Al San Rocco di Senigallia un incontro sulle popolazioni Rom e Sinti
Dal PD l'iniziativa del 2 dicembre per capire chi sono e cosa vogliono i Rom che vivono in Italia
Venerdi 2 dicembre, alle ore 17:00 presso l’Auditorium S. Rocco, il Partito Democratico di Senigallia organizza l’incontro pubblico "Il dovere di conoscere. I Rom: un popolo di bambini. Presentazione del primo rapporto del Parlamento italiano sulle condizioni di Rom e Sinti in Italia".
Sarà presente Pietro Marcenaro, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato che riferirà sull’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, sui problemi concernenti la condizione delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti in Italia.
Inoltre Francesco Mele del Partito Democratico di Torino che presenterà il documentario "Mandiamoli a casa. I luoghi comuni: i Rom", girato a Torino, fra i campi rom di lungo Stura Lazio e via Germagnano, oltre che al Dado di Settimo Torinese, per sfatare i luoghi comuni che accompagnano i migranti e gli stranieri che vengono a vivere in Italia.
Li chiamiamo zingari, ma i Rom, i Sinti e i Camminanti sono un popolo ricco di storia e tradizioni, arrivato in Europa, dalla piana del Gange più di 600 anni fa. Un popolo tutt’altro che nomade, stanziale è l’80% dei Rom e dei Sinti che vivono in Europa, secondo l’indagine della Commissione diritti umani del Senato. E’ cittadino italiano oltre la metà dei Rom che vivono nel nostro Paese. Un popolo di bambini. Solo il 2,8% dei Rom che vive in Italia ha più di 60 anni.
Ma come vivono, chi sono, cosa vogliono i Rom che vivono in Italia? Le opinioni diffuse nei confronti di rom e sinti sono estremamente negative: sono infatti il popolo meno gradito agli italiani. Poche sono le verità veicolate in Italia sui «rom», termine impropriamente generico.
Questa iniziativa vuole cercare di rispondere a queste domande e di far conoscere un po’ meglio questo popolo, la loro storia, loro cultura, la loro particolare concezione del mondo e la loro umanità. Per poter sperare di creare un giorno una società più tollerante, è necessario conoscere gli altri, i diversi da noi; è doveroso considerare questi ultimi come portatori di una cultura, né migliore, né peggiore, ma solo diversa dalla nostra. Una migliore conoscenza dei fenomeni può portare all’individuazione di politiche efficace nel garantire sicurezza e integrazione.
dal Partito Democratico di Senigallia
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