Senigallia, aumentano le richieste di aiuto alla Caritas Diocesana
La metà delle famiglie non arriva alla fine del mese, il 5% è da considerarsi "famiglia povera"
A Senigallia e zone limitrofe, il 5,3% delle famiglie è da considerarsi povera; il 46,4% non riesce ad arrivare a fine mese; il 23,2%, nel tentativo di rimanere a galla, nell’ultimo anno solare ha accumulato debiti. Disagio che emerge in maniera preoccupante dall’attività portata avanti dalla Caritas Diocesana e di cui il vicedirettore Giovanni Bomprezzi ha reso noti alcuni dati.
"E’ di questi giorni la manovra economica del governo Monti che non lascia indenni i redditi delle famiglie e dei poveri. Ci aspettano periodi di grandi sacrifici, ma non dobbiamo dimenticare che molti di noi sono già sulla soglia della povertà, molti altri non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese. Ce ne accorgiamo, nella nostra piccola realtà diocesana, dall’aumento di richieste di aiuto che arrivano ai centri di ascolto delle Caritas parrocchiali e diocesana".
"Alcuni dati – scrive Bomprezzi in una nota stampa – esprimono, senza ombra di dubbio, questi segnali preoccupanti: se dal 2008 al 2010 la nostra Caritas ha incontrato 6000 persone che chiedevano aiuto, solo nei primi mesi del 2011 ne ha incontrate 1500. Molta anche la solidarietà di famiglie che cercano di dare una risposta nel loro piccolo, facendosi carico di chi è in difficoltà, attraverso il contributo di 5 € al mese al Fondo di solidarietà, istituito a marzo del 2009 per dare un segnale contro la crisi economica, che stava già mettendo a dura prova i bilanci familiari. Attraverso il Fondo di Solidarietà sono stati elargiti 275.000 €. Questo Fondo non ha certo la pretesa di risolvere tutti i problemi ma è un segnale che tutti insieme possiamo fare qualcosa, non chiudendo la porta in faccia all’altro che sta peggio, ma facendoci prossimi per camminare insieme".
"Se osserviamo i dati del Fondo nel corso degli anni – ha proseguito Bomprezzi -, possiamo notare una forte tendenza all’aumento del numero degli interventi, ben 467 nel primo semestre del 2011, mentre in tutto il 2010 sono stati 864. Sono 70.262,71 gli euro elargiti nel corso del primo semestre del 2011, che salgono a 131.779.56 € nel corso del 2010, 74.458,07 € nel corso degli ultimi nove mesi del 2009".
Ma quali sono state le esigenze più sentite dalle famiglie che hanno beneficiato del Fondo di solidarietà?
"Quest’anno la spesa maggiore del fondo ha riguardato il lavoro (25.760 €), seguita dal pagamento delle bollette (18.119 €), poi il pagamento delle rate dei mutui o dell’affitto per la casa (8.094,50 €), le assicurazioni (5.444,85€), la spesa (4.307,18 €), le spese personali e quelle sanitarie, per un totale di € 70.262,61".
Ha infine concluso il vicepresidente dell’ente diocesano: "Da alcuni anni la Caritas mette in campo una moltitudine di percorsi, azioni, opere e servizi, in un’ottica di testimonianza della carità e di fedeltà alla prevalente funzione pedagogica che la caratterizza. Trenta parrocchie della diocesi distribuiscono alimenti per un totale di 41.000 pacchi viveri dal 2008 al 2010, oltre 6000 i pacchi viveri distribuiti dal Centro di accoglienza solo quest’anno, 35 sono le Caritas parrocchiali, 12 i centri di ascolto parrocchiali e vicariali, 400 i volontari coinvolti, che hanno messo a disposizione gratuitamente il loro tempo e il loro impegno personale.
Al momento sono 1300 le famiglie, sensibili alle necessità dell’altro, che, attraverso l’implementazione del Fondo di solidarietà, sostengono le famiglie in difficoltà, non solo straniere ma anche autoctone, che la crisi sta mettendo in ginocchio".
da Redazione
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