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SEL Senigallia sulla manovra economica: "No Monti, così non va"

Anche dai Vendoliani l'appoggio allo sciopero delle sigle sindacali indetto per il 12 dicembre

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Sinistra Ecologia Libertà
Ad un primo esame della manovra emerge che non ci sono i grandi interventi, strutturali e coraggiosi, che dovevano combattere l’emergenza, ridare ossigeno alle finanze pubbliche, rilanciare l’occupazione e lo sviluppo, facendo pagare, secondo giustizia, il costo della crisi a chi non ha mai pagato.

Non c’è una vera patrimoniale sulle grandi ricchezze, unitariamente ed organicamente applicata ad un soglia complessiva (immobiliare, finanziaria, di beni durevoli di lusso sopra gli 800.000 euro individuali) con aliquote progressive  capaci di determinare un introito attorno ai  15 miliardi/anno. L’intervento sulle auto e barche di lusso, pur condivisibile, rastrellerà solo poche decine di milioni di euro; il bollo sui fondi bancari non fa salvi i piccoli possessi, spesso frutto dei risparmi di una vita, che andavano esentati.
Non c’è la diminuzione delle spese militari capace di procurare almeno 2 miliardi di risparmi/anno.

Non c’è l’asta sulle frequenze che avrebbe procurato alcuni miliardi di euro.
Non c’è ancora una dura lotta alla evasione e alla illegalità fiscale tale da procurare una decina di miliardi/anno. La misura una tantum sui capitali ex scudati procura solo 2,7 miliardi: poco rispetto alla necessità.

La sola vera patrimoniale sarebbe bastata per pareggiare tutte le entrate della manovra (quantificate in 17 miliardi) e  per evitare la pesante sventagliata su:

CASA: c’è il ripristino di fatto dell’ICI sulla prima casa colpita al 4 per mille, su una base imponibile pesantemente – e in via generale – rivalutata del 60% ( la detrazione di 200 euro è solo parzialmente compensativa); il prelievo sul resto degli immobili non risponde a criteri di progressività a seconda del crescere del patrimonio, cosicché il prelievo – al 7,5% –  sul cittadino proprietario della seconda casa, per esempio, è equiparato  ai patrimoni dei grandi proprietari e dei fondi immobiliari.

PENSIONI: si fa cassa a man bassa sulle pensioni. Chi ha iniziato giovane e ha lavorato una vita (40 anni ) può andarci a 41 (donna) o 42 (uomo); aggravato dalla penalizzazione  al 3% per ogni anno di distanza dalla soglia dei 62-63 anni, se di età più giovane. Inoltre per le donne, in particolare, il percorso per la pensione di vecchiaia si fa ripidissimo (62 anni 2012, 64 anni 2014, 66 anni 2018). Nel 2022  67 anni per tutti, con importi sempre più bassi data la crisi e la precarietà crescente.
Per i pensionati attuali, quelli medio-bassi e bassi, poco al di sopra dei 936 euro al mese è tolto (per due anni, per ora) l’adeguamento ISTAT (+2,6%)del costo della vita (su 1.000 euro 30 euro al mese) mentre per quelli della fascia da 467 e 935 euro  la rivalutazione è tagliata  del 50%.

Il pur doveroso e positivo accorpamenti all’INPS di altri  regimi e trattamenti  previdenziali particolari non può cambiare la valutazione su un quadro d’insieme  ingiusto e pesante.

AUMENTO IVA: dal prossimo settembre scatterà quasi certamente l’aumento dell’IVA dal 10% al 12% e dal 21% al 23%. E’ un ulteriore contributo alla iniquità perché le tasse sui consumi si scaricano sui cittadini in misura non eguale e non proporzionale al loro reddito; ed è una ulteriore spinta ad una inflazione che, a novembre 2011 su novembre 2010, è aumentata del 3,3%.

AUMENTI VARI E TAGLI AGLI ENTI LOCALI
Aumenta l’accisa sulla benzina (in un colpo solo supera per importo i cinque rincari consecutivi del 2011) e porterà ad un aumento di quasi 10 centesimi il litro; aumenta l’addizionale regionale  IRPEF dallo 0,90 all’ 1,23%.

Questi interventi eviteranno i tagli alla Sanità e ai Trasporti ma nel complesso i trasferimenti agli Enti Locali caleranno ancora,  mettendoli – di nuovo – di fronte al dilemma se tagliare altri servizi o aumentare altre tasse.

POCHISSIME SONO LE LUCI, MOLTE LE SCELTE PESANTI.
DOV’E’ LA GIUSTIZIA? PERCHE’ NON SI INTERVIENE A SOSTEGNO DEL REDDITO DEI GIOVANI PRECARI E DEI DISOCCUPATI?

Con questa manovra si rischia un ulteriore effetto depressivo sulla economia che è data per il 2012 ad un PIL -0,5% e per il 2013 ad un PIL pari a 0.

Non si intravede infine una politica economica capace di rilanciare lo sviluppo e una  buona e stabile occupazione (al di là del solito sostegno ai profitti, con l’unica positiva eccezione per l’aumento  dei Fondi di Garanzia). Nulla sul disastroso dissesto idrogeologico nulla sul bonus per l’incentivo alle energie rinnovabili. Nulla nel campo ambientale e dei beni comuni, anzi, si procede, tra scelte esplicite e silenzi, sulla strada delle dismissioni del patrimonio pubblico e delle privatizzazioni .

Per cambiare queste scelte e per una alternativa di programmi, SEL si batterà insieme ai sindacati e ai movimenti ed aderirà allo sciopero indetto unitariamente dai Sindacati invitando iscritti simpatizzanti lavoratori pensionati alla manifestazione unitaria dei Sindacati ad Ancona del 12 dicembre

da Sinistra Ecologia Libertà Senigallia

Attilio Casagrande
Pubblicato Domenica 11 dicembre, 2011 
alle ore 13:46
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