essere tassato ancora. Dopo le affermazioni dell’Assessore alle attività economiche Paola Curzi, è di nuovo polemica sul cartello che viene affisso sulle vetrine di quanto hanno contribuito. Una sorta di discriminazione per una commerciante del centro storico senigalliese perché, a suo dire, ricorda di quando i cartelli nei negozi li appiccicavano i nazi-fascisti nelle vetrine dei commercianti ebrei.
Di seguito pubblichiamo il testo della lettera di protesta di una commerciante del centro storico.
"Sono una commerciante del centro storico. Sono una persona onesta che paga le tasse fino all’ultimo centesimo e fa lo scontrino ad ogni persona che entra nel mio negozio (sembra banale dirlo, perché abbiamo tutti l’obbligo di farlo, ma la nostra categoria è quella tra le più additate come il paradiso dell’evasione fiscale e, quindi, la sottolineatura la trovo doverosa). Il mio negozio (a gestione familiare) è aperto almeno 12 ore al giorno per permetterci di guadagnare i soldi per pagare affitto, bollette, tasse (locali, regionali, nazionali) ecc ecc.
In questo periodo di crisi, che dura ormai da alcuni anni, rimane ben poco da mettere da parte o per fare investimenti (spesso non rimane assolutamente niente).
Per il periodo di Natale abbiamo compiuto una ingentissima spesa (estremamente difficile da sostenere) per l’acquisto di materiale atto alla vendita, con la speranza di guadagnare qualcosa più del solito.
Ma le cose non stanno andando come speravamo e il nuovo governo, con la Manovra Finanziaria in approvazione fra pochi giorni, darà un altro duro colpo alle famiglie e, quindi, alle spese che potranno sostenere al di fuori dei bisogni primari. Il rischio (serio) che si corre è quello di andare in default.
Ma non sto scrivendo a mo di sfogo solo per lamentarmi o piangere: la vita è dura per tutti in questo momento, e chi più chi meno tutte le famiglie della nostra città (e non solo) stanno affrontando delle enormi difficoltà. Ho deciso di scrivere questa lettera aperta perché, prima come cittadina e poi come commerciante, mi sono sentita indignata e disgustata dal leggere certe frasi, riportate su un giornale locale, attribuite all’Assessore alle Attività Economiche Paola Curzi.
L’articolo, di pochissimi giorni fa, faceva riferimento al fatto che il Comune ha chiesto un contributo in termini economici per addobbare il centro con le luminarie in occasione del Natale e, alcuni esercenti, (come la sottoscritta) non se la sono sentita di aderire a tale questua. Leggendo il pezzo l’Assessore dichiara che: “Ci sono sempre purtroppo commercianti che vivono alle spalle del vicino”.
E poi l’articolo dice che il Comune ha deciso di punire i commercianti meno collaborativi installando un cartello nelle vetrine di quelli che invece sono stati bravi, con su scritto: “Questo negozio ha contribuito ad illuminare il Natale del centro storico di Senigallia”.
Leggere queste cose innanzitutto mi ha nauseato, perché i cartelli nei negozi li appiccicavano i nazi-fascisti nelle vetrine dei commercianti ebrei, in tempi molto bui e dolorosi della nostra storia recente.
Quindi, in primis, fa veramente raccapricciare questa uscita assolutamente fuori luogo del suddetto Assessore. Il concetto che si vuol far passare è che se una persona non asseconda i voleri della Giunta deve essere in qualche modo punita. Questa non è democrazia. Non sono valori di un governo di centro-sinistra.
In secondo luogo io (come tutti i cittadini) siamo vessati da svariate tasse e gabelle, molte delle quali imposte dal Comune stesso che ne beneficia in prima persona (e che dobbiamo pagare fino all’ultimo centesimo, pena multe salatissime). Però questo evidentemente non basta, e allora dobbiamo elargire altri soldi altrimenti veniamo considerati alla stregua di untori. Senza considerare che ci sono parti del Centro Storico dove l’amministrazione latita in quanto ad erogazione di servizi e di cura per la crescita turistica, ma i commercianti che operano in queste zone “disabitate” dai visitatori pagano nella stessa identica maniera degli altri.
In terzo luogo non mi risulta nella maniera più assoluta che, in occasione di eventi di portata nazionale e internazionale (Cater Raduno, Summer Jamboree), che hanno fatto venire a Senigallia 1milione e 400mila persone la scorsa estate, gli esercenti di bar, ristoranti, pizzerie o alberghi abbiano dovuto “per forza” versare dei soldi nelle casse comunali per fare pubblicità, pena un ammonimento dal sapore fascista. E di certo loro ne hanno beneficiato dal punto di vista delle entrate, vista la marea di villeggianti.
