"Noi scegliamo l’opposizione al Governo Monti. E contro una manovra di classe lavoreremo per dare una risposta di classe". Con queste parole il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, ha concluso domenica scorsa l’VIII congresso del partito, dal titolo "Connettiamoci – Futura Umanità". Svoltosi a Napoli, dal 2 al 4 dicembre scorsi, il congresso ha visto la presenza di oltre un migliaio di persone proveniente da tutta Italia, di cui cinquecento delegati circa. Fra i partecipanti anche 6 rappresentanti della provincia di Ancona, di cui tre senigalliesi del circolo "Fabio Siena".

Tanti i politici intervenuti, dal sindaco del capoluogo campano, Luigi De Magistris; a Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra; a Giorgio Cremaschi della Fiom. Da Franco Turigliatto, di Sinistra critica, a Marco Ferrando del Partito comunista dei lavoratori, passando per Oliviero Diliberto del Partito dei comunisti italiani.

Tanti anche gli ospiti internazionali: dai rappresentati di Occupy Wall Street; a quelli dell’Izquierda Unida spagnola; della Linke tedesca.
E poi ancora rappresentanti greci, palestinesi, cubani, curdi e cileni, con il saluto in video conferenza di Camila Vallejo del movimento studentesco.

L’appuntamento napoletano è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione attuale italiana e internazionale e sull’identità di un partito, quello della Rifondazione comunista, che nonostante le scissioni passate continua a vivere, con i suoi oltre 1.100 circoli sparsi in tutta Italia; a operare quotidianamente sui territori e nelle amministrazioni locali; a schierarsi chiaramente all’opposizione dei dettami della Banca centrale europea, dei mercati e della speculazione finanziaria.

Per questo, di fronte alla manovra "lacrime e sangue" del Governo tecnico guidato da Mario Monti, Rifondazione comunista propone, opponendosi alle privatizzazioni dei servizi pubblici locali, di potenziare l’intervento pubblico in economia.
Al posto dell’Ici, di introdurre una patrimoniale strutturale sulle grandi ricchezze immobiliari e finanziarie che, toccando solo il 5% più ricco della popolazione, produrrebbe un gettito annuo di 20 miliardi, da cui si potrebbero ricavare le energie economiche per il reddito sociale per i disoccupati e per diminuire le tasse sul lavoro dipendente.

Invece di toccare le pensioni dei lavoratori e delle lavoratrici, Rifondazione comunista propone di porre un tetto di 5 mila euro alle pensioni dei dirigenti e a tutti coloro che accumulano più pensioni, e di istituire un fondo pubblico presso l’Inps per la previdenza integrativa.

Per tutto questo e molto altro, da Rifondazione Comunista arriva l’invito alle forze politiche di sinistra ad aggregarsi. Un invito che ha già avuto una risposta positiva al Congresso di Napoli da Ferrando e Turigliatto.

Mentre dal leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola, che non ha partecipato al congresso, non è arrivata alcuna risposta ai ripetuti inviti all’unità. Ma l’invito viene rivolto anche alle forze sociali, alle associazioni e ai comitati, per dare vita alla Costituente dei beni comuni e del lavoro importante, quindi, sarà la partecipazione attiva per lo sciopero del 16 dicembre indetto dalla Fiom oltre che per uno sciopero generale.

dal Circolo di Rifondazione Comunista “F. Siena” Senigallia