Trenitalia: tagli ai collegamenti notturni, internazionali e regionali
La denuncia di Assoutenti Marche sull'orario in vigore da domenica 11 dicembre 2011: "Novità pesanti"
Il nuovo orario ferroviario, entrato in vigore domenica 11 dicembre 2011, comporta numerose novità, purtroppo largamente negative. E’ questo quanto comunica l’Assoutenti Marche in una nota stampa emessa dal responsabile nazionale del settore Trasporto Pubblico Massimo Ferrari che evidenzia come siano stati ridotti i collegamenti notturni tra nord e sud dell’Italia nonchè quelli internazionali. Le linee regionali invece hanno subito "solo" un taglio di circa 600 km.
– Al termine dell’anno che doveva celebrare il 150° dell’unità d’Italia, spariscono i collegamenti notturni tra il Nord ed il Sud che tanto avevano contribuito nei fatti (e non nella vuota retorica) ad unificare il Paese. Per andare da Torino, Milano o Venezia in Calabria o in Sicilia bisognerà sempre cambiare a Roma, con maggiore scomodità e notevole aggravio di costi (biglietto AV+IC notte da Roma). Forse la cosa era inevitabile dopo l’attivazione dell’Alta Velocità tra Torino e Napoli, ma non si è fatto nulla per attutirne l’impatto, almeno sotto il profilo tariffario e della garanzie di coincidenze. Semplicemente folle, poi, è la scelta di attestare gli IC notte per la Puglia (sulla dorsale adriatica non c’è AV!) a Bologna, anzichè a Milano. C’è da pensare ad una deliberata scelta del vertice di Trenitalia di scoraggiare l’uso in favore delle autolinee a lunga distanza che insistono su questa relazione.
– Nell’anno che dovrebbe sancire la definitiva interdipendenza all’interno della UE (come le misure varate dal governo Monti ci hanno brutalmente rammentato), i collegamenti internazionali sono ridotti al lumicino e decorosamente garantiti solo nei confronti della Svizzera (nazione, per altro, extracomunitaria). Nessun treno internazionale al valico di Ventimiglia (nonostante la presenza di una conurbazione lineare che va da Sanremo a Nizza senza soluzione di continuità!); nessun treno verso l’Est europeo, inclusa la confinante Slovenia; viene meno anche l’unico convoglio diretto da Milano a Monaco di Baviera, assicurato dalle Ferrovie austiache e tedesche (OBB/DB), continuamente boicottate da Trenitalia, come pure i Tgv francesi da Parigi, costretti ad attestarsi a Milano Porta Garibaldi (anzichè in Centrale), frutto di una concezione post sovietica del mercato e della concorrenza che sembra ispirare le scelte dell’AD Mauro Moretti.
– Nell’anno che avrebbe dovuto vedere la nascita del federalismo, si chiudono oltre 600 km di linee regionali, tra cui la bellissima Sulmona-Castel di Sangro, che costituiva la porta di accesso al Parco Nazionale d’Abruzzo.
Questo perchè – a parte la Lombardia, che pur in un contesto finanziariamente difficilissimo, è riuscita ad aumentare considerevolmente il numero di corse suburbane nell’area milanese ed anche i collegamenti transfrontalieri (Bellinzona-Malpensa) – gran parte delle Regioni italiane (e soprattutto il Piemonte, le Marche, l’Abruzzo e la Campania) hanno dimostrato di non credere nel ferro, anticipando il taglio dei servizi, senza nemmeno attendere l’esito delle decisioni finanziarie a livello nazionale.
Per attenuare lepesanti conseguenze negative che colpiranno pendolari ed utenti, chiediamo che tutti i servizi non più garantiti (relazioni nord-sud, treni internazionali, linee locali dismesse) vengano immediatamente messi a gara, sottraendo proporzionalmente i contributi di esercizio finora assegnati a Trenitalia e che, nell’attesa di conoscere eventuali manifestazioni di interesse di gestori nazionali o stranieri, venga imposto ad RFI l’onere di manutenzione ordinaria delle linee chiuse al traffico, affichè non sia sperperato un patrimonio infrastrutturale ereditato grazie ai sacrifici delle generazioni passate.
da Assoutenti-Marche,
il segretario regionale Antonio Bruno
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