E quindi c’è anche l’aggravante dell’uso dei due pesi e delle due misure.
E non è giusto.
Non mi risulta che per il Natale 2011 l’Assessore Paola Curzi riuscirà a far venire a Senigallia un milione e mezzo di turisti (che tra l’altro non devono solo consumare genere alimentari o bevande, perché la maggior parte dei commercianti del centro vende altre cose) e, quindi, giustificare tale richiesta espressa poi nei termini sopracitati.
Non è corretto caro Assessore comportarsi in questa maniera così iniqua: o tutti o nessuno (e con la libertà di poter scegliere, senza essere marchiati, visto che ancora siamo in democrazia).
In Comune non si rendono conto che tanti commercianti hanno chiuso le loro attività o le chiuderanno a breve, che molte aziende e fabbriche sono in difficoltà e hanno dovuto ridimensionare notevolmente il numero degli operai impiegati.
Non si rendono conto che il Sindaco e l’assessorato alle attività produttive dovrebbero stare vicino a tutte le categorie di lavoratori, sostenendoli almeno a parole se non in maniera concreta. Nel mio negozio, a parte chiedere soldi, non si è mai presentato nessuno.
Chi vi ha scritto questa lettera è un piccolo commerciante del centro storico della nostra città, colpito anche lui dalla crisi economica, senza risparmi o guadagni a cui attingere e soprattutto molto preoccupato per il futuro.
Barbara Sbarbati"
da Redazione
Gli italiani, in questi ultimi anni, si sono scoperti, oltre che "Mister" di calcio, anche valenti economisti. Mi si permetta quindi di aggiungere una corbelleria, forse, al mare di corbellerie che ascolto ogni giorno dette e praticate. Io non mi escludo, faccio parte del gregge, non mi posso esimere quindi, da tale hobby. Consiglio più che prescrivere, una mia medicina per "risollevare" le sorti, quanto meno, del commercio senigalliese. Quindi, per ricollegarmi all'articolo della signora Sbarbati, dico subito che secondo il mio parere le "luci" che dovrebbero illuminare e incentivare gli acquisti, sono solo e semplicemente un placebo, uno specchietto per le allodole. Infatti la gente non acquista, non perchè le vie non sono illuminate, ma perchè non ci sono i quattrini. Punto!! Quindi quanto investito dall'Amministrazione Comunale, andrà inesorabilmente e semplicemente "in fumo" ingrassando solo la bolletta dell' ENEL. Mi chiedo allora se non fosse stato meglio dividere tra le famiglie meno abbienti, quello stesso budget usato per accendere quelle lampadine. Con molta probabilità, quanto elargito alle famiglie, sarebbe ricaduto nelle tasche dei commercianti, perchè gli euro ricevuti sarebbero stati spesi non certo in viaggi, ma in beni di prima necessità, alimentari e non. Lo so, gli importi non sarebbero stati grandi, come pure il numero delle famiglie beneficiate, come anche il volume d'affari mosso, ma comunque sia non sarebbero andati in fumo e sarebbero ritornati in un ciclo produttivo locale.
chi poi investirà oltre questo sarà premiato, ma se manca una base comune siamo fregati.
Non ho mai amato la categoria dei commercianti, perché si tende sempre a pensare che la stragrande maggioranza di loro abbia tanti soldi ed evada le tasse. Ma in questo periodo ci troviamo tutti sulla stessa barca, e mi rifiuto di pensare che tutti gli esercenti siano uguali. Non conosco la persona che ha scritto questo articolo, ma mi complimento con lei per l'onestà nel raccontare il disagio economico che sta vivendo e il coraggio e la forza di aver messo in luce un atteggiamento da parte del Comune dal sapore di Regime. E' una vergogna che si prendano queste decisioni a scapito di altri. E' la guerra tra i poveri. Ho sentito anche che, a chi ha dato i soldi per le luminarie, il Comune ha regalato dei grattini per il parcheggio dei clienti... E agli altri no... Invece di cercare di risollevare tutti i commercianti dando un piccolo benefit, si fa della discriminazione razzista. Ancora vergogna!!!!!
sei mai stato commerciante? evidentemente no altrimenti con scriveresti queste corbellerie. le tasse le hanno pagate tutti. io non ho mai visto, tranne qualche eccezione, commerciante fare tanti soldi. non ti chiedi come mai tanti chiudono? non certo perchè si sono stancati di guadagnare tanto e non pagare le tasse. Tutto figlio se rimanesse in Italia più che mantenere queste stronzate, dovrebbe mantenere le varie caste (scusami il luogo comune).
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